Dopo tre giorni di puro inferno, stando lì a guardare quella sottospecie di poltiglia che all'ospedale veniva chiamata "purè", Minho venne finalmente dimesso.
Tornò a casa ma ad aspettarlo non c'era il sorriso dolce e genuino di quella che era sua sorella minore, no. Sooyeon aveva lasciato un altro biglietto sul frigo, dove diceva che era fuori casa perché aveva delle commissioni da sbrigare.Minho lì fu abbastanza comprensivo dato che, essendo che la ragazza era mancata per diversi anni, sicuramente aveva delle faccende in sospeso da sistemare, infatti né la chiamò, né le mandò qualche messaggio.
Al contrario di quel che si poteva aspettare Minho era decisamente più sereno rispetto agli ultimi giorni; Chan lo aveva rintegrato nel caso e adesso poteva sapere in tempo reale gli sviluppi del caso di Jisung.
Il suo fidanzato gli mancava come l'aria, non riusciva a respirare sapendo che Jisung era sperduto chissà dove insieme a quel branco di maniaci, l'unica cosa che riusciva a farlo stare tranquillo era che han era un ragazzo molto forte, non si sarebbe lasciato mettere i piedi in testa da nessuno, e sarebbe tornato da lui.
La mattina solitamente Minho passava il tempo in centrale, mentre il pomeriggio vagava come un barbone in giro per la città nella speranza di potersi distrarre e guardare l'ambiente attorno a sé.
«Che schifo, hai pestato della merda di cane! » urlò una voce accanto a lui.
Si fermò immediatamente e sbuffò.
Perché diavolo ogni volta devo prendere questa stupida strada?
Pensò, amareggiato del fatto che il ragazzino dell'ultima volta, era ancora lì, dietro quelle sbarre di metallo.
«Porta fortuna ragazzino, fatti i fatti tuoi.» disse Minho avvicinandosi a dell'erbetta lì vicino per rimuovere i residui di sterco dalle sue scarpe. «Come mai sei ancora lì? Nessuno ti ha adottato?» chiese ancora.
Non gliene fregava nulla di quel moccioso, voleva solo provare ad avere una conversazione normale con qualcuno che non fosse sé stesso, stava iniziando a diventare stancante parlare da solo.
«Pensi veramente che qualcuno possa adottare un rifiuto umano come me?» disse il bambino, Minho corrugò la fronte.
«Rifiuto umano? Okay che sei antipatico ma non penso che bisogna esagerare così tanto, chi ti ha detto una cosa del genere?» disse Minho avvicinandosi al cancello.
«Le suore che vivono qui con noi c'è lo ripetono ogni giorno, dicono che, i bambini che vengono adottati sono angeli di dio, mentre noi siamo stati puniti dal diavolo perché non ci vuole nessuno.» disse ancora una volta il giovane, abbassando la testa sulle piastrelle.
Minho rimase a dir poco scioccato.
Davvero gli orfani venivano trattati in quel modo?!«Ragazzino, come ti chiami?»
«Park Seojun.» rispose il bambino.
«Quanti anni hai?» chiese ancora Minho.
«Tra poco dovrei farne 7, ma non interessa a nessuno.»
«Bene, sei abbastanza grande per sapere che le suore non né capiscono un cazzo, credimi, al posto del cervello hanno due neuroni in croce, uno corre e l'altro insegue quello che corre.» disse il poliziotto, il bambino rise.
«Non sei un rifiuto umano nessun bambino lo è, non ascoltare quello che dicono.»
«Hai detto di essere uno sbirro?» chiese Seojun.
«Si, lo sono.»
«Posso chiederti un favore?» chiese ancora il bambino.
«Dipende, di che favore si tratta?»
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༄𝐏𝐫𝐨𝐟𝐢𝐥𝐞𝐫 𝟐 ~𝐌𝐢𝐧𝐬𝐮𝐧𝐠
Fanfic⋇⋆✦⋆⋇ ⋇⋆✦⋆⋇ ⋇⋆✦⋆⋇ ⋇⋆✦⋆⋇ 『 Sequel di "Profiler"』 □ Attenzione: boy×boy smut angst contenuto per adulti [❀]: «Se siete sensibili, vi prego di non leggere e di tenere i vostri commenti del cazzo via dalla mia vista, grazie e buona lettura :) » ~@_Minh...