𖦹 31 𖦹

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<< piadina pov >>

fortunatamente furono "pochi" i minuti trascorsi nel tragitto verso casa

non ne so il motivo,
ma all'andata i minuti sembravano di più.

parcheggiai la macchina nel modo più decente possibile nel parcheggio davanti casa per poi uscire

durante il viaggio provai a non pensare ciò da dire o da non dire a paga,
ma ovviamente fu impossibile.

mi sentirei in colpa se dovessi fare quel che sarebbe stato giusto da fare ...

nel senso;

da come avrete capito, mio fratello prima si era sfogato con me raccontandomi una miriade dì cose
ma fra tutte, solo una era più importante fra le altre

e ciò non era proprio un racconto,
ma una richiesta.

la richiesta in questione posta da mio fratello era di "trasferirmi momentaneamente" da lui finché le questioni "genitori" e "nessuna voglia dì vivere" non si sarebbero messe a posto

se vogliamo metterla da un'altro punto di vista;
dovrei lasciare paga per andare a fare da supporto morale prima a mio fratello e poi a mia madre dato dal fatto che li avevo lasciati completamente soli venendo a vivere qui.

infatti, oltre a paga, mi trasferì anche per lasciare alle spalle quella famiglia.

sospirai nervosamente mentre iniziai a salire le scale

io ho sempre e solo tentato di fare azioni buone per compiere cose altrettanto giuste

e nonostante tutti i miei impegni non ci sono mai riuscito completamente.

perché mi ritrovo sempre a scegliere una persona in specifico da aiutare così da far soffrire l'altra a sua volta?

tutto ciò sembrava un fottuto domino.

senza ombra di dubbio io andrei da mio fratello per aiutarlo ma dall'altra parte sento il necessario bisogno di "aiutare" paga

già per queste due settimane stava giù di morale perché (tralasciando i suoi genitori) era solo in vacanza

figurati per più mesi

so perfettamente che paga è un ragazzo ormai maggiorenne da due anni con grosse capacità mentali e fisiche per rimanere da solo per qualche mese

tra l'altro "capacità" sempre avuta, purtoppo

ma ciò non giustifica il fatto di doverlo far sentir fisicamente e mentalmente solo andandomene da lì

non avrei nemmeno la possibilità di incontrarlo più volte alla settimana per colpa della distanza
dato che sia io che mio fratello saremmo dovuti andare ancor più lontano per raggiungere casa di mia madre

la distanza infatti sarebbe stato un grosso problema anche per l'università che si trova letteralmente ad un paese affianco a questo

quasi non rendendomene conto
passo per passo mi ritrovai davanti alla porta di casa

quando me ne resi conto restai fermo a guardare il pavimento continuando a vagare nei miei stessi dubbi e i troppi pensieri non reali consigliati dalle mille paranoie

non mi era mai successo di prendere una decisione su due problemi totalmente diversi

si, so che è un po' una "cazzata"

ma far star male una persona da parte mia fa male

e a me purtroppo fa più male di quel che dovrebbe.

se volessi essere leale dovrei aiutare la mia famiglia

ma paga?

sentì un rumore improvviso provenire avanti a me

alzai lo sguardo

e come si può ben dire i questi casi:

"quando parli del diavolo spuntano le corna"

davanti a me trovai paga con un mazzo di chiavi in mano che apriva la porta di casa

evidentemente non immaginando di ritrovarmi dall'altra parte della porta fece un piccolo sobbalzo in dietro per lo spavento iniziale prima di vedere i suoi occhi riempirsi di gioia vedendomi davanti a lui, così, "urlando" il mio nome, si buttò verso la mia direzione abbracciandomi.

qualcosa mi diceva che la situazione sarebbe stata più complicata del dovuto.

pagà alzò lo sguardo per guardarmi negli occhi

paga: *so che te l'ho già chiesto, ma la tua risposta non era stata chiara.. dov'eri?*

piadina: *prima entriamo in casa*

provai a dirgli pregando di perdere un po' di tempo

piadina: *anzi, perché tu stavi uscendo di casa?*

gli dissi la prima cazzata vagante nella mia mente per provar di cambiare il discorso

paga: *volevo semplicemente andare a fare un giro, pensavo tanto ormai tu non ritornassi più.
ora, rispondi alla mia domanda?*

chiese con un piccolo sorriso stampato ancora sul suo viso a causa del mio ritorno

piadina: *nulla dì che, sono solo andato a trovare mio fratello.*

paga: *visto, non era così tanto difficile rispondere*

"incredulo"
pensai

ma infondo lui non poteva saperne niente

da lí fortunatamente io e paga trascorremmo il pomeriggio e la serata apparentemente bene, insomma, come ogni altro giorno

anzi, scoprí addirittura cosa c'era dentro l'enorme quaderno di paga,

durante la cena la domanda balzò fuori dalla mia testa spontaneamente

all'inizio lui sembra titubante a dir ciò che nascondeva quelle pagine e pagine scritte

ma dopo poco tempo mi rivelò che quello era un semplice diario di sfogo che portava avanti da anni, aggiunse anche che un giorno me lo avrebbe fatto leggere, forse anche la sera stessa, ma ne dubitavo.

insomma, sembrava andar tutto bene se non fosse per il fatto che sentivo la necessità di dire quello che dovevo dire.

prima glielo dicevo e prima riuscivo a capire ciò che era più giusto da fare

però per ora volevo godermi questo momento di serenità

la classica serenità prima della tempesta.

 𖦹 salvami 𖦹Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora