CAPITOLO 5

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"Perché fiorire si può e si deve."

POV KRISTEN

Uscii di casa di prima mattina, sebbene fosse sabato e avessi molto, ma molto sonno. Marcel ed io saremmo andati a fare shopping, e non vedevo l'ora. Aveva davvero bisogno di un cambio di look, e aiutarlo a cambiare sarebbe stato sicuramente molto divertente. Ero un'amante dei negozi, di tutto ciò che luccicava. Consideravo lo shopping come una caccia al tesoro. Il divertimento stava proprio nella ricerca degli indumenti, più che nell'indossarli.

Non ci misi molto ad arrivare a casa di Marcel. In effetti, la perifieria londinese era comoda proprio per i suoi quartieri, tutti identici e a poca distanza uno dall'altro. Abitava ad appena un'isolato da casa mia, il che mi permetteva di andare a casa sua a piedi. Pensai tra me e me che anche andare in bici non sarebbe stata una pessima idea, ma temevo di arrivare troppo in anticipo.

Era una calda giornata di metà giugno, il mio mese preferito. Amavo il caldo, accompaganto dal quel venticello fresco. Giugno era il mese perfetto per poter godersi le giornate, senza ancora morire di caldo. Arrivai in breve tempo a destinazione e suonai al citofono. Venne ad aprirmi una ragazza, bionda, alta e molto bella. Avrà avuto appena un paio di anni in più di me, ma mi sentii comunque intimidita. Ella indossava un pigiama, probabilmente, anzi sicuramente l'avevo svegliata. Abbassai lo sguardo imbarazzata. Ma perché diavolo avevo voluto andare da Marcel così presto ? La bionda sembrò attendere una mia reazione, ma ero bloccata con i piedi per terra.

Chi poteva essere ? Marcel non aveva mai accennato a una ragazza durante i nostri discorsi a scuola. La possibilità che potesse essere la sua ragazza mi pizzicò lo stomaco. Era una sensazione fastidiosa, quasi di gelosia. Di sicuro non era una possibiltà da escludere, non ero cieca : Marcel era davvero un bel ragazzo. Malgrado il suo look decisamente stravagante, io sapevo osservare, e mi era stato semplice comprendere il suo fascino.

«Posso aiutarti ?», mi chiese gentilmente sbadigliando, visto che non dovevo sembrare vogliosa di iniziare per prima il discorso. Sentii le guancie arrossirsi di poco.

«Sto-sto cercando Marcel. Sono una sua amica, Kristen.», dissi timidamente.

Sgranò gli occhi sorpresa e mi guardò come se fossi un alieno. Cosa ci trovava di stano scusa ? Qualunque cosa avesse a che fare con Marcel e la sua vita sembrava una follia, amici, famiglia, studio. Mi sentii una follia pure io.

«Oh, be in questo caso Marcel è in camera sua, al secondo piano, cara. È davvero un piacere conoscerti, comunque io sono Gemma, sua sorella.», sorrise.

Oh, allora è solo sua sorella, pensai con sollievo. Effettivamente i tratti della ragazza erano molto simili a quelli del mio amico, anzi, erano identici. Mi stupii di come la gelosia mi avesse offuscato la vista.

«Oh, è un piacere anche per me.», mi presentai a mia volta contraccambiando il sorriso, dopo di che entrai in casa. Gemma mi salutò con un gesto della mano, e corse in camera sua.

Casa Styles era simile alla mia, piccola ma accogliente. Non mi soffermai più di tanto nel studiare l'ambiente intorno a me, troppo vogliosa di vedere Marcel. Salii le scale in punta dei piedi, per paura di svegliare qualcun altro, e percorsi il corridoio fino ad arrivare ad una porta bianca. Bussai, ma non ricevetti nessuna risposta. Mi accorsi che la porta non era chiusa a chiave.

L'aprii, e mi ritrovai davanti una scena davvero adorabile : Marcel che stava dormendo. I suoi capelli castani, privati di tutto quel gel, erano diventati dei bellissimi ricci. Sembrava un angioletto. Sorrisi intenerita. Doveva essere sereno nel sonno, perché aveva le labbra incurvate in un piccolo sorriso. Avrei potuto restare ad osservarlo per tutto il giorno, dico davvero. Ma avevamo una missione da compiere.

«Hey Marcel, svegliati.», sussurrai dolcemente. Non sapevo se magari toccargli il viso, o scuotere un po' le coperte per svegliarlo, ma alla fine optai per semplicemente sedermi accanto a lui. Lui si mosse pigramente, dopo di che aprì gli occhi. Si girò verso di me e quando si accorse della mia presenza, sussultò.

«Kris ? Che ci fai qua ?», disse con voce roca. Era sexy, quella voce, da morire. Ok, no : dovevo smetterla. Mi sentivo ridicola.

«Dobbiamo andare a fare shopping, ricordi ?», alzai il sopracciglio, e assunsi uno sguardo interrogatorio. Da come mi stava osservando, era palese che si fosse dimenticato del nostro impegno. Maschi, pensai. 

«Um...alle sette del mattino ?», sbuffò lui stropicciandosi gli occhi. Annuii con un sorriso, dopo di che mi alzai.

«Mi ringrazierai. Ora però muoviti.», replicai con tono solenne. 

Il riccio sbadiglio e incrocio il mio sguardo. Si levò le coperte di dosso, rimanendoa torso nudo e boxer e per poco non cominciai a sbavare. Lì, davanti ai suoi occhi.

Marcel non era affatto come me l'ero aspettato, fisicamente. Il petto era muscoloso e ricoperto di ogni genere di tatuaggi. Tra i quelli più evidenti c'erano una gigantesca farfalla notturna sul ventre, curata nei minimi dettagli e davvero molto grande, due grandi foglie sotto alla pancia e due rondini simmetriche in stile old school. Il sole si rifletteva sulla sua pelle chiara, facendomi notare un piccolo neo all'altezza dell'ombelico. Non riuscivo a credere ai miei occhi ! Ma con chi stavo avendo a che fare ? Io avevo capito che Marcel Styles fosse un secchione come altri. Le camicie, i pantaloni larghi e i mocassini lo facevano sembrare molto più magro di quello che era davvero. Ma invece, in quel momento, stavo scoprendo un uomo dal corpo simile a quello di un dio greco. I tatuaggi, i muscoli evidenti : non sapevo nemmeno più cosa pensare. Se dietro a quell'aria da sfigato c'era tutto questo, non ero più sicura che il mio amico avesse bisogno di me.

«Tutto bene ?», chiese lui aggrottando le sopracciglia. Era adorabile, non si rendeva nemmeno conto di quanto fosse meraviglioso (fisicamente parlando, ovviamente).

«Em...? No, cioè si, si sto bene.», chiusi la bocca e cercai di riprendermi dallo shock. Dovevo smetterla di avere tutti quei pensieri malsani su Marcel. Non mi era mai capitato prima. Anzi a dire il vero non mi era mai capitato di fare così tanto caso al corpo maschile. Nel mio vecchio liceo, i maschi erano l'ultimo dei miei problemi. Non ci avevo mai pensato. Eravamo le mie amiche ed io, e niente di più. Non mi serviva pensare ad altro.

«Tieni.», gli lanciai un sacchettino. Lui l'aprì curioso.

«Lenti a contatto ?», chiese. Ridacchiai.

***

«Provati questi.», ordinai.

«Penso di saper scegliermi da solo almeno i boxer, Kristen.», ridacchiò lui prendendo quelli che avevo in mano. Erano passate più di quattro ore, eppure eravamo ancora bloccati nel centro commerciale. C'erano così tante cose da fare, e talmente tante da comprare. Ed eravamo in ritardo con la tabella di marcia. Mi stupii nell'accorgermi che come me, Marcel non sembrava affatto stanco. Quale uomo resiste a quattro ore in un centro commerciale ?

"Se ti becco a ricomprare quei mutandoni da nonno, ti giuro che finisce male.", lo guardai minacciosamente e lui alzò le mani in aria in segno di arresa. Una volta avevo visto i miei vecchi compagni in mutande, ed erano tutti in boxer. Sinceramente, per quanto ridicolo fosse ammetterlo, non sapevo dell'esistenza di quei mutandoni prima di conoscere Marcel Styles.

«Va bene, va bene vado, non serve fare quella faccia. Mi spaventi.», entrò poi in un camerino, seguito da una mia risata. Marcel non sarebbe stato l'unico a cambiare, ormai ne ero più che certa. Pregai con tutta me stessa che a cambiare non sarebbero stati i miei sentimenti nei suoi confronti, perché altrimenti mi sarei cacciata in un guaio bello e grosso.

***

SPAZIO AUTRICE

Grazie mille per i voti, vi amo❤️
Mi piacerebbe ricevere qualche commento da parte vostra, anche istruttivo se volete :)

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