32 - Gemma Styles

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POV KRISTEN

Fui svegliata da un trambusto di voci.

« Com'è successo ? », sentii la dolce voce di Sophia alle mie spalle.

« Non ne ho la più pallida idea, sono entrata in camera e l'ho trovata priva di sensi. », l'altra voce era senza ombra di dubbio quella di Perrie. Era più profonda delle altre due.

« Ragazze tornate a casa, mi occupo io di lei. », quella era Gemma. Non volevo dare spiegazioni a Perrie e Sophia, più che altro perché le conoscevo da troppo poco, perciò finsi di essere ancora priva di sensi. Erano state gentilissime con me, ma non avevo la forza per raccontare pure a loro cosa fosse successo. Era già umiliante per me essere l'unica a saperlo, non volevo impietosire gli altri. Mi facevo pena già da sola.

« Va bene. Ci sentiamo più tardi Gem, dacci notizia di Kris, mi raccomando. », sentii uno schiocco di baci, e poi la porta aprirsi e richiudersi subito dopo, segno che avevano lasciato la stanza.

Sospirai. Al momento l'unica persona che avrei potuto vedere era Gemma. A qualcuno dovevo parlare, o sarei impazzita. Avevo bisogno di conforto, e non sapevo se Stephan sarebbe stato la persona migliore a cui affidarmi in quel momento. Non volevo sentirmi giudicata, ma capita. Gemma era l'unica che poteva capire il mio dolore. Decisi perciò di aprire gli occhi, che richiusi subito dopo per colpa della luce del sole. Sbattei le palpebre un paio di volte per abituarmici, dopo di che mi guardai intorno. Avevo perso i sensi, questo era ovvio. Ma perché ero ancora in casa Styles ? E cosa mi aveva fatto svenire ? Fu in quel momento che ricordai. Tutto quello che era successo poche ore prima saettò nella mia mente. Mi vennero i brividi al ricordo. Mi tornò un magone che per poco non mi fece scoppiare di nuovo in lacrime.

« So che è stato lui. », la voce tremante di Gemma mi fece voltare verso di lei. Aveva le mani incrociate e lo sguardo di qualcuno che aveva appena visto un morto.

« Mi dispiace così tanto. », continuò lei, scoppiando in lacrime. Essendo più grande di me cercò di nascondere il viso con le mani, ma potei comunque intravedere la sua disperazione.

Rimasi zitta. Vedere Gem, una delle persone più forti che avevo conosciuto, in quelle condizioni mi lasciò senza parole. Era come pensavo, anche lei condivideva il mio stesso dolore. Amavamo Harry con tutte noi stesse, di un amore incondizionato, e seppure se di diversa natura, ci sentivamo allo stesso modo. Mi alzai dal letto con fatica e mi avvicinai a lei. L'abbracciai, l'abbracciai come se fosse stata la mia migliore amica, la strinsi forte a me per cercare di calmarla. Sentivo di essere unita a lei, come fossimo sorelle. La conoscevo ben poco, ma non era difficile capire che eravamo due tipi di persone simili. Dopo qualche minuto, quando non sentii più i suoi singhiozzi, sciolsi l'abbraccio e la guardai.

« Da quando avete litigato Harry non è più lo stesso. Non volevo parlartene, ma non riesco più a tenermi tutto dentro. Mi tratta male, mi insulta e mi urla sempre contro, anche se sono più grande di lui e sono sua sorella. Io non so cosa gli stia capitando, ma ho paura che possa peggiorare. Ho paura che mi possa lasciare sola come ha fatto mio padre. », quando parlò di suo padre si morse un labbro per evitare di rimettersi a piangere. Come poteva Harry fare questo a sua sorella ? Vedere la bionda in quelle condizioni mi fece sentire tremendamente in colpa.

« So che non è colpa tua. », disse poi come se mi avesse letta nel pensiero.

« Non sei stata tu a cambiarlo in quel che è, è stata una sua scelta. Tu sei solo uno dei mille motivi di questa scelta. Niente di più. E non voglio che tu possa pensare di essere la responsabile di tutto questo disastro. », quanto avrei voluto crederle, ma dopo quello che Harry mi aveva rivelato, non poteva che sbagliarsi.

Non dimenticherò mai quello che mi hai fatto, aveva detto. Si riferiva al disastro che avevo fatto io. Io lo avevo tradito per prima. Io non avevo mai avuto abbastanza fiducia in lui. Io l'avevo illuso. Io lo avevo cambiato. Era tutta colpa mia. E nessuno, tantomeno Gemma, mi avrebbe fatto cambiare idea. I sensi di colpa mi stavano torturando.

« Harry non ti lascerebbe mai, Gemma, mai. », sussurrai, sul punto di piangere.

« Non ne sono più così sicura. », abbassò lo sguardo. Rimanemmo qualche secondo in silenzio. Non fu un silenzio imbarazzante come mi ero aspettata, ma piuttosto pensante, colmo di tristezza e dolore.

« Oh insomma Kristen ! Come fai ? Come fai a essere così forte ? Come fai ad andare avanti quando l'uomo che ami ti ha spezzato il cuore ? », sbottò.

« Io ti ho osservata ieri sera. Vedevo che ti sentivi a disagio, ma non era difficile capire che lo stessi sfidando, mettendo alla prova. Tu non vuoi arrenderti, non vuoi permetterti di credere fino in fondo che Harry sia diventato una persona raccapricciante. »

« A volte è più facile far finta che non ti importi Gem, anche se invece ti sta distruggendo. »

***

Dopo aver lasciato Gemma sfogarsi ancora un po', decisi di rimanere a casa sua per pranzo. Era un sabato mattina schifoso, pioveva e il vento faceva battere i rami degli alberi contro le finestre della casa. Il tempo non mi stava per niente aiutando. Stavamo guardando i Simpson, quando tutt'a un tratto il cellulare della bionda squillò. Lo prese e lesse il messaggio.

« Sai una cosa ? Dovremmo far vedere a quello stronzo di mio fratello che sappiamo cavarcela anche senza di lui. Un mio amico organizza una festa a casa sua, ci sarà un bel po' di gente. Dovremmo davvero andarci. », mi spiegò spegnendo poi la TV.

Festa ? Non se ne parlava. Ero disposta a tutto, purché non fosse stata una festa. Sapevo come sarebbe finita, e l'ultima cosa che mi avrebbe aiutata era andare ad una stupida festa, ubriacarmi per poi mettermi a fare cose che da sobria non farei mai. Era fuori discussione. Sopratutto perché avevo già sperimentato la soluzione "festa per consolarmi", e non era finita bene. Deglutii al ricordo.

« Gem, io non... », cominciai. Non volevo offenderla, né lasciarla da sola, ma non sapevo se sarei stata in grado di trovare le forze per uscire di casa. Mi sentivo uno straccio, mentalmente e fisicamente.

« Andiamo, Kris ! Mostra le palle almeno una volta nella tua vita ! », la guardai storto.

« Ovviamente non in senso letterale. Tu sei una ragazza, non hai il pene o le palle, ma hai la vagina perciò... Aspetta. Ma perché ti sto spiegando questa cosa ? Argh, mi hai fatto perdere il filo del discorso. Ah sì, la festa. Tu ci vieni mia cara. Fine della discussione. », vederla blaterare cose senza senso mi fece ridacchiare.

« Non c'è tempo da perdere ! Vieni, ti presto un mio vestito. », mi prese per il polso ancora prima che potessi controbattere, e mi portò al piano di sopra. Alla faccia della resistenza. Mi picchiai mentalmente. Mentre mi stava prendendo un paio di vestiti da scegliere, mi sedetti. Dovevo smetterla di nascondermi in casa di Gemma, ne ero perfettamente cosciente. Ma era davvero una buona idea fare serata ?

« Questi due potrebbero fare al caso tuo. », la mia amica mi mostrò due vestiti. Il primo era nero, stretto, corto e ricoperto di paillette. Feci una smorfia. Troppo vistoso. Il secondo invece non mi dispiacque così tanto. Era un tubino blu elettrico, un po' scollato sul seno, ma comunque più lungo del primo vestito, più semplice e meno appariscente.

« Questo può andare. », dissi afferrandolo. Lei saltellò felice.

« Vedrai, stasera ci divertiremo come delle matte ! »

Ci avrei messo la mano sul fuoco.

***

                NOTA AUTRICE

Capitolo penoso e di passaggio, vi chiedo infinitamente scusa. Spero via sia piaciuto abbastanza da meritarsi una stellina e un commento da parte vostra !

  AVVISI SUPER IMPORTANTI

Domanda del giorno : AVETE VISTO IL VIDEO DI DRAG ME DOWN ?! 

Io l'ho visto, sono morta, sono resuscitata per poterlo rivedere una seconda volta, sono di nuovo morta, sono risuscitata ancora, e... Penso abbiate capito !

Love you 

Fake || Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora