Capitolo 13

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Luca's pov

Sono appena arrivato all'ospedale dove è ricoverata Celeste. Mia madre è venuta con me, sa che in questo momento ho bisogno di un supporto che nessuno mi può dare meglio di lei.

Arrivo alla reception e chiedo di Celeste. Mi dicono che è al 2° piano stanza numero 57.

Busso e sento un:

«Avanti» detto da una voce spezzata dal pianto

Appena entro la vedo collegata a tutti quei macchinari, con un braccio e una gamba ingessati e in men che non si dica il mio cuore si spezza ancora di più di quanto già lo fosse.

Mi avvicino a lei lentamente ignorando la ragazza che è seduta accanto a lei.

«Celè» gli dico accarezzandole il viso

«Celè svegliati, ti prego, nun fà accussì. P favor Celè» mi scendono alcune lacrime mentre mi inginocchio accanto al suo letto tenendogli la mano e stringendola a me forte come se potessi farla svegliare in questo modo.

«Luca, giusto?» dice la ragazza, che ora che la guardo bene, mi accorgo che ha dei punti sulla fronte.

Io annuisco e con una mano mi asciugo le lacrime mentre l'altra la tengo ancora stretta a quella di Celeste.

«Sono Alice, un'amica di Celeste. Mi dispiace» dice per poi scoppiare a piangere.

«È tutta colpa mia» continua.

Io la guardo in cerca di spiegazioni che subito mi dà.

«Stavamo attraversando e una macchina stava per mettermi sotto, lei mi è corsa contro per spostarmi ma ci ha rimesso lei» abbassa la testa dispiaciuta mentre le lacrime scendono silenziose sul suo viso.

«Sono sicuro questo non fosse il tuo obbiettivo» dico freddamente senza farlo apposta. È da ieri che sto così, appena mi è arrivata quella chiamata il mondo mi è crollato addosso. Sonno freddo, distaccato dalla realtà, distaccato dal mondo. Non sento più niente, sono impassibile.

Celeste in poco tempo ha preso il mio cuore e l'ha fatto suo. Non so come sia successo, so solo che lei ce la deve fare perché io senza lei non sono niente. Non posso farcela senza lei al mio fianco...

Appena l'ho vista quel giorno, sotto la pioggia, già sapevo che sarebbe diventata speciale. E non mi sbagliavo.

La ragazza, Alice se non sbaglio, và via dopo 5 minuti per lasciarmi solo con lei.

«Celè, per favore svegliati. In così poco sei diventata così importante, che se te ne andassi ora, senza che io ti abbia detto quelle due parole che tutti aspettiamo nella vita probabilmente non riuscirei a riprendermi per i prossimi 10 anni. Sei unica, e me l'hai confermato giorno dopo giorno. Non troverò mai nessuno nella vita che amerò più di te. Ne sono sicuro, anzi te lo giuro. Non mi innamorerò di nessuno tanto quanto mi sono innamorato di te. Non lasciarmi per favore, abbiamo una vita davanti, io ti amo. Ma questo te lo devo dire mentre ci guardiamo negli occhi, mentre ti porto al mare, mentre stai con me nel letto la mattina dopo il buongiorno, la sera prima di addormentarci... non mentre sei sdraiata su un lettino d'ospedale tra la vita e la morte. Amore mio, sei forte, non ti arrendere ne ora ne mai. Riprenditi che non c'è tempo da perdere nella vita. Mi devi sposare, non riuscirai a scappare da me così eh.» cerco di alleggerire la situazione, soprattutto per me stesso.

Continuo ad accarezzarle la mano mentre le parlo di varie cose.

Rimango lì fino alla fine dell'orario di visite. Quando l'infermiera mi informa che il tempo a disposizione è finito le lascio un bacio in fronte mentre le accarezzo le guance e poi vado via dandole la buonanotte lasciandole un ultimo bacio sulla mano che stavo stringendo.

Prendo un taxi e poco dopo mi trovo nella mia stanza d'hotel. Dopo essermi fatto portare la cena in camera vado da mia madre per passare un po' di tempo con lei, ma essendo molto stanca dopo poco mi dà la buonanotte.

Io al suo contrario non riesco a dormire, quindi mi metto sul tavolino in balcone mentre guardo Roma di notte. È bellissima, proprio come lei. Inizio a pensare a lei, a tutti i suoi pregi, ai suoi occhi, al suo carattere.

Inizio a canticchiare un motivetto così dopo quasi 15 minuti che non riesco a toglierlo dalla testa prendo un foglio e una penna e inizio a scrivere dando sfogo alla mia fantasia.

Riesco finalmente a terminare il mio lavoro verso le 4 del mattino e proprio in quel momento mi addormento sorridendo pensando che domani lo avrei fatto sentire a Celeste.

Continuo a volerti ancora || LDADove le storie prendono vita. Scoprilo ora