Capitolo 12

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Quel weekend pazzesco a Napoli è purtroppo terminato ed è iniziata un'altra settimana.

Come ogni lunedì il mio umore è a terra ma pensare al weekend trascorso a Napoli con Luca mi faceva rallegrare.

Mi alzo dal letto svogliatamente e inizio ad andare in bagno per lavarmi e prepararmi. Dopo 30 minuti sono pronta, vado in cucina e faccio colazione bevendo il mio caffè latte e mangiando un po' di brioche.

Appena finito vado in camera a prendere lo zaino e dopo essermi messa il cappotto corro in macchina.

Arrivo a scuola con qualche minuto d'anticipo, passo quel poco tempo a parlare con i miei compagni.

Appena suonò la campanella svogliatamente iniziamo ad avviarci tutti verso la nostra classe.

«Buongiorno» dico alla professoressa di italiano, lei ricambia e io vado al mio posto. Subito dopo prende posto Alice accanto a me, la mia compagna di banco e qualche secondo dopo arriva Valerio che si siede d'avanti a me.

«Buongiorno puzzole» si rivolge a me e Alice

«Buongiorno tartaruga» gli rispondo prendendo il mio quaderno degli appunti dallo zaino. Spero solo quest'ora passi velocemente, la letteratura mi annoia da morire.

Era finalmente arrivata l'ultima ora e fortunatamente c'è inglese, quindi passo l'ora tranquilla dato che amo questa lingua e mi piace studiarla e approfondirla.

«Cele, dopo vogliamo andare al bar con gli altri?» mi chiede la mia compagna di banco e io annuisco velocemente per poi riprendere ad ascoltare la lezione.

Dopo un quarto d'ora la prof ci dice di iniziare a mettere a posto dato che dopo qualche minuto sarebbe suonata la campanella. Così facciamo e appena finito ci avviamo tutti verso l'uscita.

Al suono della campanella io e Alice, con gli altri ci avviamo verso il bar che dista 20 metri dalla scuola. Mentre attraversiamo vedo che sta per arrivare una macchina che và ad una velocità super elevata, guardo verso dove e diretta e vedo che Alice è sulla traiettoria. Corro verso di lei per spostarla e ci riesco giusto in tempo. Non ho il tempo di guardarla nemmeno che sento un dolore fortissimo alle costole e alla testa e poi buio.

Luca's pov

Scendo dalla macchina e salgo tranquillo le scale di casa. Una volta entrato vado a salutare mamma daldole un bacio sulla guancia.

«Amore, che hai fatto oggi a scuola?» mi chiede mentre apparecchia

Vado in camera a sistemare il cappotto e lo zaino e subito dopo vado in cucina per aiutarla ad apparecchiare.

«Niente di nuovo, il solito.» dico mettendo i bicchieri a tavola

«Che c'è da mangiare?» mi siedo sfregando le mani impaziente dato che ho una fame da lupi.

«Pennette al sugo» mi fà l'occhiolino sapendo che è il mio piatto preferito.

«Luca, ma Cele? Come sta?» mi chiede mentre mi mette la pasta nel piatto

«Bene, l'ho sentita l'ultima volta qualche ora fa, era a scuola e stava facendo chimica» sorrido pensandola

Iniziamo a mangiare e dopo qualche minuto mi arriva una chiamata.

«Scusa mà, vado a rispondere» lei fà segno di non preoccuparmi e io corro a prendere il telefono in camera. Vedo che è una chiamata da Celeste.

Chiamata in corso con "Cele💙"

«Pronto? Amore?» dico sorridendo, ma il sorriso mi si spegne appena sento la risposta.

«Luca, non sono Celeste, sono la mamma- fa un singhiozzo- siamo in ospedale, l'hanno investita, è in condizioni gravi»

Mi cade il cellulare dalle mani creando un tonfo nel silenzio e sento le gambe molli.

Mia madre corre da me e mi scuote, non riesco a rispondere, il mio pensiero è uno solo.

"Devo vederla. Non posso stare senza lei."

Vedo mia madre con il mio telefono che continua la conversazione e poco dopo poggia il telefono sulla scrivania e mi abbraccia forte mentre io mi lascio cadere in un pianto liberatorio.

Continuo a volerti ancora || LDADove le storie prendono vita. Scoprilo ora