17. Minacce ed incontri speciali.

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| * FLASHBACK
Maggio 1906. Sicilia, Italia.
Quella mattina, la piccola Rose andò da sola da Mario. Era più grande di lei di 6 anni, ne aveva 13 al tempo. Lavorava con suo padre come ferramenta. Rose entrò al negozio.
«Buongiorno, Mario.»Disse esclamando la piccola sorridendo.
«Ciao piccola Rose, come stai?.» Disse lui.
«Bene! Devi aiutarmi a scrivere il mio nome nella collana di Antonio, non so farlo molto bene da sola.»
Rose non andava a scuola, avrebbe cominciato un mese dopo, aveva appena compiuto 6 anni.
Era una bambina dolce, sorridente. Non conosceva violenza, i suoi genitori le nascondevano ancora tutto, volevano tenerla al sicuro.
Rose a quella tenera età era già innamorata di Mario, che la vedeva ancora come una sorellina.
Tornando a casa, si mise a giocare con i legnetti del camino mentre sua madre cuciva un maglione di lana per il compleanno di suo fratello. Dopo aver completato, si alzò.
«Antonio, vieni qui. Rosalia ti ha fatto un regalo.» Disse sua madre.
«Buon compleanno mio caro fratellino.» La bambina gli porse una scatola.
Aprendola, Antonio trovò la collana in oro con un ciondolo, un crocifisso, dove dietro vi era inciso il nome di Rosalia.
»Rosalia, grazie. La terrò sempre con me.» Rispose Antonio abbracciandola.
Un anno dopo, Antonio regalò la stessa collana a Rose con il suo nome scolpito.

* FLASHBACK CHIUSO.
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| Casa Shelby. Ore 05:30.

Il telefono squillò improvvisamente, svegliando Thomas mentre Rose leggermente stordita lo seguì.
«Pronto?.» Disse lui.
«Sto arrivando.» Immediatamente Thomas prese i suoi vestiti mentre Rose con uno sguardo di trambusto aspettava che lui parlasse.
«Rose, qualcuno ha messo una bomba al Garrison stanotte ed è esploso tutto. Tornerò più tardi.»
Stava per uscire dalla porta, quando Rose all'ultimo istante parlò.
«Sono sicura di chi sia stato.» Disse.
«E chi, sentiamo.» Replicò lui.
«Non mi sottovalutare, ricordati sempre chi sono Thomas. Sono cresciuta uccidendo gente molto cattiva e soprattutto conosco ogni logica di qualsiasi tipo di affare possa fare una persona.
Sabini, Thomas. Sabini.» Rispose.
Thomas si bloccò un attimo, rimase stupito dalla sua tenacia, riusciva ad essere fredda ed autoritaria in qualsiasi situazione di pericolo e davanti a chiunque.
Si avvicinò a lei pensando al giorno precedente, a quella notte passata tra le sue braccia, le prese il viso baciandola con amore, guardandola.
«Rose come lo sai?.» Le chiese dolcemente.
«Mio padre mi ha raccontato tutto di Antonio, e so tutto Thomas, potrebbe volere qualcosa in cambio al posto di mio fratello per levarselo di mezzo, visto che non gli è servito a niente ed hanno fatto la stronzata di volerlo prendere, sanno che tu e mio padre state facendo affari, e sanno che mio padre farebbe di tutto per riavere Antonio.» Rispose.
«Rose, sei meravigliosa cazzo, ma dobbiamo fare un patto se vuoi che tutti i nostri affari vadano bene: io devo proteggerti e tutto quello che ti succede, tutto ciò che ti raccontano, devi dirmelo immediatamente.» Disse ritornando il Thomas Shelby autoritario di sempre.

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| Garrison Pub, Birmingham.
Thomas si incamminò verso il Garrison con l'aria di un leone che  cammina in mezzo ai cadaveri delle prede.
Arthur era appena tornato dal cantiere di Charlie Strong assieme a Johnny Dogs.
«Tommy, i nostri uomini che fanno il turno di notte al cantiere per sorvegliare Birmingham hanno visto Darby Sabini stanotte proprio dietro al Garrison, subito dopo è scoppiata la bomba.» Disse Arthur.
«Hanno lasciato questo.» Continuò John porgendogli una scatola.
Thomas la aprì senza tagliare via un solo secondo, dentro vi era una collana in oro con un crocifisso ed un biglietto.
La stessa collana di Rose. Pensò.
«
Sign.Shelby,
Questa collana è un dono per la vostra nuova fiamma di passaggio, nostra compaesana, la Sign.na Rosalia Leone, un dono così speciale che la farà commuovere se verrà a sapere che suo fratello Antonio Leone è vivo.
In cambio del ragazzo, chiediamo tutti i vostri locali di Birmingham Sign.Shelby.
Se rifiuta, lo uccideremo davanti agli occhi suoi e della sua cara.
- Darby e George Sabini.
»
Dietro quella collana Thomas notò che era stato inciso nell'oro il nome «Rosalia», la scrittura era di un bambino.
Rose aveva ragione. Pensò lui mentre leggeva ed ascoltava Arthur.
Thomas schiarì la voce.
«John, vai dai Sabini e manda una minaccia da parte nostra. Se trovi uno dei fratelli, uccidilo.» Ordinò subito dopo.
John senza nemmeno esitare, girò l'angolo.
Incamminandosi verso le strade di Small Heat scese le scale verso un piccolo bar. Una bandiera dell'Italia all'entrata faceva notare a John quanto fossero patriottici. Entrando, vide solo due uomini.
«Un whisky irlandese.» Esclamò con uno sguardo felino scendendo le scale, posizionando il suo solito stuzzicadenti al labbro destro, mentre si posizionava per ordinare al bancone.
Un'uomo giratosi dopo avergli dato le spalle lo guardò sfidandolo.
«Non diano da bere ad uno sporco zingaro.» Disse.
Prima di parlare cercò di mantenere i nervi saldi, ma non ci riuscì.
«CHI CAZZO È QUESTO COGLIONE?.» Chiese urlando al barman, prendendolo dal colletto violentemente, che tremando come una foglia rispose:
«C-charl-les D-darby S-Sabini....Sign.Shelby.»
John senza nemmeno girarsi afferrò il suo berretto dalle lame cucite all'interno, sobbalzando di tre metri colpendo l'uomo al viso senza nemmeno farlo ribellare e cadendo a terra.
«Vaffanculo.» Disse l'uomo urlando, che rialzandosi, prese John dal cappotto e lo gettò a terra.
L'uomo prese una piccola pistola che teneva nel sottotasca, tentando di sparare mentre John gli diede un calcio con la gamba destra alla pancia, rigirandosi sopra di lui.
Nel frattempo il barman impaurito cercò di scappare.
John lo fermò.
«PROVA A MUOVERTI ED UCCIDO PURE TE!.» Gli urlò, nel frattempo prese la pistola dell'uomo.
«Fottuto stronzo, cosa volevi fottere mio fratello Thomas? Cos'era quella fottutissima collana, una minaccia per Rose?.»
L'uomo cercava di colpire John in qualche modo, invano.
«Volevi i miei locali? Cosa cazzo volevi, prenderti l'impero degli Shelby?.» Continuò colpendolo una, due, tre volte al viso con le sue lame affilate.
John riprese la pistola dalla tasca.
«Per ordine dei fottuti Peaky Blinders. Così la prossima volta non provate più a toccare nemmeno con un dito le nostre cose.» Disse.
Un colpo di pistola si fiondò sulla testa dell'uomo che invano tentò di colpirlo con un pugno mancandolo.
«Adesso dammi quel fottuto whisky, questo locale è degli Shelby adesso, e vai a dire ai tuoi stronzi italiani che qui comandiamo noi, e che chi ci minaccia, farà la sua stessa fine.» Disse al barman, che impaurito scappò via.

Rose of fire. || Thomas Shelby,Rosalia Leone || Peaky Blinders Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora