26~ Three Days Later

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L'ansia.
Uno dei più grandi nemici delle persone.
Ti blocca.
Ti impedisce di concentrarti.
Sei così preoccupato che una cosa vada male, che tu stesso la fai andare male.
E quando il momento che aspetti é lontano é peggio.
Ti divora dall'interno.
Piangi la notte, vuoi solo urlare e saltare un periodo della tua vita. Che siano ore, giorni, mesi o addirittura anni.
Viene principalmente a scuola.

Un'interrogazione. Un compito in classe. Un esame. E anche se ti prepari al massimo, l'ansia ti impedisce di compiere bene il tuo lavoro.

Può venire anche a lavoro. A un colloquio. Quando il capo ti chiama. Quando qualcuno dice che un lavoro molto importante é fatto male.

Viene anche nella vita quotidiana. A un appuntamento. Alla proposta di matrimonio. Oppure semplicemente tuo figlio non ti ha avvisato se é arrivato a casa dopo scuola.

Ci sono dei momenti in cui l'ansia non deve assolutamente venire.
Durante l'esame.
Durante la conversazione seria col tuo capo.
Durante l'appuntamento.

E soprattutto non può venire mentre aspetti il treno che trasporta due dei tuoi migliori amici e la tua ragazza, guidato da un'associazione che rapisce i ragazzi per chiuderli in dei Labirinti mortali senza memoria e fa degli esperimenti trattando gli esseri umani come oggetti.

Già. Jason stava per piangere dall'ansia.

«Senti» Thomas alla guida dell'auto avvertiva la preoccupazione del coetaneo «Sta tranquillo. Andrà tutto bene»

«E se Cinque cadesse? E se si facesse male? E se venisse investito dalla macchina? E se non riuscisse a collegare il gancio?»

«Noi l'abbiamo già fatto. Io ero nel ruolo di Cinque e sono ancora vivo»

«Hai fallito»
«Immaginavo. Vorresti Cinque al mio posto, vero?»
«Si be', lui sa come tranquillizzarmi. E se non ci riesce con le parole mi chiama testa di caspio e mi abbraccia. E poi... Be' lui lo conosco»
«Sai il mio nome più o meno vero, la mia storia, mi vedi in faccia tutti i giorni e conosci meglio lui? Scusa ma mi sembra abbastanza strano»
«Prima di venire qui, lui non aveva mai la bandana in faccia. É vero non ci ha detto il suo vero nome e neanche Uno, ma ci ha salvati due volte. É diventato una sottospecie di... É nella famiglia»

«Tu sapevi il nome di Teresa» gli fece notare l'altro.
«Si, ecco, insomma, lei si é fidata di me. Me l'ha voluto dire. Gli altri non lo sapevano. É lei che avete perso in questo piano?»

Thomas scosse la testa, abbassandola. «Minho fu rapito e noi ideammo un piano simile per salvarlo. Salvammo solo Sonya e un altro ragazzo, Aris. Poi tanti altri ragazzi che ora sono al sicuro. Allora andammo a Denver, l'ultima città, e lo salvammo. A causa della malattia, perdemmo quest'altro ragazzo»

«So che non serve a niente, ma sai che sono sincero. Mi dispiace. Come si chiamava?»

Thomas aspettò un po' prima di rispondere «Newt. Si chiamava Newt»

«Ragazzi ORA!» Ordinò la voce del ragazzo in questione e Thomas schiacciò sull'acceleratore cominciando a correre come un pazzo.
«Cinque!» disse Jason ad alta voce nel walkie-talkie «Fa attenzione»
«Jason sono io quello che si dovrebbe preoccupare, ma va bene. Vedrò di non morire. Sai com'è: non é che ci tengo così tanto, io non sono Will»

Attaccò e il Semidio si rese conto che avevano appena raggiunto la testa del treno. «Spari tu o faccio io?» disse ad alta voce Thomas, per farsi sentire sul rumore del treno e della macchina.
Jason prese la pistola e Thomas si schiacciò contro il sedile per fargli prendere meglio la mira.

Il figlio di Giove sparò tre colpi poi si concentrò al massimo. Sentí del vapore acqueo sopra di loro e lo fece unire in una singola grande nuvola. Avvertí un aumento improvviso di elettroni e la voce di un uomo nella sua testa. "Mi dispiace" gli disse Giove in Latino. Jason non ci badò e fece scontrare tutte le particelle negative.

«Sei pronto?» gli chiese Vince. «Per niente» fu la risposta di Cinque. «Thomas ci riuscì» [NA: in realtà Dylan stava pure per morire ma shhh] gli ricordò Vince «Ci riuscirai anche tu».
«Guarda che si sente che non ne sei sicuro»

Raggiunsero la coda del treno e Cinque riuscí ad agganciare il gancio della macchina. Aiutò prima Vince a saltare, visto che l'ultima volta stava per perdere i piedi e zoppicava ancora.

Una berga sparò un piccolissimo missile sulla macchina.
Cinque saltò in tempo ma i pezzi dell'auto volarono da tutte le parti, graffiandogli braccia, gambe e viso. Un pezzo del cofano gli si conficcò nella gamba destra, quella già zoppa di suo.

Urlò aggrappandosi al treno per non cadere. «TOGLILO!» ordinò a Vince. «É pericoloso! Aspettiamo Will!»
«Sarò inutile con questo coso nella gamba, muoviti!»
Cercando di ignorare gli urli di dolore di Cinque, Vince estrasse il metallo dal suo corpo.

Salirono sul tetto del treno e cominciarono a correrci sopra per aspettare che Calipso e Rachel facessero il loro lavoro.

Una densa nube nera si formò sulla testa del treno. Una scarica altissima di elettricità si abbatté con forza sul posto di comando. Il treno rallentò di poco e delle piccolissime montagne, alte quanto il veicolo, comparvero sui binari. La terra tremò. Il capotreno era morto, il treno cominciò a rallentare fino a fermarsi.
Hazel aveva fatto il suo lavoro.

«Ci stanno seguendo. Ci stanno seguendo! CI STANNO SEGUENDO»
«LO SO CHE CI STANNO SEGUENDO! CI VEDO!» ribatté Thomas infilando la macchina in un vicolo cieco. La berga atterrò e loro scesero dal veicolo.

Cominciarono a sistemarsi i capelli che erano stati sbattuti da tutte le parti dal vento. Quando i soldati scesero, comparvero Frypan, Gally, Sonya e Harriet che gli puntarono addosso pistole e fucili. Calipso stese il tipo che guidava la berga e Rachel la fissò, stralunata. «Che c'è? Sono stata per secoli su Ogigia, mi sono allenata un po'» la risposta di Rachel fu darle il cinque.

Lei trascinò il corpo svenuto del comandante e lo lasciò sul terreno, alle cure dei compagni. Gally si mise al volante «Diamoci dentro» e sollevò la Berga.

«PERCY! PIPER! FRANK!» urlava Jason da fuori ai vagoni. Il problema era che i ragazzi avevano capito la situazione e avevano cominciato a urlare. Tutti i vagoni. «Dobbiamo prenderne uno a caso» lo avvisò Thomas quando vide delle truppe di Wicked uscire dal secondo vagone. Hazel, a malincuore, ammise che aveva ragione «Ormai siamo qui, non possiamo fermarci. Anche se non trovassimo Piper, Percy e Frank, almeno salveremmo altri cinquanta ragazzi».

Sconsolato, Jason annuí.

Will e Leo uscirono da dei nascondigli, il primo trascinando una bombola di gas e il secondo andando a fuoco. Cominciarono a separare un vagone a caso da tutti gli altri assicurandosi di rovinare il più possibile il resto dei vagoni, per rallentarli. Il sangue di Cinque che scorreva dalla gamba attraversò la grata che si trovava sul tetto, macchiando un sedile sotto lo sguardo disgustato di un ragazzo.

Il biondo zoppicò fino al vagone che stavano per liberare.

Brenda, Jorge, Vince e Thomas sparavano alle truppe. Newt stava poggiato sul tetto del treno, pallidissimo in viso e sparava qualche colpo ogni tanto, sbagliando mira.

La berga comparve sopra di loro e gli lanciò un gancio. «Salite!» gracchiò abbastanza forte Cinque. Continuando a sparare, salirono tutti sul vagone e Thomas e Vince lo collegarono al gancio. La berga li sollevò in aria.

Ci furono vari urli.

Urli di soddisfazione. Urli di gioia. Urli di paura dei ragazzi nel vagone.
E urli di preoccupazione.

Urlarono di preoccupazione quando Cinque svenne.

The Myth Of The MazeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora