Percy amava Will.
Lo amava ufficialmente.
Il figlio di Apollo aveva scoccato una freccia colpendo Jason appena sotto la clavicola, spingendolo all'indietro. Jason lo guardò con occhi di puro odio e si lanciò verso di lui.
Leo gli sbarrò la strada con del fuoco.«Sono arrivati i rinforzi» disse la Torcia Umana facendo sorridere la Lampada accanto a lui.
«E hanno anche qualcosa di molto utile» aggiunse il biondo quando Leo mostrò La Cura.«Quello é l'ago che mi ha dato Teresa?» sussurrò Newt ancora intontito dalla botta, Will annuí.
Il malato attraversò le fiamme dando un pugno nello stomaco a Leo, che lo fece piegare in due.
Si buttò su Will e gli spaccò l'arco. Cercò di dargli un pugno in faccia, ma all'altro biondo bastò piegarsi sulle gambe e fare lo sgambetto all'amico.Jason cadde a terra e Will gli mise un ginocchio sul petto per impedirgli di muoversi. Caddero tantissimi fulmini e ci furono vari tuoni che si mischiarono ad altri palazzi caduti.
Hazel stava distruggendo la città. Dovevano andarsene.
Un fulmine, tra i più deboli, colpì Will.
Il ragazzo cadde di lato; aveva degli spasmi dovuti all'elettricità ma se la sarebbe cavata.
Leo si rialzò e si buttò su Jason, seguito da Percy.
Thomas e Newt si ripresero, più o meno, e li aiutarono a immobilizzarlo. Aris strisciò verso Will per aiutarlo.I due ex Radurai lo tenevano per la braccia e il figlio di Poseidone lo teneva per le gambe.
«Will abbiamo bisogno di te» disse Leo accovacciandosi vicino all'amico.«Non riesco a stare fermo, non posso fare un iniezione. Al collo soprattutto...» disse tremando leggermente «Devi farlo tu. Chi meglio di un fabbro ha la mano ferma?»
«Un medico. E un arciere» gli rispose Leo.
Jason urlò ancora più forte.
Will gattonò accanto a lui e indicò a Leo il punto esatto dove infilare l'ago.
«Perché non lo fa Aris?» chiese il moro nel panico
«Non centrerei il punto: mi gira la testa per la botta. Fallo!» ordinò il più grande.Il biondo tenne ferma la testa dell'amico che cercava di allontanarsi il più possibile dall'ago, mentre il messicano glielo infilava nel collo, cercando di non far tremare le mani. Jason ululò di dolore quando la sostanza cominciò a entrargli nel corpo.
Quando la cura fu finita, le vene si ritirarono a vista d'occhio, gli occhi tornarono normali e smise di sputare quella roba nera.Li fissava tutti con gli occhi socchiusi. «Anche da Spaccato sono agofobico» sussurrò.
Scoppiarono a ridere, più per scaricare la tensione che per altro.
Se lo caricarono mettendogli ogni braccio dietro al collo di Newt e Thomas mentre Leo aiutava Will a camminare cercando di non prendere la scossa. Aris aveva un minimo di equilibrio e di forza per camminare da solo.
Il figlio di Efesto si sfilò l'auricolare che ormai dava solo fastidio: tanto le comunicazioni le dava Hazel a tutta la città.«Fermi!» esclamò una guardia. Annabeth frenò di colpo facendo quasi cadere Nico.
«Appena usciamo da qui, tu vai alla scuola guida» disse il figlio di Ade. Era più pallido del solito e si teneva al sedile come una cozza, tremando visibilmente.Entrambi uscirono dall'autobus, lei sorrideva, lui guardava gli ostacoli con uno sguardo assassino.
Contemporaneamente, spararono al cielo delle luci rosse.
«Finalmente» disse una voce nei loro auricolari.
Un gancio calò velocemente verso di loro.
Annabeth lo legò all'autobus mentre Nico sparava con una pistola normale per coprirla.
«Tenetevi forte» disse lei quando risalirono.
«Vai vai VAI!» esclamò Nico nell'auricolare.Luke li sollevò.
Portò l'autobus oltre le mura e cercò di farlo scendere il più velocemente possibile.
Il mezzo di trasporto si sfondò sul suolo.
«Troppa delicatezza, Castellan» disse ironico Gally.Stavano tutti bene fortunatamente. Fecero correre i ragazzi nel garage dove tutto era partito e aspettarono l'arrivo della Berga.
«Non posso atterrare, dovete salire su un palazzo» disse Hazel nel microfono facendosi sentire da tutta la città «Vado a recuperare gli altri, torno subito» e volò via.
«Caspio ragazzi, mi sento il cervello in pappa» mugugnò Jason.
«Tra un po' passa, vedrai» gli assicurò Newt cercando un palazzo ancora non crollato.Quando lo trovò, esultò. «Andiamo!» e glielo indicò. Percy prese Jason per le gambe e Leo se lo prese per le braccia. Cominciarono a correre mentre il ragazzo cercava di capire come fosse finito in quella situazione.
Fortunatamente per loro c'era l'ascensore.
«Che piano?» chiese una donna tutta tranquilla dentro la piccola scatola di metallo. Aveva i lunghi capelli mossi e rossi, gli occhi erano argentati con dei leggeri fili dorati all'interno, aveva una treccia al lato sinistro della testa e il resto dei capelli al lato destro. Indossava una divisa tipo quelle di Wicked.Sembrò non far caso a come fossero pieni di fuliggine e polvere. E neanche di come stavano trasportando Jason.
«Il tetto» disse Percy.
La donna schiacciò sul pulsante "600". «Non é fantastico?» chiese «La ricostruzione perfetta dell'Empire State Building»I tre Semidei ancora coscienti si guardarono. «L'Empire non ha tutti questi piani» fece notare Will.
«Andiamo, Solace. Lo sai bene che ce li ha» gli disse la donna.
«Sei un mostro?» chiese spontaneamente Leo. Lei sorrise cercando di mascherare uno sguardo schifato «No Leonidas, non sono un mostro».Newt, Aris e Thomas si guardarono confusi ed esausti.
«Tranquillo Sam, non vi farò del male» il biondo e il moro si girarono di scatto verso di lei. «Sam?» chiese Newt e lei annuí.
«Io sono Diana» si presentò la donna.Jason cadde a terra.
«Ahio» lo sentirono gemere da là sotto mentre Percy e Leo fissavano la dea.
«Diana... Salve... Allora? Come sta?» chiese imbarazzato Percy.
«Idioti lei é romana» borbottò Jason aggrappandosi a Thomas per alzarsi.Si inchinò leggermente rischiando di cadere di nuovo, «Alzati Jason Grace» disse Diana e Jason ubbidì. «Come posso aiutarla, mia signora?» sussurrò con il cervello ancora mezzo sfasciato.
«Riposa, fratello, non sforzarti» gli passò una mano sul viso facendolo crollare, addormentato.
Aris lo acchiappò in tempo fissando spaventato la dea.«Cosa gli ha fatto?» chiese sentendo il battito di Jason. «Sta bene, sta dormendo. Possiamo fidarci» lo tranquillizzò Will «Thomas, Aris, Newt, vi presento mia zia. La versione romana almeno...».
Diana non si preoccupò neanche di fare un cenno di saluto.Ma perché Giove aveva mandato lei a parlare con tutti quelli del genere inferiore?
«Dovete sbrigarvi. Avete Wicked alle calcagna. In questo momento stanno andando a New York a cercare le barriere del campo» li avvisò.
«Ma com'è possibile?» chiese Percy
«Annabeth. Allison non si é mai fidata di lei e le ha messo una cimice addosso. Ha sentito tutto»Leo iniziò a dare testate alle pareti dell'ascensore facendo alzare un sopracciglio alla dea della caccia. «Uomini» sospirò.
«Comunque, tra un po' arriveremo sull'Olimpo dove mio... Nostro padre» si corresse dando un'occhiata a Jason «Vi darà delle... Scelte per così dire»Tiiiiin
Appena uscita dall'ascensore, la sua divisa divenne una tuta mimetica argentata, un arco comparve sulle sue mani e una faretra a tracolla.
«Muovetevi» non cercò di mascherare il disgusto per il loro genere questa volta.«Venite ragazzi» sospirò Percy «State per conoscere quelli che hanno fatto più casini di Wicked»
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The Myth Of The Maze
ActionPrima ancora che il fulmine lo colpisse, Jason stava avendo una pessima giornata. Ops. Storia sbagliata. Cominciò la sua nuova vita tirandosi in piedi, circondato da un buio freddo e da un'aria viziata che sapeva di polvere. Ehm... quasi. Bé, entra...