«Ricordi qualcosa?» le chiese per la centesima volta Nico, «No» rispose Annabeth paziente «Niente di niente». In dieci minuti glielo aveva chiesto centomila volte. «Annie siamo partiti di pomeriggio, presto dovremo tornare» la avvisò Nico fermandosi a fissare il sole che lentamente stava scendendo.
«Abbiamo fatto moltissima strada» lo affiancò Annabeth «Ci conviene tornare adesso, prima che le porte si chiudano»
Nico annuí e cominciarono a correre.Iniziarono a sentire dei cigolii dietro di loro e si girarono per vedere: un Dolente li stava seguendo.
«CORRI!» ordinò Nico prima di fermarsi e girarsi. Sguainò la spada lasciando Annabeth a bocca spalancata. Anche lei si fermò a guardare Nico mentre combatteva.
Era veloce, faceva colpi decisi, si muoveva con agilità. Annabeth rimase a fissarlo fino alla fine di quello strano combattimento.
Nico uccise il Dolente.
Aveva il fiatone, ma sembrava quasi rilassato. Si girò verso Annabeth «Cosa non hai capito di "corri"?»
Il Dolente fu percorso da uno spasmo e lanciò Nico su un muro. Annabeth raccolse velocemente la sua spada e infilzò innumerevoli volte il mostro meccanico.
Era troppo pesante, si chiese come facesse una persona magra come Nico a sollevarla e a usarla con tutta quella facilità.Abbandonò il Dolente e corse da suo amico. Poggiò il dito tremante sul collo e chiuse gli occhi aspettando di sentire il battito del cuore.
Niente
Non sentiva niente
Provò a spostare il dito ma ancora niente
Allora provò col polso dove non c'era possibilità di sbagliare
E lo sentí
Batteva forte, ma non troppo
Tirò un sospiro di sollievo e si accasciò accanto a lui. Sbirciò dal suo orologio che mostrava l'ora della Radura e del Labirinto e vide che aveva ancora mezz'ora per raggiungere le porte.
Aspettò un paio di minuti per riprendersi dallo spavento.
Non si era mai resa conto di tenere così tanto a quel bimbetto dark. E si sentí in colpa in un modo assurdo quando realizzò che non l'aveva mai trattato come più di un amico, cosa che invece lui era.Lui era molto più di un amico.
I primi tre Radurai si consideravano fratelli, legati da qualcosa di molto più forte di una semplice amicizia.
Certo lei e Jason avevano qualcosa in più, ma comunque con Nico erano legatissimi.E lei non glielo aveva mai dimostrato
Prese la spada del ragazzo, la fece tornare a un anello e cominciò a trascinare il corpo di Nico.
«Per essere così magro, pesi. Forza Neeks, possiamo farcela»
Ma quando raggiunsero le porte, quelle erano già quasi chiuse del tutto.
Vide Jason guardarla con tristezza prima che scomparisse
Fu immersa nel silenzio. Era quasi tutto buio, l'unica luce era quella della luna o, come le aveva detto Nico, Carro di Artemide.
«Mmmh...» gemette Nico muovendo la testa. Annabeth si era seduta poggiando le spalle alla Porta. «Stai bene?» le chiese Nico gattonando verso di lei.
Annabeth lo guardò stranita «Mi hai appena chiesto se sto bene? Dopo che hai fatto un volo di dieci metri e hai battuto la testa sul muro con una forza che avrebbe dovuto sfondarti il cranio? Mi hai chiesto se sto bene dopo che sei svenuto per mezz'ora?»
Nico scrollò le spalle «Stai bene?» ripeté. Annabeth lo fissò allibita prima di rispondere un semplice e sincero «No. Non sto per niente bene. La speranza di uscire che avevo accumulato, é andata a farsi un bel viaggetto rilassante nel Tartaro. Ho sperato di uscire, per tutti questi anni... E ora esce fuori che non c'è speranza»
«No invece» la contraddí il ragazzo mettendosi di fronte a lei «Rachel é la nostra speranza»
«É in coma» gli fece notare
«Si sveglierà. E allora noi...» si interruppe a causa di un cigolio. Annabeth lo aiutò ad alzarsi e a camminare alla ricerca di un riparo.Dovevano resistere un ultimo quarto d'ora
Dato che é corto più tardi faccio uscire l'altro :D
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The Myth Of The Maze
AzionePrima ancora che il fulmine lo colpisse, Jason stava avendo una pessima giornata. Ops. Storia sbagliata. Cominciò la sua nuova vita tirandosi in piedi, circondato da un buio freddo e da un'aria viziata che sapeva di polvere. Ehm... quasi. Bé, entra...