Capitolo 4

144 11 11
                                    

Lasciamo andare i ragazzi via prima visto che sono stanchi dopo l'allenamento di questo pomeriggio. Dopo averli salutati finiamo i nostri ordini chiacchierando delle lezioni e di come Ginny avrà un altro anno da frequentare. Penso di aver evitato il discorso "Ron" esattamente quando lei, con un sorrisetto enigmatico, mi fa proprio la domanda che ho avevo letto nei suoi occhi prima.

-Quindi, cosa sta succedendo tra te e mio fratello?-

-Niente, cosa dovrebbe succede?- Cerco di restare calma ma mi risulta molto difficile, soprattutto se sotto sguardo accusatorio.

-Non prendermi per idiota, Herm, ho visto come vi guardate ora e poi quella pesce lesso di Ron era tutto "sei un angelo".- Lo imita malamente.

-Beh, gli stavo facendo un favore. Era solo grato.-

-Quando mai tu gli hai dato i compiti senza fargli una lavata di capo? Dimmi la verità, stai cercando di non pensare a Krum provandoci con Ron? Perché io voglio che tu stia meglio ma non se vuoi usare mio fratello. Lui ti guarda e inizia a sorridere, non voglio che stia male.- Lo dice con calma, ma riesco a leggere la tensione in ogni movimento del suo corpo. Immagino che fare un discorso di questo tipo richieda un bel po' di coraggio e ammetto che non so se io ne sarei in grado.

-Non lo so, Ginny.- Ammetto rassegnata. Forse meglio parlare con lei che con qualsiasi altra persona. Potrebbe capire entrambe le parti al meglio. -Però inizio a notare cose che prima non vedevo e prima sono entrata in spogliatoio cercando Harry ma ho trovato Ron praticamente nudo e ora non riesco a togliermelo dalla testa.-

-Troppi dettagli.- Dice lei con una smorfia, sorridendo subito dopo come se la sapesse lunga. Aggrotto la fronte in attesa di una spiegazione che per fortuna non tarda ad arrivare. -Però è chiaro che ti piaccia. Ron ti muore dietro da anni, provaci... basta che tu non lo prenda in giro. Dico davvero, è pur sempre mio fratello.- Scrolla le spalle e si alza. Faccio la stessa cosa, annuendo distrattamente. Mi piace Ron? Sì, direi di sì. Non c'è altra spiegazione. Come ho fatto a non rendermene conto prima? Forse aveva ragione a dire che ho avuto dei prosciutti a forma di Krum sugli occhi per molto tempo. Mi sento arrossire ma cerco di non pensarci, non sarebbe molto dignitoso.

-Cosa pensi che dovrei fare?- Chiedo a Ginny una volta che siamo in strada.

-Prova a chiedergli di uscire, o a passare del tempo solo con lui. Non so, non renderlo strano però. Non credo tu voglia rovinare l'amicizia che avete.-

-No, certo che no! Ma non so quanto potrò far finta di non aver visto certe cose...-

-Ti prego non parlarmi di quanto sia attraente mio fratello o potrei vomitare qui, sul posto.-

Rido ma annuisco. Ha ragione. Mi ha già dato un grande aiuto, non è il caso di chiederle ancora di più. Devo provare a parlare con qualcun altro della situazione però e non credo possa essere Harry. Non dovrebbe essere geloso, non ne ha motivo, ma potrebbe essere strano lo stesso.

-Scusa, manterrò i miei commenti al minimo, anche se è colpa tua. Me ne hai parlato tu.-

-Per porre fine alle vostre sofferenze, non per dare inizio alle mie!- Ginny ride, notando alcuni dei nostri compagni e allungando il passo per raggiungerli. La saluto velocemente e mi dirigo verso la torre Grifondoro.

Sento le mani pizzicare all'idea di vedere Ron e la cosa mi spaventa e sorprende insieme. Non so quale sia la giusta linea d'azione. La cosa mi spaventa, in fondo io sono quella che sa sempre cosa fare. Ma non quando si tratta di sentimenti, come si è potuto vedere. Non sono razionali, non si possono controllare o analizzare. Prendo una grande boccata d'aria e attraverso il ritratto, sia eccitata che spaventata all'idea di vederlo.

"Magari è più vicino di quanto pensi."

È quello che lui ha detto, possibile che si riferisse a se stesso? Che Ginny abbia così tanta ragione? Che io sia cieca e lui così spaventato all'idea di perdere la nostra amicizia da non dirmelo? Non finisco di formulare il pensiero che lo vedo mezzo steso sul divanetto davanti al caminetto. Una gamba a penzoloni mentre l'altra è appoggiata sul bracciolo. Credo si sia addormentato. Faccio un altro passo verso di lui e mi fermo a osservare la linea del suo corpo rilassato. Non ho mai fatto caso a quanto grandi siano le sue mani, a quanto siano toniche le sue braccia o a quanto sia alto e snello. I capelli rossi spettinati e le lentiggini fanno un bellissimo contrasto con i suoi occhi azzurri. Occhi?

-Qualcosa non va, Herm?- Mi chiede e sussulto colta sul fatto.

-No, tutto meravigliosamente perfetto.- Quasi come te, aggiunge una vocina che zittisco.

-Che ora è?- Chiede alzandosi seduto e stropicciandosi gli occhi. -Devo essermi addormentato qui.-

-Le otto, sei ancora in tempo per la cena.- Lo rassicuro, sperando non mi chieda perché lo stessi fissando.

-Ho qualcosa in faccia?- Chiede passandoci una mano sopra e io scuoto la testa. -Okay, allora perché mi guardi? Devi dirmi qualcosa?- Si alza per stiracchiarsi e ho quasi un mancamento quando la maglietta gli si alza sui fianchi.

-No, stavo solo pensando a una cosa che mi ha detto Ginny.- Dico velocemente, distogliendo lo sguardo. -Beh, vieni a cena?-

-Ma non sei appena tornata? Gli altri dove sono?- Chiede confuso, aggrottando la fronte poco convinto.

-Non so dove siano gli altri, ho lasciato Ginny con dei suoi amici. Siamo tornate in tempo per cena a posta per avere il tempo di mangiare.- Scrollo le spalle, cercando di essere il più naturale possibile. Forse posso fare quello che mi è stato consigliato. Cenare insieme a scuola non può essere impegnativo, lo facciamo sempre.

-Okay allora, andiamo.- Fa qualche passo verso l'uscita poi si ferma e si gira verso di me. -Quindi stiamo andando insieme, solo noi due?- Chiede quasi imbarazzato, guardando più la punta delle scarpe che me. E pensare che prima era così deciso e per nulla imbarazzato da se stesso.

-Sì, se vuoi cenare in mia compagnia.- Lo raggiungo.

Mi punta gli occhi addosso con una luce diversa dal solito, sembra quasi speranza. Ma c'è anche molta sorpresa. Forse è vero, forse davvero lui è interessato a me. Cosa potrebbe voler dire questo per la nostra amicizia? Immagino che potrebbe essere sia molto bello sia molto complicato se non la gestiamo bene.

-Andiamo.- Dice semplicemente, sorridendo più di quanto abbia fatto nelle ultime settimane. Mi aspetta in corridoio, per scendere le scale, e per un momento ho quasi l'impressione che mi voglia prendere per mano. Mi mordicchio il labbro inferiore ma non reagisco, non voglio fraintendere o incoraggiarlo troppo. Sono ancora confusa da quello che potrebbe significare tutto questo. Ron è mio amico. Potrebbe davvero essere il mio amante? Sembra che il mio stomaco e il mio cuore siano d'accordo, la mia mente cerca ancora di comprendere questa situazione.

Alla fine lo seguo in silenzio fino in Sala grande dove ci sediamo insieme in un punto non troppo affollato.

-È strano solo se lasci che lo sia.- Dico con un filo di voce quando noto Ron osservarmi di nascosto, poco convinto, e abbastanza spaventato.

-Oh, miseriaccia, ovvio che non è strano!- Risponde con decisamente troppa enfasi. -Insomma, siamo amici, no?-

-Sì, amici.- Annuisco leggermente delusa mentre prendo una fetta di pane. E se io non volessi essere più solo sua amica? Se volessi aprire gli occhi, come mi ha consigliato, e cercare qualcuno di adatto a me? Qualcuno migliore di Krum? Qualcuno che mi confonde i pensieri ogni volta che lo vedo? Mi rifiuto di credere che non senta anche lui questa tensione fra di noi.

***Spazio autrice***

Ed è così che Hermione venne friendzonata. Fine della storia. Okay, no, ovviamente sto scherzando. Però Ron era troppo macho negli ultimi capitoli, era necessario riequilibrare un po' le cose. Secondo voi quanto ci metterà Ron a capire di aver detto l'unica cosa che non doveva dire? Apriamo le scommesse. 

Spero il capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapere! Ci vediamo la prossima settimana <3

Problemi di Quidditch - RomioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora