Capitolo 8

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Non cenavamo tutti insieme senza drammi da così tanto tempo che mi sono sentita quasi a disagio del sentire Ron e Harry ridere insieme di nuovo. La nostra normalità erano i musi lunghi e le frecciatine, non so più come gestire questa nuova normalità. Quello che però so è che la preferisco di gran lunga al dover scegliere tra i miei amici. Tra i miei amici e il mio ragazzo. È rassicurante poter passare del tempo con Ginny senza avere paura che Harry e Ron si scannino a vicenda perché non sono in grado di comunicare tra di loro. Immagino che questa sia una prerogativa dei ragazzi però, non ne ho ancora incontrato uno che sapesse parlare e spiegarsi.

-Sali di sopra?- Mi chiede Ginny, accennando alla scalinata mentre usciamo dalla Sala grande.

-Fra un attimo, voglio fare una passeggiata per sgranchirmi le gambe. Mi sembra di non sapere più come si cammina a furia di studiare e dare esami.- Ammetto con un sospiro, andando verso il giardino.

-A dopo allora!- Mi saluta Ginny, agitando un braccio mentre sale di corsa le scale.

Cerco di non chiedermi cosa corra a fare per i gradini, ha ancora abbastanza energia? Non mi pare Harry sia già salito, quindi non ha nemmeno una meta da raggiungere. Mi dimentico cosa stessi pensando quando, una volta all'esterno, l'aria fresca mi fa rabbrividire. Forse avrei fatto meglio a portarmi dietro una giacchina. Un po' me ne pento, ma è troppo tardi. Immagino che resterò qui meno di quanto vorrei. Una veloce boccata d'aria fresca è comunque meglio di niente.

-Stai gelando.- Ron mi fa sussultare. Da dove è apparso? -Scusa, non volevo spaventarti.- Aggiunge poi, vedendo la mia espressione probabilmente sconvolta. Abbozza un sorriso poi mi tira sé per stringermi in un abbraccio e riscaldarmi. Tremo ancora per qualche secondo prima di rilassarmi tra le sue braccia.

-Va tutto bene. Anzi, grazie per avermi salvata dall'assideramento.- Non è certo così che voglio concludere questo anno.

-Perché sei uscita senza niente? Non fa ancora abbastanza caldo.-

-Immagino perché sperare che l'estate sia arrivata anche qui è gratis.- Mormoro poco felice della mia bravata. Ha ragione, avrei dovuto pensarci meglio. -Tu e Harry avete risolto, quindi?-

-Sì.- Dice, raddrizzandosi come se si trattasse di un argomento particolarmente importante per cui serve un portamento dignitoso. -Mi ha chiesto scusa per aver dato per scontato che avrei seguito sempre lui, che vuole solo che io sia felice e che ovviamente posso scegliere la carriera che più mi ispira perché tanto resteremo amici lo stesso.-

-Mi sembra logico e normale.- Commento senza riuscire a trattenermi. -Sono felice che gli sia tornato un po' di sale in zucca.-

Ron ride, chinandosi a baciarmi una tempia. Il suo respiro sulla pelle mi manda un brivido lungo la schiena. Mi giro per guardarlo. Lui aggrotta la fronte confuso, poi notando i miei sforzi si abbassa di nuovo permettendomi di baciarlo. Gli porto le braccia attorno al collo, giusto per incoraggiarlo e per non farlo alzare subito. Qui siamo soli, anche se qualcuno ci vedesse è buio. Voglio godermi il momento. Lui pare capirlo perché mi cinge la vita con le braccia e mi alza appena, immagino per evitarsi un colpo della strega. Quando mi rimette a terra abbiamo entrambi il fiatone e le guance rosse. Scommetto che, in qualche modo inspiegabile, i miei capelli si siano scompigliati.

-Vorrei farlo alla luce del sole.- Mi dice con voce roca, facendomi perdere un battito. Se mi parla ancora così potrei lasciargli fare ben altro alla luce del sole.

-Lo so, anche io. Manca poco, solo due settimane e saremo fuori da qui.- Lo rassicuro.

-Torniamo alla torre? Fa freddo e comunque fra poco c'è il coprifuoco.-

Annuisco e lo prendo per mano, andando verso il castello. Almeno fino all'entrata non ci sarà nessuno, pare che sia stata l'unica a decidere di avventurarsi fuori dopo cena. Non so se a questo punto prenderla come una buona o come una cattiva cosa.

Problemi di Quidditch - RomioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora