Capitolo 16

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Sono stati giorni complicati in cui ho cercato di concentrarmi sul mio lavoro e sull'allenamento ora che i medimaghi mi hanno permesso di tornare sul campo. Nonostante ciò è impossibile ignorare la situazione in cui io e Ron ci troviamo a causa di Krum. Si tratta di un periodo molto teso, principalmente perché il campionato di Quidditch è iniziato e, per quando Ron sia agli inizi e quindi spesso in panchina, prima o poi dovrà giocare contro Krum. Ho paura che anche solo vedersi possa creare problemi, non me la sento di credere che saranno in grado di ignorarsi e trattarsi civilmente e, soprattutto, non credo che Rita perderà l'occasione di presentarsi e cercare di metterli l'uno contro l'altro. I miei pensieri sono un intruglio di preoccupazione, fastidio e stanchezza. Non ho mai chiesto tutto questo, non l'ho mai voluto. Voglio essere un'auror, voglio fare quello che amo e poi uscire con il ragazzo che amo tenendoci per mano ala luce del sole mentre passeggiamo per Hogsmeade senza che appaiano articoli scandalistici o foto paparazzate sui giornali magici. L'unica cosa che mi dà un po' di pace è il fatto che si tratta solo del mondo magico e andare in giro per la Londra babbana è relativamente semplice. Nessuno mi riconosce, se non vecchi amici delle scuole elementari o conoscenti di famiglia, è praticamente l'unico posto in cui posso essere me stessa e stare in pace. È proprio quello che sto facendo quando alzo gli occhi da una vetrina di borse e scarpe invernali, forse un po' presto ma chi sono io per giudicare il mondo della moda, quando mi sento osservata. Deve per forza essere una mia impressione, chi mai vorrebbe seguirmi qui? Sono una normale ragazza che cammina per strada, ma nel dubbio allungo una mano verso la borsa a spalla in cui ho riposto gli ultimi acquisti insieme alla mia bacchetta. Mi giro lentamente, cercando di restare calma a prescindere da quello che vedo. Serro la mascella quando mi rendo conto che niente meno che Rita Skeeter mi sta sorridendo allegramente, come se fosse una coincidenza e non mi avesse evidentemente seguita o in qualche modo rintracciata.

-Signorina Granger, che casualità!- Mi saluta facendo qualche passo verso la mia parte di marciapiede.

-Non credo alla casualità, soprattutto visto quello.- Indico il suo blocco per appunti che svolazza vicino a una sua spalla, accompagnato da una penna.

-Oh, non fare caso a lui, lo porto con me per abitudine.- Mi rassicura con un sorriso melenso e falso. -Ero venuta a comprare delle... borse, sì, delle borse.- Annuisce distogliendo lo sguardo dalla vetrina alle mie spalle.

-Facciamo così, io non ti mentirò e tu mi lascerai andare, okay?- Le propongo e noto il suo corpo rilassarsi, perde del tutto il sorriso con cui si sforzava di essere carina. Pare che sia d'accordo con me, questa cosa deve star stancando anche lei. -Non mi interessa cosa vuoi da me, ti assicuro però che non la riceverai mai. Non farò nessuna dichiarazione per il tuo giornale, se mai vorrò farla contatterò il Cavillo o chiunque altro. Hai usato per i tuoi scopi dei ragazzini minorenni, il che è davvero di una bassezza unica, ma ora che siamo tutti legalmente adulti posso fare quello che voglio senza paura. Vuoi continuare a scrivere articoli sulla mia vita sessuale? Fai pure, ma certo non ti renderà una brava autrice o giornalista, solo una disperata che vuole vendere la propria rivista ad un pubblico con un cervello grande come una nocciolina.- Concludo sorridendole mentre mi guarda basita, scommetto che non si aspettava una risposta così sprezzante. -E comunque Krum è tutto fuorché vergine, se hai mai creduto che non mi ha messo le mani addosso ti sbagli di grosso... tutto quello che hai scritto sono bugie su bugie e a lungo termine nessuno si ricorderà mai di te.- Le do una pacca sulla spalla mentre la sua penna finisce di scrivere le mie parole poi faccio qualche passo prima di smaterializzarmi a casa. Per fortuna non passava nessun babbano per strada.

Appoggio la borsa sul mobiletto all'ingresso, con le mani tremanti. La soddisfazione e l'adrenalina che ho in corpo dopo essermi sfogata penso stia raggiungendo picchi che non ho sperimentato nemmeno dopo aver finito gli esami o averne visti i voti finali. Faccio un respiro profondo, cercando di calmarmi, spero che ai suoi occhi io sia sembrata perfettamente a mio agio. Se invece così non fosse me ne farò una ragione, intanto l'ho zittita e ho evitato che mi ponesse domande a cui non avevo alcuna intenzione di rispondere. Dovrei avvisare Ron di questo incontro, nel caso provi a scucire qualche risposta anche da lui, il che è molto probabile. Scrivo velocemente un riassunto di quello che è successo su un pezzo di carta poi gli mando un gufo. Non faccio in tempo a cambiarmi che Ron appare nella mia cucina, sbattendo la testa contro un mobile troppo basso e facendo cadere un pacco di patatine che era in equilibrio precario. Almeno è quello che sembra successo quando entro in cucina di corsa e lo trovo che raccoglie il pacchetto da terra.

Problemi di Quidditch - RomioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora