Capitolo 3

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Avrei creduto ci fosse molta più gente per le strade di Hogsmeade, invece è quasi vuota. Non che mi possa lamentare, un po' di silenzio e calma possono fare solo che bene. Questo però vuol dire che abbiamo meno possibilità di essere interrotti da persone che conosciamo e dopo l'ultima conversazione avuta con Ronald vorrei davvero tanto evitare di passarci insieme molto tempo. Forse è un ragionamento da codarda, lo capisco, ma è quello che sento. È cambiato qualcosa, non so se il mio vederlo praticamente nudo o il rendermi conto che non è più solo il mio amico impacciato, o ancora la sua frase criptica di poco fa. Non ho due prosciutti a forma di Krum sugli occhi, non li ho mai avuti. Non mi ritengo una ragazza che perde la testa e non sa più vivere al di fuori del proprio ragazzo, anche perché ne ho avuto solo uno e guarda come è finita. Devo ignorare gli sguardi delle persone che hanno letto o peggio, stanno leggendo, La Gazzetta del Profeta.

-Certo che uscire con te o uscire con Harry è la stessa cosa di questi tempi.- Mormora Ron, scartando una caramella. Mi giro a guardarlo senza capire cosa intenda. Lui sbuffa e scuote la testa, godendosi la caramella per un po' prima di rispondermi. -Beh, vi fissano tutti... o quasi tutti. Dipende da quanto interesse hanno per il gossip.-

-O magari fissano te perché sei con me e non con Lavanda avvinghiata a una gamba.-

Ron diventa tutto rosso, cercando di rispondermi ma finendo con il balbettare e basta. Scuoto la testa e calcio un sassolino spuntato tra la neve sciolta. Forse sono stata un po' cattiva, ma è la verità.

-Ancora non ricordo come ho fatto a lasciarla.- Ammette grattandosi la testa, scrollando le spalle. -Ma sono felice di averlo fatto.-

Io me lo ricordo, molto bene, ma forse non è il caso di dirglielo ora. Non è proprio il caso di pensarci visto quello che potrebbe venirne fuori. Non ho alcuna intenzione di pensare oltre a Ron. Ron che mi chiama in un letto d'infermeria, Ron che mi parla nello spogliatoio a torno nudo, Ron che mi guarda quasi non abbia più dubbi che sono una ragazza. Scuoto la testa per scacciare questi pensieri, non posso continuare così. Non posso andare avanti immaginandolo quasi nudo, che mi parla e ho di nuovo fallito perché l'immagine si è appena riformata nella mia testa.

Sento un'imprecazione e mi giro di scatto, grata della distrazione. Ron, qualche passo dietro di me, si massaggia la testa guardando male un'insegna un po' troppo bassa. Deve averci sbattuto la testa. Immagino succeda quando non guardi dove cammini. In due falcate mi raggiunge, sconsolato per il colpo preso. Probabilmente sa cosa sto pensando quindi non menziona l'accaduto. Scrolla le spalle con un sorriso imbarazzato che mi spiazza e quasi mi lascia stesa per terra. Vorrei tirarmi uno schiaffo. Cosa diavolo sta succedendo? Soprattutto, dove sono i miei prosciutti a forma di Krum sugli occhi adesso?

Entriamo finalmente ai Tre manici di scopa e, giusto per aggiungere la beffa al danno, Harry e Ginny non sono ancora arrivati. Quanto a lungo deve durare ancora questa sofferenza? Non voglio continuare così tutto il pomeriggio o del mio relax e pausa studio resta proprio un bel niente. Non so nemmeno di che altro parlare, ho l'impressione che sia tutto sbagliato e lo odio. Siamo amici, non è mai stato così difficile stare con lui e non riesco a capire perché sia dovuto diventarlo.

-Quindi fra poco ci sarà la partita contro Corvonero, come ti senti?- Chiedo dopo aver ordinato due burrobirre.

-Un po' nervoso, dicono tutti che sia migliorato ma io continuo a essere estremamente nervoso, forse è colpa della folla.-

-Forse, ma la folla non fa di te un giocatore migliore peggiore.-

-Ma ne fa uno nervoso e impacciato.- Sospira rassegnato.

-Se andassi così male non ti avrebbero tenuto nella squadra per tutto l'anno.- Faccio notare.

-Sì, invece. Se non hanno altri portieri a disposizione.-

Problemi di Quidditch - RomioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora