"Emre, amo Sanem!"

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Restammo abbracciati per molto tempo.
Il leggero vento cullava la danza dei nostri corpi che si lasciarono trasportare dalle soavi note del nostro amore.
Sanem non disse più nulla, appoggiò la testa al mio petto e si lasciò accogliere dalle mie braccia che la avvolsero dolcemente proteggendola.
Poi la guardai... i suoi occhi brillavano, la sua bocca era leggermente socchiusa, in cerca della mia... le presi il viso tra le mani, con i pollici la accarezzai... la baciai ancora.
Ci scambiammo un altro bacio, in silenzio, non era necessario parlare, era tutto chiaro, il nostro era vero amore.
Poi Sanem mi disse: "sono felice".
Il mio cuore non era mai stato così sereno, così innamorato.
"Anche io Sanem, non sono mai stato così felice, mi hai cambiato la vita e dal primo giorno che ti ho incontrato ho capito che tu saresti diventata importante per me. Ti amo alla follia" .
Sanem mi sorrise e dolcemente mi chiese: " vorrei restare così per sempre ma si è fatto tardi, devo rientrare, potresti riportarmi a casa per cortesia?".
"Certo amore", le presi la mano ed insieme tornammo alla macchina.

"Certo amore", le presi la mano ed insieme tornammo alla macchina

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Arrivammo sotto casa di Sanem.
Fermai l'auto, la guardai.
Io continuavo a sorridere tanta era la gioia dentro me, Sanem era più imbarazzata, probabilmente doveva ancora realizzare che il suo capo era pazzamente innamorato di lei.
Le dissi: " allora, quanto devo aspettare?".
"Si, scendo subito" mi rispose prontamente Sanem.
"No, non intendevo questo!... aspettare che confessi".
"Cosa?" rispose timidamente Sanem.
"Che sei innamorata di me. Molto, molto... molto innamorata".
Capii che Sanem era trattenuta da qualcosa, forse perché eravamo nel suo quartiere dove la gente non aspettava altro che avere qualsiasi argomento sul quale poter spettegolare, oppure perché eravamo davanti a casa sua e i suoi genitori avrebbero potuto vederci.
"Adesso non riesco a dirlo, vorrei pensarci un pò sù, ho bisogno di tempo!".
"Hai bisogno di tempo? Perché ?" in quel momento non riuscii a capire cosa mi volesse dire.
Sapevo che anche lei era innamorata di me altrimenti mi avrebbe rifiutato, non mi avrebbe permesso di entrare in intimità con lei e, soprattutto, non avrebbe ricambiato i miei baci ed i miei abbracci così, con quella intensità, con amore.
Sanem, con titubanza, mi rispose: " perché non credo di essere sicura, voglio dire... non sono... sicura dei miei sentimenti".
Quanto era buffa nel suo imbarazzo di non voler ammettere di amarmi.
Capivo di averla disorientata con la mia dichiarazione, sicuramente non si aspettava di sentirsi dire quelle parole ma neppure io ero preparato, è accaduto tutto all'improvviso lasciandomi trasportare dalle emozioni.
"Stai dicendo che non puoi confessarlo perché ancora non riesci ad ammetterlo a te stessa... è questo che pensi?".
"Non esattamente, voglio dare il giusto peso e la giusta misura a quello che provo realmente".
Dentro di me pensai: "dai Sanem ma se entrambi sappiamo quanto siamo innamorati l'uno dell'altra... ammettilo, lasciati andare, vivi serenamente il nostro amore!".
La guardai intensamente mentre lei balbettava: " la..la..lasciami pensare, ti farò sapere la mia decisione, va bene?
"Decisione?".
Feci silenzio per un attimo.
Il viso di Sanem cambiò espressione, diventò preoccupata.
Oh mamma!!! L'avevo proprio mandata in tilt!
Sorrisi... l'amavo, l'amavo tanto, con tutto me stesso, le avrei concesso tutto il tempo che necessitava, l'avrei aspettata per l'eternità perché lei era la metà che mi completava.
Con sicurezza le risposi: "va bene, aspetterò la tua decisione!".
Poi continuai: " ehhh, senti... come me la farai sapere? Mi scriverai una lettera oppure me lo dirai a voce?"
Sanem sorrise leggermente ma continuava ad essere tesa: " te lo dirò a voce".
Anche io le sorrisi cercando di renderla più tranquilla, di farla rilassare e le ripetei: " a voce... va bene!"
Capii che Sanem stava per scendere dall'auto così mi avvicinai a lei e le sussurrai: " tu sei, una donna straordinaria".
Sanem mi guardò negli occhi ed io ricambiai lo sguardo continuando: "ti adoro Sanem!".
Sanem tornò ad essere più imbarazzata di prima ed aprendo la portiera disse: " ehhh, grazie mille per tutto, buona giornata".
Le risposi dolcemente: "ciao" e la seguii con lo sguardo mentre scendeva dall'auto.
Se ne stava andando...
La chiamai dal finestrino: "ehi, ehi..."
Sanem si affacciò al finestrino e mi guardò.
Non aspettai, le mandai un bacio e la feci letteralmente scappare via!

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