L'addio a Polen

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Sanem scomparve dalla mia vista chiudendo dietro di sé il portoncino di casa.
Avviai la macchina e mi allontanai da lei.
Mi diressi verso casa ma non riuscivo a concentrarmi sulla guida, i miei pensieri erano tutti per Sanem così, non appena arrivai al molo, accostai vicino ad un marciapiede e mi fermai.
Con la mano fasciata con la sua bandana presi il biglietto aereo con il quale sarei andato via da Istanbul.
Lo fissai...mi avrebbe portato da Polen, avrei messo fine alla nostra pseudo relazione, e poi chissà dove, lontano da Sanem.
Sarebbe stato un addio? Non l'avrei più rivista?
No, non potevo.
Ripensai a quando Sanem venne a cercarmi nel bosco.
Quella sera mi domandò se davvero sarei partito e con il cuore in mano mi pregò di non andare.
Cominciai a far girare il biglietto tra le dita, ero combattuto sulla decisione da prendere.
Anche stasera Sanem, con gli occhi lucidi, mi aveva chiesto se la mia partenza fosse proprio necessaria e le si leggeva in viso il timore di non potermi vedere mai più.
Appoggiai le braccia sul volante e, successivamente, il viso sulle braccia e ripensai ancora alle sue parole mentre mi chiedeva quando sarei partito ed alle mie mentre le rispondevo "il prima possibile, ormai non c'è più niente che mi tenga qui".
Tolsi il biglietto dalla custodia e lessi la destinazione, poi l'orario... l'aereo sarebbe partito a breve.
Lo feci girare ancora tra le mani e presi la decisione... lo strappai in tanti pezzi.
Questa volta non avrei potuto voltare le spalle al problema come era mio solito fare, questa volta sarei dovuto restare e avrei dovuto affrontare la situazione.
Avrei dovuto parlare apertamente con Sanem per farle capire quanto fosse sincero il mio amore per lei, quanto fosse importante per me.... qualsiasi fosse stata la mia destinazione, la mia vita senza di lei non avrebbe avuto più senso.
Misi in moto e mi diressi verso casa.

Aprii la porta di casa e restai impietrito davanti a quello che stavano vedendo i miei occhi

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Aprii la porta di casa e restai impietrito davanti a quello che stavano vedendo i miei occhi.
Davanti a me c'erano Sanem e Polen che si stringevano la mano.
Mi chiesi cosa ci facesse Polen in casa mia, perché non mi avesse avvisato del suo arrivo, eravamo d'accordo che l'indomani l'avrei raggiunta io.
Non seppi come comportarmi, non avrei mai pensato né avrei mai voluto che Sanem facesse la sua conoscenza in questo modo ma ora erano lì ed entrambe mi stavano guardando.
Sanem, con gli occhi pieni di stupore, mi disse "Signor Can, non è più partito!"
Le risposi "Per dove?"... dove sarei potuto andare senza te.
Poi guardai Polen, le chiesi cosa stesse succedendo.

Polen venne verso di me e mi abbracciò dicendomi che mi aveva voluto fare una sorpresa ed io, con distacco, le dissi che sarei andato io da lei.
Guardai Sanem, le chiesi perché fosse venuta a casa mia.
Mi rispose, con molta agitazione, che era venuta per una questione di lavoro ma che non era importante.

Sanem! Cosa stavi dicendo, perché stavi mentendo. Ti eri licenziata e, sicuramente, il motivo era un'altro.
Polen mi disse che Sanem era stata molto gentile, le aveva tenuto compagnia poi si voltò verso di lei, le tese la mano e le disse che era stato un piacere conoscerla.
Sanem ricambiò e, salutando, corse verso l'uscita.
Non potevo farla andare via così, dovevo sapere il vero motivo che l'aveva spinta a venire da me.
Dissi a Polen che sarei tornato subito e le corsi dietro.
La chiamai più volte "Sanem, Sanem...", lei non si fermò così alzai il tono della voce "Sanem, puoi aspettare un attimo... Sanem non voglio correrti dietro, puoi aspettare un attimo, solo un minuto"
Sanem si fermò prima di raggiungere il portoncino, si girò verso me e mi disse sempre più agitata "Mi dica signor Can".
Io mi avvicinai a lei, la guardai negli occhi, quegli occhi che in quel momento sfuggivano al mio sguardo e le chiesi "Che succede, perché sei qui".
Scuotendo la testa mi rispose "Una cosa di poco conto ma ho risolto "
Insistetti "Cosa hai risolto, cos'è questa cosa..."
Sanem continuò dicendo "Era una cosa poco importante ma ho risolto"
Capii che mi stava mentendo, non voleva dirmi la verità e stava cercando in tutti i modi di andare via.
Le chiesi il perché fosse venuta se non era nulla di importante e continuai dicendole "Anche se è insignificante vorrei sapere cosa ti ha portato qui, per favore me lo dici"
Pensai "Dai Sanem, dai, dimmi la verità, ammetti che sei venuta per me, per dirmi che anche tu vuoi stare con me... ti prego dimmelo!"
Ok, era proprio testarda ... mi sottolineò il fatto che Polen mi stesse aspettando e che dovevo andare da lei così le tolsi ogni dubbio dicendole che non ero al corrente della sua venuta, non sapevo nulla e che per me era stata una sorpresa trovarla a casa.
Sanem rimase colpita dalle mie parole e mi disse che anche lei era rimasta stupita di vederla.
Si agitò ancora di più e a quel punto iniziai a preoccuparmi e le chiesi se stesse bene.
"Stai bene, stai bene, stai bene... forse si! Forse si!" mi sentii rispondere mentre apriva il portoncino ed usciva da casa mia.
Le gridai che ne avremmo riparlato... certo sarei andato fino in fondo, avrei scoperto cosa l'aveva portata da me!

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