L'ultimo abbraccio

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Sentii una leggera brezza marina sfiorare il mio corpo.
Aprii gli occhi, ero sdraiato sul molo nella stessa posizione in cui mi ero addormentato.
Mi alzai, mi misi seduto e mi sgranchii allungando le braccia sopra la testa.
Guardai il mare, i gabbiani stavano già planando sull'acqua in cerca di cibo ed io ero già, con il pensiero, in cerca di Sanem.
L'avrei rivista in agenzia e il non sapere come si sarebbe comportata nei miei confronti mi fece paura ma dovevo affrontare la situazione così mi alzai e mi diressi alla macchina.

L'avrei rivista in agenzia e il non sapere come si sarebbe comportata nei miei confronti mi fece paura ma dovevo affrontare la situazione così mi alzai e mi diressi alla macchina

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Mentre ero alla guida mi chiamò Emre e, non essendo rientrato a casa per la notte, mi chiese dove mi trovassi, se nel frattempo fossi tornato a casa.
Alla mia risposta negativa mi sottolineò che in agenzia mi stavano aspettando per la riunione ma io gli risposi che non sarei andato.
Emre insistette ricordandomi che dovevo firmare la documentazione per la nuova campagna pubblicitaria ma gli ribadii che non avrei partecipato alla riunione e gli dissi di inviarmi tutta la documentazione via mail, avevo altre cose più importanti da risolvere.

Arrivai a casa, mi sentivo agitato, dovevo sfogare la mia ansia così chiamai il mio istruttore di box che mi raggiunse in breve tempo.
Mi trovò già in tenuta d'allenamento, gli porsi i suoi guantoni e iniziai a picchiare, picchiare forte e ancora più forte al punto che lo misi in difficoltà.
Non riuscivo a fermarmi, dovevo liberarmi di quella sensazione che mi appensativa il cuore ma stavo esagerando e l'istruttore mi obbligò a smettere altrimenti avrei potuto farmi male.
Prima di lasciarmi solo mi disse delle parole che mi fecero riflettere "Can, ricordati che non risolverai i tuoi problemi in questo modo".
Aveva pienamente ragione, non era tirando dei pugni che avrei risolto la situazione con Sanem, dovevo trovare una soluzione.

Aveva pienamente ragione, non era tirando dei pugni che avrei risolto la situazione con Sanem, dovevo trovare una soluzione

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L'istruttore era appena uscito da casa quando sentii suonare il campanello della porta d'ingresso.
Pensai avesse dimenticato qualcosa ed andai ad aprire.
Non credetti ai miei occhi, Sanem era davanti a me!!
Mi guardò con un'espressione sognante... chissà cosa stava pensando.
Mi scusai per essere a petto nudo e le spiegai che stavo facendo box.
Le chiesi il motivo della sua visita e Sanem mi rispose che era venuta a ritirare i dossier della campagna pubblicitaria di Galina perché all'interno si trovava una sua relazione che doveva ultimare.
Immediatamente le chiesi come mai stesse lavorando nonostante si fosse licenziata e Sanem mi rispose che Deren le aveva chiesto di terminare il lavoro, così avrebbe portato a termine l'incarico e poi dal giorno seguente non sarebbe venuta più in agenzia.
Ah ecco, ora era più chiaro... mi ero illuso fosse venuta da me per chiarire, per sistemare quello che era accaduto la sera precedente ma ero un povero illuso, come potevo sperare una cosa simile se mi aveva detto chiaramente di non volermi.
La feci accomodare e l'accompagnai in salotto dove avrebbe trovato i dossier sul tavolo.
Le dissi di cercare quello di cui aveva bisogno mentre io sarei andato a fare una doccia.

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