Il bacio misterioso

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Ero tornato da poco nella mia amata Istanbul, mio padre mi aveva contattato e chiesto di tornare per festeggiare il quarantesimo anno di vita della nostra agenzia pubblicitaria.
In passato avevo gestito l'azienda insieme a mio padre ed a mio fratello ma lo spirito di libertà, racchiuso dentro di me, mi aveva poi portato a seguire il mio istinto, la mia passione e così ero diventato un fotografo internazionale molto famoso e ricercato.
Quella mattina, dopo aver praticato un po' di rafting, mi recai negli uffici della Fikri Harika dove ero atteso da mio padre Aziz e da mio fratello Emre.
Ho sempre provato un grande piacere nel rivedere mio padre.
A lui devo molto perché, nonostante l'assenza di mia madre, mi ha cresciuto con un forte senso di responsabilità e di indipendenza ed è grazie a lui che sono diventato un uomo sicuro ed autonomo.

A lui devo molto perché, nonostante l'assenza di mia madre, mi ha cresciuto con un forte senso di responsabilità e di indipendenza ed è grazie a lui che sono diventato un uomo sicuro ed autonomo

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Li trovai entrambi in ufficio, intenti a provare i rispettivi smoking che avrebbero indossato per la grande serata.
Li abbracciai e li vidi felici di rivedermi, soprattutto mio padre il quale, dopo essere rimasto solo con lui, mi confidò il suo sospetto circa la presenza di una spia in azienda.
Successivamente mi fece la richiesta, che sembrava più una preghiera, di restare in azienda per occuparmi direttamente di questo problema.

Ero rimasto lontano da Istanbul per anni ed ero tornato in azienda con l'intento di restarci solo per pochi giorni, non sapevo che la supplica di mio padre mi avrebbe cambiato radicalmente la vita.
Promisi di pensarci, qualcosa mi diceva che mio padre non mi aveva detto il vero motivo della sua richiesta.

La stessa sera ci sarebbe stata la serata di gala in onore della nostra azienda pubblicitaria.
Ho sempre detestato queste formalità e il fatto di dovermi vestire in giacca e cravatta, ma questa volta non potevo rifiutare.
Arrivai a teatro, mi incontrai con mio padre il quale mi disse di aver riservato per me e Polen la loggia al piano superiore.

Arrivai a teatro, mi incontrai con mio padre il quale mi disse di aver riservato per me e Polen la loggia al piano superiore

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Polen ... la mia fidanzata o così sembrava essere.
Il nostro era un rapporto particolare, entrambi eravamo sempre molto occupati nei rispettivi impegni di lavoro e per questo i nostri rapporti si limitavano a 2/3 incontri l' anno.
Si potrebbe parlare di amore a distanza, ma probabilmente non mi bastava più.
Non vedendola arrivare la chiamai e mi disse che era quasi sul posto così le diedi appuntamento direttamente nella loggia.
Andai ad avvisare mio padre e mio fratello e mi diressi al piano superiore.

La loggia centrale, quella riservata alle persone importanti, ma io mi sentivo fuori luogo.
Aprii la porta, era buio, solo una leggera luce azzurra dello schermo che stava proiettando delle immagini.
Davanti a me vidi i lineamenti del corpo di una donna che mi dava le spalle ... Polen mi aveva anticipato.
Mi avvicinai, le presi i fianchi, la girai verso di me e la baciai.

Immediatamente venni avvolto da un profumo estasiante, sentii il mio corpo venire sommerso da brividi ed il mio cuore iniziò a battere come non lo aveva mai fatto

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Immediatamente venni avvolto da un profumo estasiante, sentii il mio corpo venire sommerso da brividi ed il mio cuore iniziò a battere come non lo aveva mai fatto.
Non riuscivo a staccarmi da quella donna che avevo capito non essere Polen.
Le strinsi ulteriormente i fianchi, non volevo finisse quel momento magico.
Poi la volli guardare ... i nostri sguardi si intrecciarono per un attimo ma era talmente buio che non riuscivo a capirne i lineamenti.

Mi accorsi solo che quella donna abbassò la testa verso i miei piedi e scappò via senza darmi la possibilità di dire una sola parola

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Mi accorsi solo che quella donna abbassò la testa verso i miei piedi e scappò via senza darmi la possibilità di dire una sola parola.
La seguii con lo sguardo mentre usciva di corsa dalla loggia e rimasi come impietrito, senza le forze per dire una sola parola.
Il suo profumo, di fiori selvatici, mi aveva completamente fatto perdere la testa.
Come era possibile? Non avevo mai provato un sentimento così travolgente e per di più non sapevo chi fosse ... chi fosse ... dovevo scoprirlo ... dovevo cercarla.

La porta si aprì nuovamente e pregai in cuor mio che fosse tornata da me ma non fu così.
Polen era arrivata e la magia scomparve in un attimo lasciandomi il cuore appeso ad un filo di speranza, la speranza di riuscire a ritrovarla.

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