Capitolo 14- |Vecchi Compagni|

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Le parole pronunciate poc' anzi da Arsele rimbombavano come un tuono nella mente di Anna, e in quella di tutti i presenti inginocchiati di fronte al Gran Generale, e al suo esercito.

Sembrava incredibile, eppure colui che i Fedeli Di Nevoream stavano cercando era l' Omen, l' eroe delle leggende, il Portatore che secondi i miti nasceva ogni qual volta in cui l' equilibrio su Terramiria veniva meno.

Nessuno, tuttavia, avrebbe potuto neanche lontanamente immaginare che il campione della Terra fosse, in quel momento, in mezzo a loro, nelle vesti di una giovane ragazza che, esattamente come i restanti Fiorani, stava provando paura.

"L-L' Omen... è rinato?" Chiese, meravigliato, Smoky.

"È un po' duro di comprendonio, eh sindaco?" Domandò, con aria arrogante, Natasha. "Si, è vivo, e una nostra affidabile talpa ci ha anche garantito la sua presenza qui a Fiore."

Sorpresa, Anna batté ripetutamente gli occhi. "T-Talpa?" 

Jean, notando l' espressione terrorizzata sul volto dell' amica, gli mise una mano sulla spalla, nel tentativo di fargli forza.

"D-Dai Anna, andrà tutto bene."

"Ho fatto... un terribile sbaglio."

"Come?"

Impaurita, la Letuminiana si voltò verso la Goblin. "I miei maestri avevano ragione, non ero ancora pronta per una situazione del genere."

"A-Anna, che dici?"

Tra mormorii generali, la piazza si zittì nuovamente nel momento in cui Arsele fece un passo avanti verso la folla.

"Omen, so che sei in mezzo a questa folla, perciò ti conviene ascoltarmi, perchè ti lancerò un ultimatum...." disse il Gran Generale, per poi schioccare le dita.

Dall' avambraccio del Portatore emerse, improvvisamente, una strana sostanza gelatinosa verde, la quale assunse prima la forma di Slimko, l' animaletto domestico dell' uomo, e poi si tramutò in un trono, sul quale il Fedele Di Nevoream si sedette comodamente.

"... Consegnati immediatamente a noi. In caso contrario, uccideremo 20 spettatori casuali per ogni minuto passato senza risposta."

Quella frase fece letteralmente accapponare la pelle di tutti, dai Fiorani agli stessi colleghi del Gran Generale.

"Sta... bleffando, vero?" Chiese sottovoce Thiaga, voltandosi verso Shaun.

Il ragazzo dai capelli blu non rispose.
Conoscendo il tipo, quella poteva tranquillamente essere la realtà dei fatti, e la cosa cosa lo disgustava non poco.
Non erano stati addestrati per questo: le parole di Arsele non erano quelle di un liberatore, ma di un despota immorale.

Un orologio immaginario iniziò ticchettare al centro di Piazza di Petali, e l' aria si fece man mano sempre più pesante. 
Chiunque, tra la folla, sarebbe potuto essere vittima di questa minaccia, a discapito dal sesso o dall' età.

Uno Stan, visibilmente a disagio, osservò con orrore il loro nuovo capo, mentre Natasha, dal canto suo, si limitò ad aspettare.
La situazione aveva preso improvvisamente una piega piuttosto interessante, vediamo come si sarebbe evoluta.

"(Pmh, il suo orgoglio ha prevalso di nuovo sulla sua ragione)" pensò la corvina. "(Sia io che Shaun conosciamo il volto dell' Omen, e se ci avesse ascoltato prima ci saremo risparmiati questa pagliacciata. Oh beh, immagino che peccare di superbia sia un requisito fondamentale per diventare un Gran Generale.)"

Trascorsero i primi dieci secondi, ed essi portarono con sé un peso equiparabile a quello dei macigni.
Non vi fu alcuna risposta.  

Da uno dei braccioli del trono emerse la testa felina di Slimko, e Arsele, come se nulla fosse, accarezzò con una mano l' animaletto.
La calma da cui era passato a quel gesto dopo aver minacciato un genocidio era a dir poco terrificante. 

OMNISPHERE -The Superior Omen- [Atto II: Potere]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora