La convivenza si era rivelata come previsto davvero complicata e più volte Simone avrebbe voluto cacciare di casa Manuel e lasciare Edoardo, solo per avere un momento di pace e smettere di provare repulsione per se stesso, capace di stare con un ragazzo con la mente perennemente abitata da qualcun altro.
Non a caso erano state molte le situazioni di imbarazzo.La prima volta Edoardo e Simone erano seduti sul divano, il più piccolo aveva la testa appoggiata sulla spalla dell'altro che dolcemente accarezzava con un movimento ripetitivo il suo braccio. Alla tv scorrevano le immagini di una serie tv a cui nessuno dei due stava prestando attenzione, persi nel tepore della loro vicinanza.
Il salone era silenzioso e il crepitio del fuoco nel camino cullava i due ragazzi.La quiete venne interrotta dall'ingresso di Manuel, che varcó la soglia della porta completamente bagnato, coi ricci che gli sgocciolavano sulla fronte.
«Simó sono andato a prendere il gatto per portarlo dentro, fuori diluvia»
Solo adesso Simone si rese conto che Manuel aveva effettivamente il micetto in braccio e lo coccolava distrattamente con una mano.Simone si perse in quel quadretto che sapeva così tanto di casa e si riprese qualche secondo dopo, scuotendo il volto.
«Grazie Manu, hai fatto bene» disse con tono sincero «peró aspetta, prendi un panno e asciugalo o lascia i segni delle zampette ovunque»
E si alzó per prendere un panno da un cassetto in legno scricchiolante.Manuel si chinó e adagió il gattino sul pavimento caldo, senza smettere nemmeno un secondo di accarezzarlo e prese a guardarlo come una mamma osserva un bambino.
Simone temette quasi di mettersi a piangere, davanti ad una scena del genere.
Manuel passava il panno sul pelo del micetto con una delicatezza e cura impressionante.
Per non dimenticare che stava letteralmente parlando alla piccola creatura, con tanto di vocina tipica che gli umani riservano agli animali domestici."No- non piangere dai, giuro che ho quasi finito"
Simone perse un battito.
"Sei tu che sei uscito con la pioggia micio! Ora ti devo pulire, ecco, così, fai il bravo"
Simone perse un altro battito.Manuel era lí, concentrato e bello più che mai.
Non aveva mai visto niente del genere, era completamente stregato. Avrebbe voluto afferrare il telefono, fare una foto.
Prendere una tela, dipingere un quadro.
Qualsiasi cosa pur di non lasciare andare quel ricordo.«Simo? Mi hai sentito?»
Fu Edoardo a riportarlo coi piedi per terra. Edoardo con la voce tanto dolce quanto vuota, dopo ció a cui aveva appena assistito.
Alla fine, dopo aver visto un Renoir chi presterebbe ancora attenzione ad un foglio bianco?«Scusa, no. Dicevi?»
«Ti ho chiesto se vuoi passare il weekend nella casa al lago dei miei, con me » ripeté «Ma ho visto che ti sei incantato, sicuro di star bene?» proseguí guardando Simone con aria interrogativa.
«Al lago? Sí, va bene Edo» si affrettó a rispondere il più piccolo, sperando di rimediare il danno fatto.
Non appena ebbe risposto, riportó automaticamente lo sguardo su Manuel, che lo guardava ora con un sorriso beffardo sulle labbra.Una mattina, invece, Manuel era sceso a fare colazione senza maglietta, permettendo a Simone di perlustrare il suo petto asciutto ma definito, dal colore leggermente più scuro del suo.
Gli occhi del più piccolo avevano indugiato sul corpo di Manuel per qualche secondo di troppo, provocando una risatina divertita da parte del diretto interessato, che lo fissava consapevole del suo potere.«Ciao Manuel!» lo aveva salutato allegramente Edoardo.
Ah, giá, c'è anche lui, a pensarlo furono sia Simone che Manuel.
«Manuel ma hai caldo?» rise alludendo al suo abbigliamento decisamente inappropriato per quella fredda mattina di febbraio.Manuel si prese qualche secondo per rispondere.
«Effettivamente, sí, ho caldo.» si avvicinó da dietro alla sedie su cui era seduto Simone e portó le mani sulle spalle del moro, simulando un massaggio.
«E tu Simó? Non c'hai caldo?»
La malizia nel suo tono non poteva essere un caso, involontaria. Manuel stava apertamente sfidando Edoardo.
E Simone, sí, aveva caldo. Sentiva le guance andare a fuoco e i palmo sudare, mentre tentava di focalizzarsi su qualcosa che non fossero le mani del riccio a contatto con la sua pelle.
E il culmine era stato raggiunto nel momenti in cui, approfittando di Edoardo momentaneamente girato, Manuel gli aveva lasciato il tuo solito, tenero bacio sulla spalla.
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it's always been you. [os Simuel]
Fiksi Penggemarpiccola raccolta di one shot dei nostri complici preferiti <3