non voglio un futuro in cui tu non sai chi sono

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Simone si posizionò nuovamente davanti allo specchio che rifletteva la sua intera figura e passò per l'ennesima volta una mano tra i ricci nel tentativo di rendersi presentabile. Lisciò con le mani la camicia e poi sospirò nervoso. Rimase immobile per qualche secondo, poi si girò e afferrò il cellulare disperso tra i vestiti che il ragazzo aveva precedentemente provato e ora giacevano in maniera disordinata sul letto. 

*click*
"È troppo secondo te?"

Manuel se ne stava disteso sonnecchiando sul letto da quello che ormai era un tempo indefinito ma si decise ad alzarsi nel momento in cui sentí una notifica provenire dal suo telefono. Allungò il braccio senza guardare direttamente il comodino alla ricerca dell'apparecchio e dopo aver tastato la superficie a vuoto per qualche secondo, riuscí ad afferrarlò.
La foto che si trovò davanti agli occhi gli fece mancare completamente il fiato.
Simone indossava la camicia bianca capace di fasciare perfettamente le sue braccia e dei pantaloni scuri altrettanto belli.
Si perse forse più del dovuto, perchè a risvegliarlo da quello stato di trance fu un altro messaggio dell'amico.

"Dai Manu, sono in ritardo"

Il più grande si affrettò a rispondere, cercando di ignorare il fastidio che sembrava quasi capace di divorarlo.

"Stai bene. Stai attento Simo"

«Simò, ho capito che c'hai diciotto anni, ma questo è un vecchio» si lamentò Manuel restituendo il cellulare al piú alto.
«Ma vecchio sarai poi te Manu. Ha solo 24 anni» ribatté accigliato Simone perdendosi nuovamente a fissare il selfie che campeggiava sullo schermo.

Il "vecchio" si chiamava Mattia e aveva contattato Simone qualche settimana prima attraverso Instagram. I due avevano parlato senza tregua da allora e finalmente sembrava essere arrivato il primo appuntamento.
Se da una parte Simone ne era assolutamente entuasiasta, non si poteva dire lo stesso di Manuel. Certo, il riccio riconosceva di non essere un campione nel dimostrare i propri sentimenti, ma l'idea che Simone potesse effettivamente uscire con un altro ragazzo non gli era mai passata per la mente.
Eppure ora era evidente, il ragazzo per cui Manuel Ferro aveva perso la testa, avrebbe tenuto per mano quel pariolino universitario di Mattia.

Manuel si alzó dal letto controvoglia e trascinó le gambe che sembravano improvvisamente pesare il doppio verso la cucina, dove lo attendeva un cartone di pizza ormai fredda e immangiabile. Sbuffó rumorosamente e si lasció cadere su una sedia.
Aveva cercato di essere felice per Simone, di sperare che questo Mattia si rivelasse una piacevole sorpresa e che l'amico potesse essere finalmente felice e sereno.
Ma la verità era che Manuel non era pronto a lasciarlo andare, non ora che si sentiva pronto ad amarlo.

Ricordava con una precisione preoccupante il momento in cui aveva deciso di fare pace con il suo stesso cuore.
Era una domenica pomeriggio e i due stavano camminando per strada per raggiungere un bar in pieno centro. Erano in silenzio, entrambi troppo impegnati ad osservare una Roma tanto caotica quanto magica.
Lo sguardo di Manuel, in particolare, si era appena posato su una coppia di anziani che con passo lento procedeva davanti a loro.

Solitamente Manuel si sarebbe perso a lamentarsi del loro passo troppo lento, ma quella volta c'era qualcosa di diverso. Forse lo sguardo innamorato di quegli occhi contornati da rughe, testimoni di un'amore sigillato nelle piccole mani tremanti ma sicure come non mai che si stringevano.

Senza rendersene conto, Manuel si ritrovó a fissare Simone, che camminava affianco a lui.
Simone era alto, molto, lo sovrastava. Simone era bello, parecchio, da lasciare senza parole.
Questi siamo noi Simo, da grandi.

Si era ripromesso che non avrebbe pensato a Simone quella sera, glielo doveva. Il piú piccolo si meritava quella cena e Manuel doveva togliersi dalla testa l'idea che per lui ci fosse ancora posto.
Ovviamente distrarsi si riveló piú difficile del previsto: vedeva Simone ovunque. Nel magnete che aveva portato da Glasgow, nel servizio da tè che Dante aveva regalato ad Anita, nella maglia che indossava che era stata inevitabile presa in prestito dall'armadio di Simone.

it's always been you. [os Simuel]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora