13| Giocatrici e giocatori.

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Sedute sugli spalti, accerchiate dal restante pubblico in attesa di vedere entrare le due squadre, sembrava di essere su un altro pianeta. Principalmente per la mia avversione allo sport che mi aveva tenuta distante da questo tipo di eventi per ventisei anni. Lizzy poi non ne parliamo, i nostri genitori avevano provato con il nuoto, ma era incapace di stare a galla: andare a vederla in piscina era uno spasso. Io no, il mio massimo lo avevo dato a danza, intorno ai cinque, ma col tutù ero una frana. Qui era diverso, c'erano vere e proprie tifoserie incallite con striscioni, maglie e sciarpe delle squadre. Chi se lo aspettava. «Ci voleva un po' di pausa» esordì Nadia attirando l'attenzione su di sé. Sapevo che c'era qualcosa sotto, aveva ignorato il telefono che continuava a vibrare per i messaggi da tutto il giorno. «Che cosa è successo?» chiesi, allungandole una lattina di birra: ci stavamo ambientando bene in questo ambiente sportivo, come uomini allo stadio. «Andrea mi ha chiesto di andare con lui a pranzo dai suoi domenica. Ovviamente ho detto di sì subito, ma sono in ansia. Ci sarà tutta la famiglia riunita, capite? Da domenica sarà ufficiale» affermò prima di dare un bel sorso alla sua birra. Silvia guardò prima me, poi lei. «Vuoi dire che non ci sei ancora andata a letto?» le chiese interrogativa, facendole andare di traverso la birra: Silvia era sempre molto diretta a prescindere dall'argomento. «Be' sì ovvio, stiamo insieme da due mesi» rispose sottovoce, come se la sua vicina di spalto fosse realmente interessata ad ascoltare la sua vita sessuale. «Certo che ne abbiamo fatti di passi avanti da "oddio non ci prova" a "be' sì ovvio", mi fa piacere saperlo» commentai ironica stuzzicandola. «Ma non è questo l'importante, cioè sì se proprio dobbiamo parlarne c'è proprio una bella alchimia sotto le lenzuola» si lasciò andare con sguardo sognante. Silvia spalancò gli occhi: «Guarda te come mi combina la Nadia questo signor Architetto» commentò divertita. «Come se fossi l'unica qui, nessuno ha ancora detto niente di quell'evidente succhiotto enorme che ha Lucy sul collo? E dovresti vederla come cammina in ufficio quando c'è Maciste che la fissa come un pesce lesso: a volte ho il terrore che possa perdere un'anca mentre sculetta» intervenne Nadia, spostando l'attenzione su di me. «Che c'è? Era così grosso che non sono riuscita a coprirlo con il fondotinta e poi non è vero che sculetto, cammino solo sui tacchi» mi giustificai, bevendo dalla lattina. «No ma infatti, non parliamo di Lucy che tanto c'è Alex che mi tiene informata su tutto, fate sesso spinto?» domandò ancora Silvia alzando e abbassando le sopracciglia con fare ammiccante. Nadia arrossì, assumendo un'espressione palesemente in difficoltà, sorrisi divertita. «Aspetta un minuto, che cosa ti dice Alex, scusa? Com'è che dice tutto a tutti e non a me?» mi lamentai, mentre Silvia mimava di cucirsi la bocca, traditrice. Nadia sbuffò: «Possiamo concentrarci sul discorso principale? Domenica conosco la famiglia di Andrea e sono agitata» «Nadia, ti ricordo che Andrea ha conosciuto i tuoi il secondo giorno che vi siete visti, effettivamente, tu sei in ritardo» puntualizzai, poi la guardai di sottecchi sventolando il dito indice con fare minaccioso: «Comunque, signora alchimia sessuale, me lo sono legata al dito questo tuo predicare bene e razzolare male. Dici tanto a me di fare la brava e intanto tu fai sesso spinto con il signor Architetto.» Nadia scoppiò a ridere, mentre Silvia mi guardava con un sopracciglio alzato: «Tu, la brava? E quando mai? Non è che se compri preservativi biodegradabili puoi definirti brava. Anzi, vuol dire che te la spassi a breve termine: la scadenza di quei cosi è due volte inferiore a quella standard» commentò spalleggiata da un applauso di Nadia. Io spalancai gli occhi, prendendo subito l'astuccino delle necessità in mano, cercando l'ultimo preservativo rimasto dopo il tuono di Thor della notte precedente. «Cazzo, ho fatto sesso con preservativi scaduti» commentai sottovoce, mentre Silvia e Nadia, non curanti dell'ondata di panico che mi stava salendo dalle gambe, continuavano a prendermi in giro. La partita iniziò subito dopo l'entrata in campo di Selli, quando si era tinta i capelli azzurri? Quante cose avevo perso di vista negli ultimi mesi? Sentii il fiato diventare più corto, anche lui fuori dal mio controllo come le dita che stavano digitando il numero di Alex senza che me ne accorgessi, come se fossero guidate da qualcun altro. «Che cosa stai facendo?» chiese Nadia guardandomi preoccupata. «Lucy? Dove sei, non ti sento» urlò contemporaneamente Alex dall'altro capo del telefono, facendomi notare la chiamata in corso. «Oh Dio! Sono pazza» affermai con voce strozzata. Nadia prese il telefono, mentre io cercavo di regolarizzare il respiro, nonostante l'agitazione. «Okay, prima che inizi a preoccuparmi davvero, inizia da capo e raccontami tutto» fece Nadia, annuii, prendendo un bel respiro. «Ieri sera dopo la palestra, Alex si è fermato da me» «Come praticamente ha fatto tutta la settimana» commentò Silvia, Nadia alzò gli occhi al cielo, io sorrisi. «Sì be', si ferma spesso e stiamo bene, mi fa star bene. Poi però diventa insopportabile: non mi vuole dare ragione, mi ruba l'ultima parola e sapete che cosa ha detto a sua sorella di me? Che sono una rompicoglioni e basta! No va be', ho parafrasato un po', ma è che Alex mi manda in confusione. È attento, dolce, mi dà corda su tutte le mie paturnie ed è bellissimo, sexy da morire e quando mi guarda e sorride... cazzo. Sono la ragazza più fortunata del mondo quando lo fa. Però ricordiamoci sempre che è insopportabile tantissime volte durante il giorno. Comunque, dicevo: ieri sera durante la cena siamo stati interrotti dal vicino che era rimasto chiuso fuori. Notare bene che il vicino in questione è il nostro nuovo consulente in azienda, lo stesso che ieri mi ha vista mentre indossavo solo la maglia di Alex e che, sorpresa delle sorprese, a quanto pare era il suo compagno di banco alle elementari. Fatto sta che ci ha provato con me ieri sera, prima di vedere Alex, nudo. Tra l'altro voi non potete minimamente immaginare cosa sia Alex nudo e non lo dovete fare perché sono gelosa da morire. Ovviamente lui non lo deve sapere» dissi a macchinetta scacciando via l'ansia e l'agitazione. «Certo, perché non si capisce che sei gelosa di lui. No, no. Come quando viene in palestra la cognata di Tom» commentò Silvia alzando gli occhi al cielo. «Comunque, in tutto questo Alex che ha fatto?» chiese Nadia, sospirai. «Che cosa vuoi che abbia fatto? Ha marchiato il territorio ovviamente, mi definita sua ragazza e mi ha fatto tremare le gambe con un sorriso. Poi abbiamo fatto sesso spinto e mi ha marchiata in modo ancora più evidente. Lo avrei ucciso per questo, ma poi lui sorride, mi chiama bimba e mi bacia di nascosto prima di entrare a lavoro. Cazzo, sono diventata una persona incoerente» mi lamentai appoggiando il viso sul suo petto comodo di Nadia, poi mi resi conto che nelle sue mani il mio telefono era illuminato nella chiamata in corso con Alex. Strabuzzai gli occhi: «No, no, no, no. Non è vero nulla, stavo scherzando. Ci siete cascate, eh, Ragazze? Ve l'ho fatta» iniziai a ridere istericamente indicando il telefono al paio d'occhi che mi guardavano in confusione. «Santo cielo!» esclamò alzando il telefono per chiudere la chiamata, prima che Silvia, meglio conosciuta come Giuda, dicesse l'indirizzo esatto della nostra posizione. Subito dopo arrivò un messaggio da Alex: "Sono con Andrew, dieci minuti e siamo lì, bimba incoerente e, soprattutto, mia. Un bacio. No quello dopo. - Thor."

Ragazza con gli occhi caleidoscopio - COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora