4| Manzo per cena?

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Il troppo silenzio era deleterio per me, colpa dell'imbarazzo e della dannata ansia legata all'attenzione degli altri su di me: dovevo parlare e parlare per essere a mio agio, oppure scappare via. Per questo motivo appena parcheggiato davanti alla palestra, con la scusa-pipì, mi fiondai dentro rifugiandomi nello spogliatoio femminile dove Alex non poteva fare ulteriori danni al mio autocontrollo. «Buonasera signorina. Il telefono è un optional per te oggi?» Una versione sarcastica di Silvia già cambiata per l'allenamento, mi accolse a braccia conserte e con uno strano cipiglio nello sguardo. Sospirai. «Se sapessi della mia giornata, non saresti così sarcastica. Cos'è successo, cos'è quella faccia?» chiesi spogliandosi degli abiti del lavoro a favore di quelli da palestra. «Selli ha deciso di non venire mai più qui. Dice che ora vuole prendersi una pausa dagli uomini e per questo si è aggregata alla squadra di hockey di Anastasia» disse sospirando. «Quella Anastasia?» chiesi stupita. Silvia annuì. «Anastasia sfascia-coppie» confermò il dubbio. Corrugai la fronte dispiaciuta e dubbiosa su quanto appena sentito. «Dobbiamo trovarle un ragazzo. Io e te lo sappiamo che non è capace di stare "da sola", così come sappiamo che chi va con Anastasia inizia a sfasciare» affermai, terminando la treccia e prendendo la solita acqua contraffatta. Silvia annuì: «E magari lo troviamo anche noi: la mia sorellina ha una vita sentimentale più intensa della mia» commentò ironica aprendo la porta dello spogliatoio. «Perché dici? Siamo donne emancipate, noi siamo il club delle zitelle e felici» ribattei ironica, facendola ridere. «Ciao ragazze, siete sole?» chiese Tom vedendoci attraversare la prima sala pesi. «Ciao Tom, sì, Selli ha deciso di abbandoraci dal momento che non ci presenti mai nessun maschio» risposi mantenendo il mood ironico e divertito, rise, ignaro della vera ragione. «Sì Tom, potresti presentarci qualcuno. Dovremo pur avere qualche onere per te: non ti abbiamo mai tradito e ti abbiamo portato un sacco di clienti!» mi stette dietro Silvia. «Anche perché non siamo mica cozze, oh, i tuoi amici dovrebbero baciarsi i gomiti. Anzi sai che ti dico, lascia stare, non ci meritano.» continuai, finendo per ridere da sola delle battutine da teatrino da due soldi. Tom ci guardò incredulo, poi scosse la testa. «Valà ragazze, torno ad allenarmi. Salutatemi l'altra caravella» concluse il discorso allontanandosi. «L'ha notato pure Tom» affermai sconsolata. «Cosa?» «Sto ingrassando» sussurrai per non farmi sentire da altri, guadagnandomi una spintarella. «Nel cervello Lucy, lì stai ingrassando» rispose fin troppo ad alta voce. La guardai male, velocizzando il passo per arrivare alla sala cardio. «Ignoro volutamente il tuo commento solo perché ti devo raccontare cosa è successo oggi. Ti giuro: un film» iniziai aprendo la porta; «Palmucci ci ha provato di brutto! Finalmente si è reso conto del mio super fascino affascinante» affermai esaltata, atteggiandomi a modella sulla conclusione della passerella. Silvia ridacchiò. «Io non riesco ancora a capire che cosa ci trovi in lui. Ha l'aria da donnaiolo viscido e poi non è neanche questo gran manzo» osò dire Silvia ridendo e facendomi cadere le braccia. «Dai retta alla tua amica ragazzina» sentimmo alle spalle. Alzai gli occhi al cielo di default, mentre Silvia mi guardava interrogativa. «Giusto, Silvia, ti presento il nuovo magazziniere dell'azienda. Alex il mago.» Silvia strabuzzò gli occhi, ridendo subito dopo; poi tornò seria e mi guardò male. «Lucy, un club non può stare in piedi con solo una persona. Chiudo ufficialmente il club delle zitelle felici e apro il capitolo zitella solitaria» affermò sconsolata lasciandomi lì con Alex per salire sulla bike. Alex, al solito, stava ridendo. «Che ti ridi tu! Hai visto come hai fatto stare Silvia» affermai corruciata colpendolo al petto, dove la canotta bianca lasciava ben poco all'immaginazione. Fece finta di provare dolore, solo per sentirmi chiedere scusa. Ovviamente non lo feci. «Penso che Silvia sia molto intelligente e perspicace. Penso anche che tu ti stuferai prima o poi di scalciare e piantare i piedi, ragazzina» disse in modo malizioso piegandosi per arrivare alla mia altezza. Piegandosi molto. «Silvia, non rimarrai a lungo ferma in quel capitolo, ti do la mia parola. Per quanto ci riguarda» continuò, alzandosi, ma puntandomi comunque il dito contro: «tra un paio d'ore ci vediamo fuori.» Lo guardai divertita, assumendo una ridicola posa da pugile. «Ci vediamo fuori eh? Ti ricordo che anche Davide sconfisse Golia» commentai saltellando da un piede all'altro. Lui sorrise dolcemente, appoggiando una mano sulla spalla. Elettricità, scossa. «A dopo piccola peste» concluse facendomi arrossire, prima di scomparire al di là della porta. «Avanti signorina, inizia a spiegare» affermò Silvia. Iniziai dal principio e le due ore di allenamento finirono con il concludersi della vicenda; giusto in tempo per uscire e assistere ad una delle scene più mortificanti e brutte di sempre: la rossa della mensa era avvinghiata ad Alex in una sorta di tentativo seduttivo. Strabuzzai gli occhi, sentendo lo sguardo di Silvia su di me, curiosa della mia reazione. Li sorpassai come se nulla fosse, ma sulla porta fu più forte di me. Io proprio non riuscivo a stare zitta e tenermi tutto dentro. Non ce la facevo proprio e me ne sarei pentita, lo sapevo, ma parlai comunque: «Alex, hai ancora intenzione di accompagnarmi alla macchina o devi portare il cane a spasso?» chiesi seria, lui scosse la testa. «Ti aspetto fuori» disse senza nemmeno guardarmi, ma scrollandosi la rossa di dosso. Silvia scoppiò a ridere, mentre la rossa, perspicace come un sasso, guardò prima me poi lui. La sentii chiedergli se avesse un cane prima di chiudere la porta alle mie spalle. Ero riuscita a togliermi una piccola soddisfazione.

Ragazza con gli occhi caleidoscopio - COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora