15|Il caos

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Lunedì.

Avevamo passato la domenica perfetta: chiusi in casa tra letto e divano, nudi, mangiando schifezze, ripetendo di amarci ad ogni sguardo. Mi faceva sentire una ragazzina e mi viziava come tale, tanto da farmi chiedere come avevo fatto a vivere prima, senza di lui? Quanto tempo avevo sprecato, scettica, nella sicurezza di una solitudine con il pieno controllo delle mie abitudini, perdendomi la quotidianità delle ore trascorse con lui. Un tipo di qualità di vita inaspettata che mi aveva travolta, ribaltata e legata per non farmi più cadere. Con Alex avevo capito che non ero mai stata veramente innamorata prima. Mai come con lui.

«Non voglio entrare» dissi seduta nel sedile del passeggero nell'auto di Alex, con la testa sulla sua spalla e la mano intrecciata nella sua. «Piccola, neanche io vorrei interrompere il nostro weekend di sesso spinto e coccole, ma penso proprio che tuo padre non sarebbe troppo magnanimo nei miei confronti e nemmeno nei tuoi» rispose accarezzandomi la guancia con la mano libera, ridacchiai. «Ti immagini? "Papà, Alex ed io non veniamo oggi: dobbiamo fare sesso e coccolarci nudi tutto il giorno", sarebbe davvero divertente» commentai, spalancò gli occhi. «No, penso che sia saggio aspettare per l'outing» esclamò ridacchiando, piegandosi sul mio viso per un bacio leggero sul naso. Sorrisi, lasciandomi coccolare dalle sue attenzioni. «Mi dispiace abbandonarti da solo in magazzino oggi, però...» iniziai, lui rise, finendo la frase al posto mio: «Però sei felice di tornare ad indossare le tue camicette e le scarpe da sexy donna in carriera.» Annuii guardando soddisfatta le mie décolleté bordeaux. «Posso dire che però mi scoccia saperti così in giro per l'ufficio e non con me?» «Ti prometto che vengo a trovarti tutte le volte che riesco, tu però non fare il cascamorto con la centralinista che sennò» «Fai la gelosa?» Sbuffai. «Certo! Hai visto come fa la smorfiosa? Tutte le volte che ti guarda urla "vienimi nelle mutande" con gli occhi» mi lamentai, Alex invece rise. «Signorina Gasparri, com'è sboccata» «Divertente. Io sono seria, quella là ti spoglia con gli occhi ogni volta che le passi davanti» insistetti. «Ma Amore, tu sei l'unica che mi può spogliare veramente» «E ci mancherebbe!» Gli diedi un colpetto sul petto, sentendolo ridere ancora. «Quella non è la macchina di Nadia?» domandò guardando nello specchietto, annuii. «Questo vuol dire che è arrivato il momento di uscire, bimba. Dopo dimmi che ha detto Nadia riguardo ieri, che io chiamo Andrew» «Cucciolo, sei diventato una pettegola» lo presi in giro, dandogli un pizzicotto sul braccio. «Ehi, tu non lo sai ma Andrew non ha mai presentato nessuna donna alla famiglia. Sono molto curioso, lo ammetto. Quindi ora ti do un bacio e vado a spettegolare con il mio amico» rispose con un bacio a stampo e un occhiolino. Scossi la testa con un sospiro sconsolato: «Non vedo l'ora di tornare qui con te» bofonchiai uscendo, non prima di rubargli un altro bacio.

Alex entrò per primo, lasciandomi gli ultimi cinque minuti prima di iniziare a lavorare per parlare con Nadia. Ne approfittai per accendere una sigaretta. «Non avrei mai pensato di poterlo dire, ma sono innamorata della famiglia di Andre» esordì Nadia, salutandomi. «Pensavo che dicessi di Andre, senza la famiglia in mezzo» ridacchiai da sola. «Seriamente Lucy! Sua madre è una scrittrice famosa, ha pubblicato tipo due dozzine di romanzi, o forse erano tre, non ricordo: è carinissima, davvero, alla mano, ironica e decisamente spiritosa. Mi ricorda un po' te, ad essere sincera. Suo padre, invece, è più introverso e tagliente, ma appena parte a parlare non si ferma più: fa l'avvocato, a quanto pare il suo studio è molto famoso a Bologna. Poi ci sono i fratelli di Andre, sono quattro: Michele e Giacomo sono gemelli, i più grandi e lavorano nello studio del padre, poi c'è Francesco, più piccolo di un paio d'anni di Andre, fa il musicista, come quei nuovi cantanti indie che ti piacciono tanto e fa un sacco di lavori part time. Infine, Sofia, la più piccola, che sembra voler prendere la stessa strada della madre. Credimi, è davvero carina e spiritosa da matti: siamo entrate subito in sintonia» concluse entusiasta. Sorrisi, annuendo. «Vedi, alla fine è stata una bella giornata, sono molto felice per te. Alex mi aveva accennato qualcosa riguardo il prestigio della sua famiglia e a quanto pare tu sei la prima fidanzata ufficiale ad essere presentata in casa Chiarini. Quindi...a quando le nozze?» chiesi maliziosamente, vedendola arrossire. «Lucy!» esclamò a voce un po' troppo alta, facendomi ridere. «Aspettiamo almeno qualche mese in più» aggiunse in tono scherzoso. «Diamine sì eh! Guarda che voglio essere magrissima per le foto e, considerando che Alex ha preso la cattiva abitudine di ingozzarmi con la scusa dell'attività extra, mi ci vorrà un po' di tempo» commentai ridendo insieme a lei e spegnendo la sigaretta a ridosso dell'entrata, sotto lo sguardo attento di Simone Poretti che mi stava aspettando al varco. Sospirai: l'incubo aveva imizio. «Buongiorno vicina, oggi sei vestita, peccato» esordì facendomi entrare. Alzai gli occhi al cielo: sarebbe stata una lunga giornata.

Ragazza con gli occhi caleidoscopio - COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora