7| Questione di friendzone

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Non riuscivo a smettere di sorridere pensando agli occhi di Alex che mi avevano seguito fino all'auto. «Non parto fino a quando non sono certo che tu sia arrivata sana e salva alla tua macchina» aveva detto ed io, forte nel favore del buio avevo risposto con la solita acidità in difesa delle truppe alla resistenza: «Tienitele per le altre queste premure.»

«Sono riuscita a parlare con Selli oggi, è così presa dall'hockey che ha smesso di lavarsi i capelli. Dobbiamo intervenire il prima possibile.» Silvia tentò di attirare la mia attenzione, ma io sentivo ancora gli occhi di Alex sorridere alla mia battuta, guardandomi senza controbattere. «Lucy?» domandò ancora, ma le labbra di Alex avevano sfiorato le mie ore prima ed io sentivo ancora la menta pungere sulla punta della lingua. «Lascia perdere, Maciste le ha fatto un incantesimo oggi e non si toglie quell'espressione da scema innamorata dalla faccia» intervenne Nadia. La guardai truce. «Tu sarai la scema innamorata e Maciste non ha niente a che fare con la mia faccia» mi lamentai, Nadia guardò complice Silvia, nascondendo dietro le ciglia un diabolico sguardo d'intesa. «Maciste sarebbe l'Eracle della palestra dunque?» domandò Silvia divertita. «Sì lo stesso che ha teletrasportato il mio maglione bianco portafortuna in fila per la Coloreria, schizzandomi come un idrante» affermai sicura di me con le braccia sui fianchi, ricevendo solo occhiate maliziose e risolini. «Fatela finita voi due, caffè. Mi ha schizzato con il caffè» mi affrettai ad aggiungere, sorpassandole per cercare qualcosa della mia taglia. Non che avessi realmente intenzione di comprare qualcosa, sia chiaro: se mi fossi vestita in un certo modo, questa serata, Alex ci avrebbe sicuramente ricamato sopra ed era vietato. Anche se quel vestito blu elettrico con i bottoncini d'oro della scollatura sul seno era perfetto per valorizzare le mie forme e c'era pure la mia taglia. «No. Niente spese extra questo mese» dissi ad alta voce per convincermi a non comprarlo. «Ma dai Lucy, puoi spenderli 30 euro in più, non saranno quelli a mandarti in malora. Ah no, giusto, probabilmente volevi comprarti qualche completino intimo nuovo, visto la tua propensione a denudarti» commentò ironica Nadia al mio autocontrollo, tentai una smorfia, ma finii per ridere con lei «Questa era divertente» dissi puntandole il dito contro. «In ogni caso, dato che sai che preferisco prevenire che curare, farò in modo di non trovarmi mai più in situazioni che implichino togliere qualsivoglia tipo d'indumento dal mio corpo» continuai zittendo quella pernacchia che la Lucy interiore stava facendo. «Certo, Lucy» ironizzò Silvia, prendendo il vestito blu che avevo davanti. «Però ti soffermi proprio su questo che urla toglimi davanti a un uomo di nome Alex» «Cavolo, tutto questo dice quel vestito? Allora lo devo proprio comprare, troppo intelligente per essere messo in un angolo. Comunque ci tengo a ricordarvi che è Nadia che deve fare colpo stasera o meglio, a lei interessa farlo: io voglio solo assistere e scroccare del sushi» dissi convinta, Silvia scosse la testa. «Mi piacerebbe troppo imbucarmi e godermi la scena in silenzio, ma Genni ha deciso di voler abbandonare l'università a un passo dalla laurea e se non ci sono io tra lei e i miei, ci scappa il morto. Poco importa se il morto poi sono io» intervenne Silvia, portando alla mia attenzione una deliziosa maglietta leggera con scollo a cuore e un gioco di pizzo vedo e non vedo. Le appoggiai una mano sulla spalla: «A Natale deve tornare Lizzy e potrai prenderti una pausa, signora avvocato.» Silvia sospirò, poi sorrise, avvicinando la stampella con la maglia sopra un paio di jeans chiari a vita alta con la cerniera di lato. «So che è di Nadia il vero appuntamento, ma mi piace Alex» disse piano, arrossii, ma alzai gli occhi al cielo. «Finiscila. Nadia hai trovato qualcosa?» chiesi voltandomi verso l'altra, prendendo comunque sia i jeans che la maglia, oltre che il vestito blu.

Qualche ora più tardi stavamo aspettando i ragazzi, dentro ai nostri cappotti lunghi e le sciarpe pesanti. Nadia e la sua minigonna stavano tremando, ma più che il freddo era l'agitazione a prevalere sulle altre emozioni. Era proprio tenera, un'adolescente al suo primo appuntamento. «Dovevamo proprio farci venire a prendere qua? Sai che imbarazzo se tuo padre si affacciasse al balcone?» Tenera e divertente. Scossi la testa «Figurati, a quest'ora c'è il tg, troppo impegnato per guardarsi intorno. Comunque, non ci tenevo affatto a far sapere ad Alex il mio indirizzo di casa, ma Andrea ha insistito per venirci a prendere a casa per non far guidare nessuna delle due. Quanto è carino?» chiesi retorica dandole una gomitata d'intesa: Nadia era quel tipo di donna fermamente convinta che la galanteria di un uomo lo definisse in quanto tale. «Ѐ il minimo, lui è l'uomo» precisò con sicurezza, per l'appunto. Scossi la testa guardando il messaggio appena arrivato sul telefono: «Ti sto guardando» lessi ad alta voce, sbarrando gli occhi «Inquietante devo dire» commentò Nadia. Mi girai subito di spalle, verso casa di mio padre, pensando al peggio. «Buh» sentii dall'altra parte. Alex aveva legato i capelli in uno chignon scombinato alto, ma soprattutto aveva esagerato con il profumo. «Volevi spaventarmi o stordirmi?» ironizzai guardandolo con malizia, stregata dall'incanto che emanava tra la sua caratteristica sicurezza e quella giacca di pelle da badboy. «Sono i miei feromoni a distrarti ragazzina, lo so che hai la pelle d'oca» «Tremo tutta guarda.» Lui rise, ma io sentivo davvero la pelle d'oca e i brividi, soprattutto non appena sentii la sua mano sfiorare la mia, come nella più vasta filmografia coreana adolescenziale. No. Dovevo concentrarmi sul reale obiettivo della serata: Nadia. Dov'era finita Nadia?
La cercai con lo sguardo, non trovandola più al mio fianco, poi sentii la sua risata inconfondibile. Era di fronte ad Andrea e rideva, stava ridendo ad una sua battuta. Mi strinsi d'impulso al braccio di Alex saltellando da un piede all'altro per l'entusiasmo: «Funziona, sono sicura che sia appena scattata la scintilla!» Alex si aprì in un sorriso, approfittando del contatto per far scivolare la mano sulla mia schiena e il mio corpo sul suo in un mezzo abbraccio. «Avevi dubbi? Andrea è perfetto per Nadia» affermò nello stesso mio entusiasmo, aprendo la mano poco sopra il mio sedere. Sbarrati gli occhi come fanali, rendendomi conto della troppa vicinanza a quei feromoni profumanti e mi ricomposi, schiarendo la voce. «Andiamo che ho fame» dissi senza troppa enfasi sorpassandolo, fingendo di non notare quello sguardo cadere proprio sul mio fondoschiena.

Ragazza con gli occhi caleidoscopio - COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora