5| L'armistizio

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Sotto il getto a pioggia della doccia, mi sentivo bene. Coccolata. Non riuscivo a pensare oggettivamente a nessun elemento "contro" nella lista delle motivazioni che mi portassero via da quell'appartamento. E anche se l'avessi trovato, ce n'erano almeno due positivi a controbattere, insieme a tutti i prodotti per capelli di marca che avrei dovuto infilare in borsa prima di andare via, come negli alberghi. E poi Alex era stato così inaspettatamente gentile, mi aveva scombussolata, ma giustificavo questa mia inclinazione lunatica alla triste verità che affliggeva la mia persona: ero single da troppo tempo.

Chiusi il rubinetto della doccia, arrotolandomi nell'asciugamano che mi aveva lasciato Alex prima, tipo burrito, facendo un grosso nodo sul seno. Trovai subito dopo l'asciugacapelli ed un altro asciugamano sopra al mobile e un paio di ciabatte ad aspettarmi a fianco al tappeto: questi uomini erano più ordinati di me. Sentii bussare la porta, come se fosse stato tutto il tempo dietro ad aspettare che finissi. Inquietante. «Lucy, hai finito? Sei coperta? Se apri la porta ti passo qualcosa da mettere» disse, aprii la porta, facendo uscire solo il viso. «Se questa è una scusa per vedermi nuda, ti è andata male» affermai con un sorrisetto malizioso. Alex sorrise, sbattendo le palpebre con fare innocente. «Ragazzina, non userei trucchetti per vederti nuda.» commentò, allungandomi il fantomatico cambio, senza smettere di guardarmi negli occhi per un secondo. Sorrisi. «Certo che tu hai sempre la risposta pronta. Mi asciugo i capelli, mi vesto ed esco» affermai in un occhiolino.

Cinque minuti dopo, non volevo uscire.

Anche ricorrendo ai soliti espedienti tattici, tirando i pantaloncini da basket sulla vita facendo risvolti ovunque e annodando la t-shirt sotto all'altezza del risvolto dell'elastico dei pantaloni, magari non una bambina che gioca con i vestiti del fratello maggiore, ma una teenager americana nell'ora di ginnastica sì. E poi la t-shirt mi stringeva sul seno, come se non fossi già abbastanza in imbarazzo, ma mi feci coraggio e uscii. Il profumo di carne alla piastra mi invase, facendomi sentire quasi eccitata. Lucy, ripigliati! «Bentornata sirenetta» mi accolse Alex davanti ai fornelli «mi sono arrivati dei messaggi per te, vedi di chiamare Nadia dopo. Comunque la cena è quasi pronta e tu sei estremamente tenera e sexy con i miei vestiti» continuò, sussultai in un primo momento, poi feci finta di ignorare tutte le sue parole, spostando l'attenzione sugli hamburger che stava preparando sulla piastra. «Non posso mangiare la carne Alex. Hai dell'ananas?» chiesi avvicinandomi alla tavola, per poi continuare: «Se mi dici dove trovo le cose apparecchio la tavola, Andrea dov'è?» Alex mi guardò in modo strano. «Non pensavo fossi vegetariana» disse confuso, scossi la testa. «Perché non sono vegetariana, sciocchino. Io sono a dieta perenne. Dieta di ananas e crudités, non vado matta per l'insalata, anche se è verde. Si sa che le cose verdi non fanno ingrassare, come quelle gratis. Mi dici dove sono le cose che apparecchio e soprattutto dov'è Andrea?» risposi insistendo sulle mie richieste. Alex aprì sportelli di pensili e i vari cassetti per farmi apparecchiare, poi mi guardò nuovamente, divertito questa volta. «Andrea arriva, è andato a comprare da bere. Parlami un po' di questa teoria, sono davvero molto curioso» disse incrociando le braccia; sbuffai. «Te l'ho già detto, sei sordo? E poi sono cose che si sanno! Tutto ciò che è verde o gratis non fa ingrassare. È la regola dei chilogram-free. Stessa cosa vale per i fine settimana: quello che si mangia nei weekend è lecito e privo di grassi» spiegai senza troppa enfasi. Alex iniziò a ridere, senza dare alcun segno di voler finire. Alzai gli occhi al cielo, sbuffando per la palese presa per i fondelli ed iniziando ad apparecchiare la tavola. «Se non la smetti all'istante me ne vado: farò l'autostop, mi daranno un passaggio un gruppo di ragazzi e chi lo sa che fine farò! Ti rimarrà il dubbio e la coscienza ti farà venire le emicranie, fino a quando al Tg faranno vedere i resti di un corpo privo di vita. I resti del mio corpo privo di vita, e lì ti renderai conto che sono morta. Per colpa tua. E sai che farò? T'infesterò casa per il resto della tua vita» dissi sicura di me, accrescendo la sua ilarità. «Sei bellissima» disse tra le risa e il mio sguardo cupo, arrabbiato, con le braccia incrociate al petto ad un passo da lui. Sorrise, congelando l'atteggiamento ilare, poi come se niente fosse si piegò, su di me, abbracciandomi con calore: «Ti devo toccare Lucy, sentire. É più forte di me: devo capire se sei vera o solo frutto della mia immaginazione. Sei meravigliosa.» Non riuscii a ricambiare l'abbraccio, impietrita dalla sorpresa. Senza fiato. Nascondendo il viso arrossato lontano dalla sua vista, pregando il signore che non sentisse quanto il battito del mio cuore fosse aumentato. Lucy, ricordati il mantra.
«Ci ho pensato, fondamentalmente mi hai invitato a cena, ergo non devo pagarti. Quindi sì, posso mangiare e non ingrassare» dissi entusiasta del mio perspicace cambio di argomento. Lo sentii sospirare, arreso e divertito. «E scusami, chi ti ha detto che non devi pagarmi?» chiese senza concludere l'abbraccio. «Soccia Alex. Non pensavo che anche gli hawaiani fossero tanto tirchi» commentai con una linguaccia, si lasciò sfuggire una risatina maliziosa. «Magari il pagamento non è monetario» sussurrò sul mio orecchio. Oh Gesù. Decisi che era il momento ideale per interrompere io stessa l'abbraccio, mettendo una certa distanza prima che potessi cedere posizione. Fortunatamente Andrea entrò in casa subito dopo ed Alex scomparve definitivamente dai miei pensieri. Ovviamente questa era una menzogna con me stessa bella e buona: il mio sguardo continuava a cercare Alex come una calamita, ma se qualcuno me lo avesse fatto notare avrei negato e negato ancora. E poi, cascasse il cielo, dovevo creare il perfetto identikit di Andrea: per Nadia, per tutte quelle volte che non ero riuscita concludere qualcosa, per l'amore, per il bene che vince contro il male, per tutte quelle donne fissate con l'essere zitella e per il mondo intero.
Lucy e le manie di grandezza.
«Andrew, per te stasera sarà una luunga serata» ironizzò Alex guardando il mio sguardo determinato, puntare verso l'amico.

Ragazza con gli occhi caleidoscopio - COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora