3. <<Tutti abbiamo un punto debole e io ho appena trovato il tuo.>>

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L'episodio con Christian aveva profondamente scosso Zara, che non aveva fatto nient'altro che pensare alla sua grande mano, piena di anelli doppi in acciaio e pietre nere, sul proprio braccio. Quel contatto le aveva provocato una serie di scariche elettriche lungo tutto il corpo, facendola sentire eccitata e spaventata al tempo stesso. L'aveva placcata con un'agilità tale da farle girare la testa e nessuno, prima di lui, l'aveva mai toccata in quel modo. Nessuno le aveva mai parlato così, con una simile arroganza. E nessuno le aveva mai scaturito una reazione del genere. Lei lo aveva odiato, ma anche desiderato. Aveva immaginato la sua mano su di sé, a sfiorarle ogni centimetro del corpo, anche le parti più sensibili, soprattutto quelle.

Ad interrompere quei pensieri poco casti dalla mente di Zara fu suo fratello Zeno che, sfilandole il libro - che lei stava palesemente facendo finta di leggere per pensare alle mani di Christian su di sé - dal grembo, richiamò la sua attenzione.

<<Cosa vuoi?>> chiese lei, alzandosi di scatto per tentare di recuperare il libro.

<<L'assistente di papà mi ha detto che partirete domani sera...>> rispose tranquillamente il fratello, con una nota di tristezza nella voce, mentre teneva il libro sopra la sua testa per impedirle di prenderlo.

Nonostante fossero gemelli, erano completamente l'uno l'opposto dell'altra, sia dentro che fuori, e anche le loro altezze erano diverse: lui era molto più alto rispetto a lei.

<<Sì e quindi?>> domandò distrattamente, mentre era ancora intenta a raggiungere il suo libro facendo stavolta dei piccoli salti, aggrappandosi persino al braccio di Zeno.

<<E quindi non puoi rifiutare un'ultima sera con il tuo fratellone.>> lei si bloccò quando lo sentì ridacchiare, lo guardò riducendo gli occhi a due fessure e si rese conto che aveva tenuto lo sguardo divertito su di lei per tutto il tempo.

<<Assolutamente no, Zeno! So come vanno a finire le serate in tua compagnia.>> Zara si impuntò, incrociando le braccia al petto.

Le feste organizzate da suo fratello erano pura follia, un mix di alcool, droga e stravaganza da cui si teneva ben lontana ogni volta. Non era l'ambiente per Zara. Lei, che era sempre stata una ragazza tranquilla a cui piacevano cose semplici, non era fatta per i famosi tavoli di Zeno Versari al Paradise di Roma. Amava suo fratello, avrebbe dato la vita per lui, ma quella era una cosa che proprio non condividevano.

<<Eddai Zara, è l'ultima sera in Italia, vuoi davvero sprecarla a leggere i tuoi romanzi rosa?>> le lanciò un'occhiata estremamente divertita. <<Guarda che zia Donna ha già dato disposizioni su una cena tutti insieme questa sera. Ha fatto chiamare anche la tua amica Alice.>>

<<Cosa? E perché mai?>> lo guardò confusa lei. Non capiva che motivo ci fosse di organizzare addirittura una cena in onore della sua partenza.

<<Non so se te ne sei resa conto Zara, ma stai per trasferirti dall'altra parte del mondo e questa cosa ci destabilizza un po' tutti.>> la guardò ora con un'espressione seria, posando finalmente il suo libro sulla poltrona, prima di cingerle le spalle in un'affettuosa presa.

<<Sì come no...>> scosse la testa divertita, pensando che il fratello la stesse prendendo in giro per l'ennesima volta.

<<Tu non capisci quanto sei fondamentale per questa famiglia e non sto facendo il coglione adesso Zara, sono più che serio.>> disse in tono serio, scuotendola leggermente affinché lei lo guardasse negli occhi. E quando lo fece iniziò a capire che c'era un fondo di verità in ciò che le stava dicendo, così lo ascoltò attentamente. <<Papà si farebbe uccidere per me, per te non ne parliamo proprio.>> ridacchiò lui. <<La sua bambina brava, dolce e studiosa che per la prima volta si separa da lui. Perché credi che sia così scontroso, mh? Perché non vuole mostrare quanto in realtà stia soffrendo e quanto sia preoccupato di non poterti avere sotto il suo controllo, la sua protezione.>> nei suoi occhi, così simili a quelli di Zara, lei riuscì a intravedere un pizzico di commozione e quasi le mancò il respiro. <<Vogliamo parlare di zia Donna? Sei per lei come la figlia che ha sempre desiderato e non ha mai potuto avere. Sei la sua confidente, la sua più grande amica e alleata. Non hai idea di quanti litigi ha avuto con papà e questo solo per te, per accontentarti e renderti felice. Ha scelto lei quel ragazzo, lo sai?>> le chiese infine e lei annuì.

Guardia del corpoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora