Il risveglio fu molto imbarazzante per Christian. Dopo l'episodio di qualche ora prima, lui e Zara si erano beatamente addormentati abbracciati, l'una tra le braccia dell'altro e per quanto la situazione fosse già di per sé una seccatura per quest'ultimo, il disagio che aveva provato nell'essere sorpreso dal copilota fu nettamente maggiore. Durante tutta la durata del viaggio il pilota e il suo secondo non erano mai usciti dalla loro cabina - e questo era stato un gran sollievo, poiché se li avessero sorpresi proprio nell'istante in cui davano libero sfogo ai loro istinti carnali sarebbe stato molto più imbarazzante - ma uno dei due, e in questo caso il copilota, era stato costretto, per avvisare i passeggeri dell'imminente arrivo a destinazione.
<<Atterreremo tra circa una mezz'ora, signore>> gli disse il ragazzo in evidente imbarazzo, non riuscendo a staccare lo sguardo dalla scollatura di Zara, che dormiva ancora profondamente, circondata dalla salda presa di Christian.
<<Ehi, occhi a me. Io sono qui!>> esclamò duramente, posando una mano sul petto della sua protetta, per impedire la vista del décolleté.
Il tono duro e scontroso assunto nei riguardi del copilota fece dileguare immediatamente quest'ultimo, che si era rintanato nuovamente nella cabina di pilotaggio insonorizzata. Il fastidio che Christian aveva provato nel vederlo così interessato a fissare lo scollo di Zara era stato nettamente superiore al disagio di essere stati sorpresi in quella posizione così intima, e non perché fosse geloso, ma perché non sopportava i guardoni. Per lui era inconcepibile ogni forma di violenza o molestia su una donna contro la sua volontà e quella lo era stata a tutti gli effetti, poiché Zara dormiva e non era consapevole della situazione.
<<Attento che se reagisci così, De Sanctis, inizio sul serio a pensare che tu sia geloso.>> con una risatina ancora impastata dal sonno, Zara lo sorprese con quella battuta, tanto da farlo ritrarre e alzare di scatto.
Si era svegliata nell'istante in cui la voce imponente di Christian le era rimbombata dietro la schiena, per di più i muscoli di quest'ultimo si erano irrigiditi fino al punto da scuoterla completamente, e così era stata strappata violentemente dal mondo dei sogni.
<<Non sono geloso!>> tuonò nuovamente lui. <<E' una questione di rispetto.>>
<<Rispetto, sì... mhmh>> sbadigliò, prima di stiracchiarsi e mettersi seduta.
Nonostante fosse stata svegliata di soprassalto il suo corpo e i suoi muscoli erano ben rilassati e distesi. L'orgasmo di poche ore prima era stato un vero toccasana, Christian l'aveva toccata in un modo che lei non aveva mai provato prima. Era stata sopraffatta da una moltitudine di emozioni che faticava a dimenticare, per questo non riusciva a togliersi dalle labbra un sorrisetto soddisfatto. A differenza, la sua guardia del corpo era nettamente a disagio, il nervosismo del volto di quest'ultimo, misto alla rigidità dei muscoli del suo corpo, ne erano la prova. Entrambi avevano indubbiamente avuto un brutto risveglio, ma lei non lo dava di certo a vedere.
<<Sei riuscito a riposare un po'?>> gli chiese, fissando la rigida postura assunta da lui. Christian se ne stava seduto ricurvo di fronte a lei, con i nervi a fior di pelle, il viso basso e i gomiti poggiati sulle ginocchia.
<<Mh.>> accennò in segno di assenso, senza però muoversi di un solo millimetro. <<E lei?>>
Christian era a disagio e c'era almeno un milione di motivi per giustificare quel suo stato: in primo luogo, si pentiva amaramente di ciò che le aveva fatto, di aver perso completamente il controllo di sé stesso ed essersi abbandonato al puro piacere e si odiava per questo, non faceva altro che tormentarsi perché gli era piaciuto e l'avrebbe volentieri rifatto; poi il modo in cui un estraneo - sempre però al servizio della famiglia Versari - li aveva beccati in quella posizione così compromettente, il pensiero che quel copilota potesse riferire tutto al suo datore di lavoro, il signor Versari, lo stava facendo impazzire; e infine non aveva mandato giù il fatto che proprio quel secondino si fosse imbambolato a fissare la sua protetta, era rosso dalla rabbia soprattutto per questo motivo, il sangue gli era andato in testa e probabilmente, se non avesse avuto tra le braccia Zara, sarebbe potuto scattare come aveva fatto la sera precedente con l'ex di lei.
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Guardia del corpo
ChickLitlibertà /li·ber·tà/ sostantivo femminile Zara Versari, figlia e nipote dei noti fratelli stilisti Giano e Donna Versari, è una ragazza semplice che odia la fama legata al suo cognome, nonostante sia molto affezionata alla sua famiglia. Ha degli int...