10. <<Hai paura che ti abbandoni, principessa?>>

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La Boston University era situata sulla riva del fiume Charles. Gli imponenti edifici delle varie facoltà si combinavano perfettamente alle piccole strutture colorate adibite a dormitori. Dal giallo al verde, dal blu al rosso, si trovavano in una fila ordinata di palazzetti, circondati da una folta vegetazione di prati curati, alberi in ogni angolo e edere rampicanti che scendevano lungo le mura degli stabili. In quel periodo di fine estate era un vero spettacolo per gli occhi, con le foglie ancora verdi e i fiori che emanavano un odore che sapeva ancora di primavera. Per non parlare poi dei campi esterni per lo sport. L'università era famosa soprattutto per la varietà di corsi per l'attività fisica. C'erano campi da basket, tennis, calcio, football, volley e c'era persino una piscina esterna, oltre a quella interna nell'edificio di atletica. E poi ancora le caffetterie, le mense, i minimarket, la lavanderia a gettoni, la copisteria e la libreria, oltre alla grande biblioteca comune che offriva una vasta scelta di libri di testo. Con un corpo docenti di quasi quattromila membri e più di trentaquattromila studenti, la Boston University era una delle più grandi università sul suolo degli Stati Uniti. Un piccolo paradiso terrestre e una vera e propria cittadina universitaria.

Tra quelle fila di ordinate palazzine c'era però una piccola casetta, che assomigliava più che altro ad un lussuoso cottage, proprio nello stile del resto dei dormitori, che però era un covo perfettamente sicuro e all'insegna della privacy più totale: il monolocale destinato alla permanenza di Zara Versari e la sua guardia del corpo. Il signor O' Malley in persona, guida universitaria e mentore per gli studenti, aveva accompagnato i due a fare il giro dell'intero campus fino a condurli in quella che sarebbe stata la loro nuova casa. Un'area di sessanta metri quadri con una camera da letto, un bagno e un salottino attrezzato di piano cottura. Molto piccolo e modesto, uno spazio piuttosto intimo, ma anche estremamente caloroso e confortevole.

Tuttavia, non erano mancati i primi scontri per l'organizzazione. Come Zara sospettava c'era una sola camera con un letto matrimoniale e aveva fatto di tutto pur di convincere Christian a condividerlo, ma lui era stato tremendamente irremovibile, spiegandole che sarebbe stato bene anche sul divano-letto nel salotto. Non avrebbe mai condiviso il letto con lei, per di più sarebbe stato ancor più difficile controllare i suoi impulsi. Quella ragazzina lo mandava completamente fuori di testa, ma nonostante questo, sembrava che andassero d'accordo solo quando si trovavano in momenti di totale intimità. Dovevano darsi una calmata nel vero senso della parola, perché se avessero continuato in quel modo le cose sarebbero potute precipitare in qualcosa di seriamente rischioso e, soprattutto, dovevano trovare un equilibrio per andare d'accordo. Christian non poteva distrarsi troppo, il suo lavoro richiedeva una buona dose di concentrazione e se lei gli portava via anche quel poco di lucidità avrebbe potuto metterla in pericolo. Per fortuna però Zara sembrava aver capito le ragioni che l'avevano portato a quella decisione, per cui dopo la piccola discussione si era chiusa nella sua nuova camera con la scusa di dover sistemare le sue cose, ma era finita con l'addormentarsi nel giro di neanche dieci minuti, dormendo profondamente per tutto il pomeriggio e svegliandosi solo ad orario di cena con una gran confusione per la testa.

<<Chris...>> quel richiamo da parte di Zara sembrò più una flebile richiesta di accertarsi che lui fosse lì, poiché era ancora parecchio assonnata. Con una mano a stropicciarsi gli occhi e un mezzo sbadiglio sulle labbra si bloccò poi alla vista della sua guardia del corpo ai fornelli mentre preparava qualcosa di delizioso, visto il buon odore che l'aveva invasa non appena aveva messo un piede fuori dalla porta.

<<Ben svegliata, dormigliona.>> la prese in giro lui, lanciandole uno sguardo furtivo con tanto di sorrisetto divertito, prima di tornare a girare il pollo al curry in padella. <<Sono qui!>>

Christian aveva approfittato del lungo pomeriggio di sonno della sua protetta per fare quello che si erano prefissati di fare insieme, ossia un po' di scorte di cibo e altre cose che sarebbero servite per la casa, per lui e anche per lei. Aveva un intero dossier sulle abitudini di Zara, quindi sapeva perfettamente qual era la sua dieta, quali prodotti usava per la cura di sé stessa e cosa sarebbe servito in caso di necessità, e aveva provveduto a recuperare tutto il necessario per renderle quell'inizio confortevole. Erano stati giorni un po' turbolenti quelli trascorsi a New York, dove l'aveva vista particolarmente turbata, si era aperta a delle confidenze che avevano profondamente scosso anche lui, per cui si era ripromesso di fare qualsiasi cosa per farla stare bene, anche perché, giorno dopo giorno, stava imparando a conoscerla sempre di più e aveva capito che non meritava tutta la freddezza del suo essere.

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