5. <<Accetta la tregua.>>

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Dopo l'avvenimento al Paradise, sembrava essersi instaurata una sorta di tregua tra Christian e Zara. La guerra tra loro era stata breve, ma super intensa. Si erano scannati a vicenda, uscendone entrambi comunque sconfitti, perché nessuno dei due era arrivato all'obiettivo stabilito in partenza. Lei si era ribellata, nonostante gli avvertimenti di Christian, e lui non aveva abbattuto completamente il muro di rigidità che Zara voleva tanto distruggere. Almeno però avevano smesso di rincorrersi in quel giochetto pericoloso, che li avrebbe inevitabilmente portati verso un finale spiacevole. Ma la fine di uno scontro deve essere obbligatoriamente firmato da un armistizio se non si vuole rischiare di essere risucchiati nel vortice di un nuovo conflitto. Per questo motivo Zara, dopo un prolungato periodo di meditazione in cui non aveva fatto altro che camminare avanti e indietro tra i sedili del jet privato del padre, decise di parlarne proprio con Christian. Quando lo raggiunse però, al posto che aveva preso dall'inizio del volo, vicino la cabina di pilotaggio, lo trovò con gli occhi chiusi, le braccia incrociate al petto e la solita espressione rigida che ormai lo contraddistingueva.

<<Assurdo!>> borbottò Zara tra sé e sé. <<E' incazzato anche quando dorme.>> mormorò ancora, sporgendosi verso di lui per osservare i suoi lineamenti duri.

A Zara venne quasi da ridere avanti a quella scena, infatti dovette trattenersi mentre esaminava le sottili rughette sulla fronte della sua guardia del corpo. Era un uomo austero e lei lo trovava severo e arrogante, doveva tuttavia riconoscere il fatto che fosse anche una persona leale ed estremamente protettiva perché, nonostante il loro litigio avuto la sera prima, lui l'aveva difesa e consolata in un modo che non pensava potesse essere proprio del suo carattere. La faceva ancora incazzare di brutto, dato che non accettava il suo ostinarsi a mantenere tra loro un rapporto puramente formale, ma uno dei suoi punti deboli lo aveva già trovato. Era ormai questione di tempo e sarebbe finalmente riuscita a piegarlo al suo volere.

<<Le serve qualcosa, signorina?>>

Christian, ancora immobile nella stessa posizione, con occhi chiusi e braccia conserte, ma con un nuovo ghigno divertito sulle labbra, la sorprese così tanto con quella domanda da farla sobbalzare e urlare al tempo stesso.

<<SEI IMPAZZITO?>> domandò lei in tono isterico, facendo involontariamente un passo indietro per lo spavento. <<Mi hai spaventata aaa...>> non riuscì neanche a terminare la frase che inciampò su sé stessa, ma Christian l'afferrò al volo prendendola per i fianchi prima che lei potesse cadere all'indietro. <<...morte.>> concluse infine, portandosi entrambe le mani al petto e tirando un sospiro di sollievo solo quando lui l'ebbe fatta sedere sulle sue gambe.

<<E' maleducato fissare le persone mentre dormono, non gliel'hanno detto?>> le chiese in tono ironico, provando a distrarla dallo spavento che le aveva appena fatto prendere, posandole una mano dietro la schiena e l'altra sul petto, dopo aver spostato le sue.

<<Cristo santo!>> imprecò lei, sciogliendosi immediatamente al quel tocco e socchiudendo gli occhi, per riprendersi dallo shock.  <<Sta zitto, Christian!>> sospirò ancora una volta, prima di ritornare ad un tono più cordiale. <<Pensavo dormissi, mi hai fatto prendere un colpo...>>

<<Me ne sono accorto. Lo sento.>> disse, percependo il battito accelerato del suo cuore, attraverso la pressione che le stava facendo sul petto. <<Non è facile riposare con lei che non fa altro che camminare avanti e indietro da quando siamo decollati.>> parlò in tono cauto, senza alcuna nota di rimprovero per ciò che stava dicendo. Il suo obiettivo era quello di calmarla e non innervosirla ancora di più. <<Per caso soffre d'insonnia, signorina?>> le chiese infine, non riuscendo più a trattenere un sorrisetto soddisfatto nel vederla già molto più rilassata rispetto ad un attimo prima.

Guardia del corpoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora