[Min]
Tutto intorno a me era bianco. C'erano dottori che correvano a destra e sinistra mentre io giacevo in mezzo a quella folla, immobile, con lo sguardo assente. Immagini di mia madre si impossessarono della mia mente. I suoi sorrisi, le sue parole, i momenti belli e i momento brutti. Ogni cosa, vedevo ogni cosa e questo scatenava in me un dolore allucinante che non riuscivo a tenere a bada. Un uomo che correva mi urtò e caddi a terra, poi altri uomini troppo occupati a correre via mi spintonarono. Ero nel caos, e le urla dei dottori diventavano sempre più forti, così portai le mani alle orecchie ma fu tutto inutile. Volevo alzarmi e correre via da lì ma le mie gambe non si muovevano. Mi dimenai in preda al panico e caddi col viso a terra. «Basta... Basta!» urlai sperando che qualcuno mi sentisse e mi tirasse fuori da quel manicomio. Usai tutto il fiato che avevo nei polmoni eppure sembravo invisibile agl' occhi degl' altri. Vidi una porta, così con la forza delle braccia mi trascinai verso di essa. La aprii ed entrai. Trovai la pace e il silenzio assoluto, ma qualcosa di orripilante si materializzò d'innanzi ai miei occhi. Al centro della stanza c'era un tavolo di metallo sul quale giaceva un corpo pallido e osseo. Era mia madre. Anche se ero a terra e il corpo era situato molto più in alto di me, riconobbi i lunghi capelli castani che cadevano lungo le estremità del tavolo e i lineamenti delicati del suo profilo. Cominciai a respirare a fatica e le lacrime strariparono impetuose inondando prima gli occhi e poi tutto il viso. «Mamma...mamma...» dissi ansimando. «Perchè te ne sei andata? Cosa ho fatto per far si che facessi questo a te stessa?» continuai avvicinandomi al tavolo. Afferrai il bordo del tavolo e aiutandomi con esso riuscii a tornare in posizione eretta. Allungai la mano verso il viso di mia madre e accarezzai con dolcezza la sua guancia. «Com'è lì? In paradiso... hai trovato degli amici? Sono ospitali?» gli chiesi piangendo. Nessuna risposta. Solo il suono del mio respiro che smuoveva l'aria. Chiusi gli occhi per un secondo ma quando li riaprii il corpo di mia madre cominciò a mutare sotto i miei occhi in una figura anomala. Le sue mani afferrarono la mia e si sciolsero in un liquido nero. Cercai di liberarmi ma la morsa era troppo forte. Con l'altra mano toccai di nuovo il suo viso e vidi il collo spezzarsi. Urlai per l'orrore. Poi anche la testa si sciolse e si impossessò dell' altra mano. «Lasciami!!» esclamai e mi dimenai. Il liquido nero cominciò a impadronirsi del mio viso. Coprì gli occhi, privandomi della vista, entrò nelle cavità nasali impedendomi di respirare e infine entrò nella mia bocca che chiedeva aiuto, ammutolendola. Non c'era niente che potessi fare... ero finita.
Aprii gli occhi di scatto e mi ritrovai ad ansimare mentre Jae-Hwa mi guardava scuotendomi. «Min! Svegliati!» diceva agitata. Mi misi a sedere e lei si allontanò da me tirando un sospiro di sollievo. «Che cavolo vai sognando? Urlavi come se ti stessero scannando!» disse urlandomi contro. «Mi dispiace averti svegliato, ho sognato qualcuno che non vedevo da tanto tempo...» dissi. Avvertii nuovamente quell'odiosissimo dolore pungente alla testa e mi appoggiai al muro. Jae-Hwa portò la sua mano sulla mia fronte e sul suo volto vidi una smorfia. «Credo che la tua temperatura sia salita ancora... devo andare a comprare qualche medicina al convenience, il dottore ti ha dato delle vitamine, ma non ti faranno di certo passare la febbre! Aspettami qui!» sentenziò e poi scomparì dalla mia vista. Intanto, chiusi gli occhi e abbandonai la testa, accasciandola sul cuscino.
[Jae-Hwa]
“Guarda un po' con che soggetti devo avere a che fare! Esiste in questo mondo qualcuno di più ignorante di quella ragazza?” pensai, poi sentii il cellulare squillare nella mia piccola borsetta rosa. Lo presi e lessi il nome sullo schermo. Namjoon. Sorrisi. Eravamo amici d'infanzia, se c'era qualcuno che non avrei mai voluto perdere, quella persona era lui. Risposi ma la voce dall'altra parte non era quella che mi aspettavo ma bensì quella di Jungkook. “Ah ecco, c'è una persona più rincitrullita di Min, Jungkook! Come ho fatto a non pensarci?”. «Cosa cerchi piccolo Maknee?» dissi con un tono beffardo. «Non scherzare, Min come sta?» disse. «Aspetta non ti seguo, tu chiami a quest'ora di notte per chiedermi come sta Min, quando domani hai il primo concerto della tua vita?» dissi. «Si, lo faccio! E ora rispondi!» esclamò. «Credo abbia fatto un brutto sogno e si è svegliata di soprassalto, aveva la fronte più calda di un fornello acceso e così sono uscita per andare a prendere qualche medicina al convenience...» risposi mentre passavo in rassegna tutte le magnifiche scatolette, aventi nomi improbabili, le quali avevano tutte quante funzioni apparentemente uguali ma in realtà ben diverse. Ne sapevo qualcosa di medicina. Dopotutto era il mio sogno. Diventare un dottore intendo. Purtroppo però quel sogno si era momentaneamente infranto a causa della mancanza di fondi. Avevo frequentato l'università per un anno ma poi avevo abbandonato. Mi sarebbe piaciuto riprendere in futuro ed è per questo che lavoravo sodo alla pompa di benzina. «E tu l'hai lasciata sola in quelle condizioni?» urlò il piccoletto. «Cosa avrei dovuto fare? E poi... cos'è tutto questo interesse?» chiesi sorridendo maliziosamente. Lui cominciò a balbettare senza riuscire a mettere su una frase completa e sensata. «Non essere timido, racconta... sono tutta orecchi!» esclamai sempre più incuriosita. «Non è niente che possa interessarti...» rispose ostentando indifferenza. «Bene allora... vorrà dire che dirò a Min che mi hai chiamato a quest'ora della notte solo per sapere come stava.» dissi, sapevo di aver toccato un punto dolente. Secondo le mie previsioni avrebbe sputato il rospo nel giro di tre, due, uno... «E va bene! L'ho baciata! Soddisfatta?». Sputai il the che avevo in bocca. L'avevo appena comprato. Non ero riuscita a resistere quindi l'avevo preso insieme alle medicine. Ora ero sulla strada del ritorno. «Cosa hai fatto?» urlai. «Che vuoi? Non l'ho fatto mica di proposito!» ribatté, «Ma ovviamente no! Sarà stata una forza superiore a guidare la tua faccia vicino alla sua. Magari è stato uno spirito che si è impossessato di te e si è fatto avanti!» dissi scherzando. «Senti... non so cosa mi sia preso, ma ora muoviti a tornare! Chiudo, ciao!» disse e attaccò. Sospirai e cominciai a correre il più veloce possibile. Quando arrivai, la vidi stesa sul futon che respirava a fatica. Presi una bottiglia d'acqua mezza vuota dall'armadio e un bicchiere di plastica a caso, che era stato brutalmente buttato nell' armadio. Presi dalla scatola che avevo appena acquistato, una bustina in polvere e la sciolsi nell'acqua. «Ya, bevi questo... starai meglio...» dissi gentilmente mentre mettendole una mano sotto il capo, lo alzavo evitando movimenti bruschi. Lei aprì la bocca già socchiusa e bevve velocemente. Appoggiai nuovamente la sua testa sul cuscino e andai in bagno per bagnare uno straccio con dell'acqua fredda. Quando tornai lo misi sulla sua fronte e sospirai a lavoro finito. Il suo respiro si era tranquillizzato e sembrava caduta in un sonno profondo così mi diressi verso la mia fantastica poltrona. Quando fui sull'orlo della porta la udii dire: «Ya... Jeon Jungkook... perché sei così cretino? Ah?». Scoppiai a ridere. “Credo che mi divertirò un sacco con questi due...”
[Kim Soyoung]
Quel tipo era proprio strano... quale bisogno c'era di aiutarmi con quella bottiglia. Pensava che io fossi una debole? “Anche se non lo fossi stata, con quel balbettare credo che lui se lo sia pensato, dovresti smetterla di essere così insicura quando parli con gli altri! E dire che quando parli con me, dici un sacco di parolacce!” mi rimproverò la mia insulsa vocina interiore. «Aaah... fammi vedere dove l'ho visto. Era un idol ne sono sicura. Forse un gruppo della BigHit!». Sgattaiolai nella stanza di mia sorella e afferrai la sua pila di riviste di kpop. Era una patita di quella roba. Sarebbe voluta venire a fare la cameriera al mio posto, ma quello stesso giorno il suo ragazzo tornava da un lungo viaggio in America, quindi non aveva avuto scelta. Cominciai a sfogliare le pagine della prima rivista, poi passai alla seconda. Continuai così, fin quando non lo vidi. Il suo sguardo fisso su di me. Le braccia imponenti scoperte e un sorriso beffardo dipinto in faccia. Restai ad osservarlo. Il suo nome era Jimin, Park Jimin.
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Sono viva!!!! Sono ufficialmente ancora in questo mondo! xD Comincio col scusarmi... SCUSATEMI! Mi dispiace tantissimo pubblicare così a rilento ma la scuola mi succhia l'anima! Vabbeh... Cosa ne pensate? Ditemi un po'... qual'è il vostro personaggio preferito? (Non dite Min, perchè è cattiva! xD)
Della coppietta Kookie-Min? E della New entry Jimin- Soyoung? Quanto ammooore!!! ANche io vi lovvo tanto! Grazie per tutti i vostri voti e i commenti. I miei ringaziamenti non saranno mai abbastanza.
P.S. Ma quanto è bello l'album di Rap Mon??
P.P.S.S. Già che ci sono vi spammo anche una canzone uscita ieri. È il debutto di un gruppo femminile chiamato The Ark. Se non lo conoscete vi consiglio di dare un occhiata alla loro canzone. È The Ark- the light. Fateci un salto!
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Sempre...
ФанфикNome: Park Min Età: 18 Data di nascita: 28 febbraio Condizione familiare: Sola, senza genitori. Condizione economica: Tiro avanti con 496(400 €) won al mese. Occupazione: Lavoro, solo il lavoro. Ambizioni: Avere un futuro migliore. Storia: In che...