Lei
Mi svegliai di soprassalto. Avevo la vista offuscata, ma riuscivo a distinguere una figura che mi guardava. Allungai una mano per verificare che non fosse un' allucinazione e rimasi quasi sorpresa quando entrai in contatto con qualcosa di materiale, di... reale.
"Allora sono viva!" pensai, accennando un lieve sorriso.
Ritrassi immediatamente la mano e cercai di alzare il busto. Intanto la mia vista era ritornata quella di sempre e notai oltre al ragazzo che avevo toccato, un gruppo di cinque? No, sei ragazzi, che avevano tutti quanti lo sguardo su di me. Percepii qualcosa attaccato sulla fronte e dopo aver alzato una mano, sentii al tatto qualcosa di liscio. Lo staccai. Era un panno bianco bagnato. Lanciai un' occhiata veloce a quello che avevo intorno, per farmi un'idea di dove mi trovavo. Ero su un divano nero abbastanza grande e di fronte a questo c'era un piccolo tavolino di legno depositato su un tappeto verde. Oltre al tavolino vidi un grande televisore incastrato all'interno di una libreria, piena di libri, peluche, dischi e DvD.
I ragazzi erano in piedi, tranne il tizio dai capelli neri che era seduto poco lontano da me, sopra un puff in tono con il divano.Lui fu anche il primo a parlare:
«Come stai? Ti fa' male qualcosa?»
"Cos'è quest'interesse?"
«Sto bene... posso sapere chi siete e sopratutto dove sono?» chiesi travolta dalla curiosità .
«Sei nel nostro dormitorio. Ieri sera ti abbiamo trovata svenuta al parco» rispose un ragazzo dai capelli castani e una lunga frangetta.
«Noi siamo i Bangtan Sonyeondan, non ci riconosci?» continuò l'altro alla sua destra. Aveva anche lui i capelli castani, ma indossava un cappellino con la visiera nero.
«Ah... grazie allora...» dissi al primo che mi aveva risposto, poi girai lo sguardo verso l'altro.
«Perchè? Dovrei? Aspetta... Bangtan... l'ho sentito da qualche parte.» cominciai a pensarci seriamente, da qualche parte lo avevo sentito. Forse al lavoro oppure alla radio. Probabilmente lo avevo anche letto da qualche parte. Poi improvvisamente ricordai.
«Aah... ecco. Siete degl' idol! Ho sentito delle ragazzine parlare di voi!» esclamai.
«E tu chi sei?» chiese un ragazzo con la cresta e i capelli biondi. "Tsk... ora ci sono anche tizi con i capelli biondi, in Corea"
«Mi chiamo Park Min e ora... devo andare, mi scuso per il disturbo.» risposi. Mi alzai dal divano. Mi guardai intorno in cerca di una porta. Non era molto lontana ed era proprio di fronte a me. Mi diressi verso di essa, passando oltre il ragazzo seduto sul puff. Passai accanto al tizio dai capelli biondi, che però mi fermò afferrandomi per il polso.
«Ya, non credi di doverci delle spiegazioni? Perchè ti trovavi lì?» mi chiese.
«Perchè dovrei? Non sono affari vostri.» risposi fulminandolo con lo sguardo. Perchè avrei dovuto rivelare che uno schifoso creditore mi stava inseguendo?
«Invece si, dopotutto abbiamo rischiato di essere scoperti da qualche giornalista portandoti qui.»
"Vero, loro sono famosi...In questo caso il biondino ha ragione."pensai. Sospirai rassegnata.
«Stavo scappando da qualcuno, va bene? Sono caduta e credo di essere svenuta.» dissi.
«Come? S- sei una ladra?» disse quello con i capelli rossi... Rossi? Trovano così divertente tingersi i capelli? Mi avvinai a lui con un'aria irritata.
«Tsk...Senti un po' non prendermi per uno di quei schifosi bastardi, ok? Io il cibo me lo guadagno ogni giorno lavorando, capito?». Non mi piaceva quando mi consideravano quel genere di persona.
«Ah... ed ora che ci penso, sarà meglio che io esca da una finestra o un balcone, siete famosi no? Non voglio recare problemi a nessuno» dissi rivolgendomi a tutti.
«Va bene... seguimi.» disse un ragazzo alto e con le labbra molto grandi, che fino ad allora era stato in silenzio. Gli altri lo guardarono allibiti con una faccia che diceva chiaramente: "Stai scherzando vero?". Lui li ignorò e si diresse verso una porta che si trovava alla destra della porta principale. La aprì silenziosamente e mi invitò ad entrare, dopo di me anche gli altri fecero lo stesso. Era piena di scope, bacinelle, palette e altri utensili per pulire. Non era molto grande e subito di fronte alla porta d'entrata c'era una finestra di grandezza media, che riusciva a fare luce ovunque. Era già aperta quindi mi affacciai per vedere da quale distanza avrei dovuto saltare. Non era tantissima, ma neanche poca. Fortunatamente alla destra della finestra si ergeva un grande albero che in parte copriva la visuale della finestra. Nonostante questo, però, uno spiraglio di luce si faceva largo tra i rami e consentiva di avere una stanza luminosa.
"Posso arrampicarmi sui rami e usarli come scala, per scendere giù" pensai.
Ero pronta. Afferrai i lati della finestra e misi un piede sulla parte inferiore di essa. Con l'altro piede feci per darmi una spinta, ma venni fermata dalla mano di qualcuno.
Mi girai. Era il ragazzo con i capelli e gli occhi neri.
«Sei sicura? Potresti farti male!» mi ammonì. Posai lo sguardo sulla sua mano, e con la mano libera la staccai da me. Sorrisi appena.
«Tsk... credi che io potrei essere ancora in vita, se ogni maledetto giorno, da 5 anni a questa parte, avessi agito con la preoccupazione di potermi far del male?» dissi, con un tono aspro, quasi arrabbiato, mentre i miei occhi lo guardavano intensamente.
«Non è così che funziona la mia vita. Una volta... avevo i vestiti puliti ogni giorno, il cibo pronto in tavola, andavo a scuola, avevo una casa e tutto quello che una bambina può desiderare. Ma ora... accidenti...è così difficile, ma sono ancora viva e questo è l'importante. Solo una cosa voglio dirvi.» e mi rivolsi a tutti.
«Tenetevi stretto quello che avete, finchè è a portata di mano, perchè... non durerà in eterno.»
Con questo con un balzo saltai sul ramo che sembrava più stabile e più vicino. Feci lo stesso con gli altri, facendo molta attenzione e quando arrivai all'ultimo ramo, quello più in basso, con un salto atterrai sull'erba umida. Diedi un'occhiata veloce intorno a me per accertarmi che non ci fosse nessuno a guardarmi. Feci un paio di passi e quando fui sull'orlo di cominciare a correre, sentii una voce arrivare dall'alto. Mi girai di scatto.
«Almeno dicci dove abiti!»
«Io? Yeongdeungpo... sono di lì.» risposi prima di correre via. E mentre il vento mi accarezzava i capelli pensai: "Tanto, anche se vorranno, non mi troveranno mai!"
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Finalmente sta' tizia s'è svegliata! Guarda come li tratta! E ti hanno anche salvato la vita!
*La vede che salta giù da una finestra e si arrampica ad un albero*
Ma cos'è un Ninja?

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Sempre...
Hayran KurguNome: Park Min Età: 18 Data di nascita: 28 febbraio Condizione familiare: Sola, senza genitori. Condizione economica: Tiro avanti con 496(400 €) won al mese. Occupazione: Lavoro, solo il lavoro. Ambizioni: Avere un futuro migliore. Storia: In che...