Capitolo 16

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[Min]

In quel momento la mia mente era assente, avevo la vista appannata e vagavo con la schiena ricurva e le mani alla testa per la strada buia. Perchè andava sempre a finire così? Dov'era la mia forza? Perchè il mio corpo debole mi impediva sempre di vivere come si deve? Non mi era mai importato il voler stare in compagnia degli altri, ma quella sera, in cui avevo provato la spensieratezza di chi vive semplicemente divertendosi... mi era piaciuta. Eppure c'era sempre qualcosa che rovinava tutto... Così immersa nelle mie solite riflessioni di cui tutti quanti si sarebbero annoiati nel giro di pochi minuti, continuai a camminare barcollando. Se qualcuno mi avesse visto avrebbe pensato fossi ubriaca fino all'osso, ne sono certa. Avrei sentito le voci delle coppiette che sussurravano cose come: «Guardala... poverina!» oppure «Ecco un altra di quelle che scaricano la loro frustrazione nell'alcool». Eppure in quel silenzio assordante, emanato da un quartiere silenzioso a tal punto da sembrare deserto, le vibrazioni di una voce familiare arrivarono al mio orecchio. Cercai di girarmi ma invano. Quella persona semplicemente mi chiuse in una stretta, quella che le persone più comunemente chiamano... abbraccio? Poi lo sentii parlare ancora, e a quel punto capii di chi si trattava. Chi altri se non Jungkook? “Questo ragazzo... perché si preoccupa tanto per qualcuno come me?”. La risposta a quella domanda, non riuscivo proprio a trovarla. Avevo troppa poca esperienza nel mondo delle relazioni interpersonali per riuscire a dedurre quale fosse l'origine di tutto questo. Avere quell'esperienza non era inizialmente nei miei piani per il futuro, ma a quanto pare questo ragazzo aveva seriamente preso la decisione di modificarli una volta per tutte. Come? Le sue labbra, senza neanche darmi il tempo di parlare, si erano posate sulle mie... lentamente le aveva mosse ma io era rimasta immobile incapace di realizzare quello che stava succedendo. La mia mente era evidentemente paralizzata, ma il mio corpo no... quello era troppo abituato a difendersi da tutto e da tutti anche quando la mente era spenta, quindi non esitò a spingere via Jungkook con tutte le sue forze. Una conseguente caduta di sedere sull'asfalto risuonò nell' aria ed io realizzai qualcosa che non avevo mai provato nella mia vita. Quel dolore lancinante alla testa si era intensificato notevolmente, avevo il colpo tremante ormai quasi inerte e per ultimo ma non per importanza... il mio cuore... batteva così velocemente e faceva male quasi più della testa. Avevo caldo e questo non era normale dato che fino a pochi secondi fa stavo congelando. Cercai di rialzarmi ma niente... avevo finito tutte le energie, alzai lo sguardo verso la figura bianca che avevo di fronte. Lui mi guardava senza muoversi ed io non sapevo cosa dire. Abbassai lo sguardo, poi arrivò qualcun altro in mio soccorso. Lo guardai. Era Jin che mi sorrideva e mi aiutava ad alzarmi. «Appoggia una mano sulla mia spalla, ti portiamo in ospedale, va bene?». Fece così come mi aveva detto , non avevo la forza per replicare in quel momento, quindi mi appoggiai semplicemente a lui e lo seguii verso il furgoncino. Mentre avanzavamo mi girai un paio di volte per verificare che Jungkook ci stesse seguendo. Ma lui era sempre lì fermo e fissava l'asfalto con sguardo assente. Entrai nell'auto. «Aspetta un momento qui... torno subito, stenditi pure sui sedili posteriori» disse Jin. Poi scomparì. Io abbandonai la testa contro lo schienale del sedile e chiusi gli occhi. Mi dovevo arrendere... ormai il mio orgoglio non valeva più nulla. Dovevo andare in quell'ospedale e sistemare qualsiasi cosa avesse la mia stupida testa. Quello che dovevo fare per superare quella paura non era altro che non pensarci... ma come potevo? In quel posto avevo visto per l'ultima volta il viso sorridente di mia madre. Mettere piedi lì dentro mi avrebbe fatto ricordare tutta la sofferenza che avevo provato quel giorno, quando le avevo detto addio. Ma andava bene così, quello che era importante era preservare il mio futuro e questo comportava andare in ospedale. Aprii di nuovo gli occhi quando sentii le porte del veicolo chiudersi e la voce di Jin. «Okkey andiamo...Passeremo prima dall'ospedale, così Jungkook tu potrai accompagnare Min, intanto io andrò a prendere gli altri che sono ancora alla festa. Mi raccomando non fate guai.». «Ma...» cercò di replicare Jungkook. «Niente ma.»

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