Capitolo 13

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[Min]

Una festa? Scoppiai di nuovo a ridere. «Cosa? Smettila di dire cose ridicole!» dissi senza fiato. Era impossibile che qualcuno mi invitasse ad una festa, e sopratutto l'immagine di me in un posto del genere era così lontana dalla realtà che poteva benissimo esser presa per una barzelletta.
Quando finii di ridere, mi girai verso di lui, ma la sua era un espressione serissima. «Era una battuta, vero?» chiesi, cercando conferma. Il suo viso rimaneva serio mentre lo vedevo scuotere il capo. Eppure ero sicura che fosse tutta una presa in giro. Mi alzai di scatto e mi girai per andare via.
Ma la sua mano mi fermò. «Yaa... non prenderti gioco di me!» sibilai a denti stretti.
«Non mi sto prendendo gioco di te... dico davvero...» disse. Potevo fidarmi? «Perchè dovrei mentirti?» continuò, con occhi sinceri.
È vero, perché avrebbe dovuto mentirmi?
«Va bene, ma come puoi chiedermi una cosa del genere, insomma, mi hai visto?!» dissi, con voce calma. «Ti ho visto... cosa c'è di male? Anche Namjoon porterà una sua amica...» rispose.
«Non posso. Non sono adatta a questo tipo di cose, ho ben altro da fare.» risposi secca. Non dovevo neanche pensare  a cose del genere. Non potevo permettermelo.
«Va bene... ho capito... mi dispiace» disse. Il suo viso rendeva trasparente il suo dispiacere. Non volevo ferirlo, ma questa era la realtà. Anche se ultimamente avevo riso molto più spesso, non  significava che avessi perso di vista il mio obbiettivo. La mia vita è troppo miserabile, e per far si che almeno il mio futuro non sia come il presente, non posso permettermi di distrarmi. Mi girai per andare via e quando fui di spalle dissi: «Non ce l'ho con te, è solo che non posso davvero permettermelo... o almeno, non ora...».

[Jungkook]

Aveva rifiutato. Non volevo essere insistente, ma le mie gambe si mossero da sole e cominciarono a seguirla. Per tutto il tragitto non si accorse di me. Mi sentivo un pedinatore, ma non potevo farci niente, in quel momento non era la ragione a controllare il mio corpo, ma il mio cuore.
Quando fummo a pochi metri di distanza dalla sua casa, si sentì un urlo potentissimo che fece fermare entrambi: «Yaaaaaaa!! Minnnnnn!»
Era la signora che io e Taehyung avevamo incontrato quando eravamo andati da Min a ridarle il suo cappello. Alla fine era finita che le avevo tagliato i capelli... ricordai che quella volta ero davvero in imbarazzo. Sorrisi, poi riportai l'attenzione su Min.
Si diresse dall' Ajumma sorridendo, e cominciò a scambiare parole con lei. Guardai oltre l' anziana signora e vidi una figura familiare nell'ombra. “Che accidenti ci fa' Namjoong hyung qui?” pensai tra me e me. Poi ricordai di avergli chiesto di venirmi a prendere. «Aaaah...jinjia!»

[Min]

Mi diressi verso la signora Lee sorridendo. Il suo sorriso mi contagiava sempre, era inutile negarlo.
«Min! Allora? Andrai?» chiese con gli occhi che brillavano. “Dove?” pensai. «Eeehm... sono confusa, dov'è che dovrei andare?» chiesi.
«Ma come? Alla festa! Questo bravo ragazzo me ne ha parlato...» rispose indicando un ragazzo alto che si avvicinava a noi due lentamente. “Aissh... è quel tizio... come si chiamava? Nam- nam... Namjoong!! Aisssh, perché gli ne ha parlato??” mi dissi, maledicendolo con gli occhi. Riportai l'attenzione sulla signora Lee.
«Aaah... beh.. non credo, non sono fatta per questo genere di cose»le risposi sorridendo.
«Ma come? Perchè no! Questa è la prima volta che hai la possibilità di andare ad una festa, come fai a dire che non fanno per te? Dovresti provare prima di sputare sentenze! Aigoo, questa ragazza... cosa devo fare con te? Non mi interessa se non vuoi... tu andrai a quella festa, con quel bel ragazzo che in questo momento ti sta guardando proprio da dietro quel muro.» disse, puntando il dito contro qualcuno dietro di me. Mi girai e vidi Jungkook in piedi che si toccava la nuca, imbarazzato. Lo guardai con aria interrogativa, ma il problema principale era che ora la signora Lee mi avrebbe costretto ad andare a quella festa. «Signora Lee... ma vede... devo andare a lavoro, non posso permettermi di mancare.» risposi, cercando di trovare qualsiasi scusa possibile.
«Min... lavori in quel posto da due anni e per due anni interi non hai fatto neanche un giorno di assenza. Un tuo giorno di riposo non lo condurrà in fallimento, okkey? Avviserò io il proprietario non preoccuparti. Mio marito conosce benissimo suo padre... quindi, non ci sono problemi. Perciò, ti prego, per un giorno solo, fammi vedere che anche tu puoi divertirti, che anche tu puoi essere come quei diciottenni che escono con gli amici e che si godono la vita.» disse. Quando finì il suo discorso, avevo le lacrime agli occhi ma non permisi loro di scendere come aveva fatto lei.
A quel punto, non riuscivo più a dire di no. Sarei andata, anche solo per rendere felice la signora Lee e per dimostrarle che in me non c'era niente di diverso dagli altri ragazzi.
«Va bene... andrò.» dissi sorridendo. In un attimo mi ritrovai tra le braccia della donna e vidi Namjoong chiamare Jungkook. Lui corse subito al suo fianco e sfortunatamente non riuscii a trattenermi così... gli mandai un' occhiata omicida che lo pietrificò all'istante. Cercò di nascondere il viso e a quel punto ripresi a ridere di nuovo. “Quel pedinatore... perché non la finisce di farmi ridere, uh??”
Dopo quell' abbraccio, che mi ricordò così tanto l'affetto che mia madre nutriva nei miei confronti, la signora Lee mi prese per il braccio e mi trascinò in casa sua, prendendo con se anche Jungkook e Namjoong. Una volta in casa chiamò Minho e urlò: «Minho! Prendo in prestito la tua macchina, okkey?».
«Ma tu non sai guidare, cosa vuoi fare con la mia macchina??» rispose lui, dal piano superiore. Lei, allora si girò verso Namjoong e gli chiese se era in grado di guidare. Lui annuì.
«Devo portare Min in un posto, ci accompagnerà un suo amico...» ribattè. A qual punto vidi la faccia di Minho affacciarsi e guardarci con fare scioccato. “È così strano, pensare che io abbia degli amici? Perchè è sempre così irritante?” pensai.
«Davvero? E dove devi portarla?» chiese, sempre più curioso. «Min deve prendere un vestito da sera, andrà ad una festa!!» rispose lei tutta eccitata, mentre io... «Cosa?? Ajhumma non è necessario...» non feci in tempo a completare la frase che si girò verso di me guardandomi in cagnesco. «Credi davvero di poter andare ad una festa vestita in questo modo?» disse guardandomi dall'alto in basso. Sospirai rassegnata e uscii a prendere una boccata d'aria. In quella casa faceva davvero caldo. «Yaaa, non scappare, eh!» mi urlò mentre uscivo. «Certo, certo...» risposi annoiata.
«Un vestito da sera per Min? Aaaah... questa non me la perdo... andiamo, vengo anche io!» sentii dire Minho. “Ora anche lui? Aisshh... sto' già cominciando a pentirmi...”
Salimmo in macchina tutti e cinque. Io, Namjoong e Jungkook nei posti dietro. L'ajhumma avanti con Minho alla guida. Durante il tragitto guardai tutto il tempo fuori dal finestrino. Vidi tanti ragazzi che passeggiavano, una coppia mano nella mano, una giovane donna con un bambino e degli anziani immersi nelle loro partite a carte. Quell'immagine era pacifica ed estremamente felice.
“Un giorno vivrò esattamente come loro, libera proprio come loro...”
Immersa nei miei pensieri non mi accorsi che eravamo già arrivati a destinazione. Scesi dalla macchina e mi ritrovai davanti ad un edificio “abbagliante”. Le vetrine erano rosa, le finestre erano rosa, l'insegna era rosa, insomma era rosa... ovunque!!! E io sarei dovuta entrare in quel posto?... ohhh no... assolutamente NO!! Cercai di allontanarmi senza farmi notare, ma il quel momento la signora Lee mi trattenne prendendomi per il braccio. Mi trascinò  a forza nell'edificio mentre io chiedevo aiuto con lo sguardo. Namjoong e Jungkook indossarono cappellini con la visiera e ci seguirono. Una volta dentro mi guardai intorno. Era proprio come si presentava esternamente. Tutto rosa. Una ragazza vestita in modo molto elegante si avvicinò a noi chiedendoci se avevamo bisogno di aiuto. «Salve! Ecco si... vede, deve prendere questa ragazza e trasformarla in una ragazza vera. Deve andare ad una festa e... lo so che non sarà un impresa facile ma vi prego fate del vostro meglio.» disse tutto d'un fiato la signora Lee. Guardai prima lei poi me per verificare che le mie condizioni fossero così pietose. Ebbene aveva più che ragione. Se mi guardavo intorno la differenza era palese. Le ragazze in quel posto erano tutte così carine e ben vestite, io in confronto ero... beh... non esattamente ben conciata. La signorina mi guardò e sorrise: «Non si preoccupi ci penseremo noi, solo...potrebbe volerci un po'...» disse. «Ohh... non si preoccupi si prenda tutto il tempo necessario!» rispose l'Ajhumma spingendomi verso la donna. Lei sorrise e mi disse di seguirla. Ricevetti un'altra spinta, questa volta da Minho, poi mi decisi e andai via con lei. Intanto Jungkook mi urlava buona fortuna. “Aigoo... questo ragazzo...”.
La ragazza mi condusse in un lungo corridoio e dopo aver tirato fuori da un armadio degli asciugamani me li porse. Poi gentilmente mi disse:« Vado a chiamare le ragazze che si occuperanno di lei, intanto può farsi una doccia calda per rilassare la pelle. Il bagno è in fondo al corridoio a destra.» Annuii e la vidi allontanarsi. Così partii in cerca del bagno. Quel corridoio sembrava infinito. Una volta giunta a destinazione, si presentò davanti a me, un bagno che era grande quanto la mia casa. Sorrisi e partii alla riscossa. Non mi ero mai sentita così bene in tutta la mia vita.
Quando finii fuori dal bagno c'era un' altra ragazza che mi aspettava. La salutai con un inchino e la seguii. Questa volta mi portarono in una stanza piena di specchi. Era grande e molto luminosa. Mi sedetti su di una poltrona e rimasi in attesa. All'improvviso una donna sulla trentina mi piombò dietro facendomi sussultare: «Ciaoo! Io sono Yoora e oggi mi occuperò del tuo aspetto... tu sei?» chiese. «Park Min» risposi secca. «Bene... Min, chi è che ti ha tagliato i capelli l'ultima volta?» mi chiese esaminandoli. A quel punto non riuscii a trattenermi. L'ultimo che mi aveva tagliato i capelli era stato Jungkook. «Un amico...» risposi sorridendo. «Beh... non credo che avrà un futuro da parrucchiere. Comincerò col sistemarli un po' nella parte inferiore e a tagliare il ciuffo. Non pensare a niente e semplicemente rilassati.» annuii e la lasciai fare. Chiusi gli occhi e cercai di non pensare a niente per  tutto il tempo. Mi concentrai solo sul suono metallico delle forbici vicino alle mie orecchie. Che voi ci crediate o no quella era la mia prima volta da un parrucchiere.
Non molto tempo dopo, aprii gli occhi e presi a guardare la mia figura allo specchio. Mi sentivo la testa molto più leggera ma notai che la lunghezza originale non era cambiata. Era fantastico, mi sentivo davvero bene! Dopo averli asciugati a dovere, Yoora mi portò in un camerino dove una ragazza, dopo avermi guardato, cominciò a rovistare tra una miriade di vestiti. Sembrava molto indecisa, ma alla fine ne vide uno che le illuminò immediatamente il viso. Mi guardò con un sorriso malizioso e si precipitò da me sventolando l'abito ovunque. «Tieni... questo è perfetto! Ti starà d'incanto!» disse porgendomelo. “Perchè sono tutti così raggianti? Chi lo avrebbe immaginato... che alla fine sarei stata sottoposta ad una trasformazione del genere... capitano tutte a me, eh!”.
Tolsi l'accappatoio e con l'aiuto della ragazza infilai il vestito color panna. Sfortunatamente la ragazza vide le orribili cicatrici che avevo sul fondo della schiena e ne fu' spaventata così tanto che non riuscì a trattenere un piccolo urlo. «Non si preoccupi, non è niente...» la rassicurai. Lei annuì e salì con cura la cerniera posteriore. Mi guardai allo specchio. Non era male, ma era strano vedermi vestita in quel modo, non mi riconoscevo, non mi sentivo io. «Quest'abito è molto semplice, e la sua forma morbida ti risalta tantissimo. È in stile impero ed è un mono spalla, ti piace?» mi spiegò.
«Beh... non è male...» risposi, «Abbiamo finito? Ora posso andare?» chiesi. Non sapevo per quale motivo, ma avevo fretta di uscire di lì.
«Cosa? Devi ancora truccarti!» esclamò ridendo. Poi mia afferrò e mi spinse su una sedia. Un ragazzo sbucò dalla porta. In mano aveva dei pennelli e aveva un grande sorriso stampato in faccia.
Si avvicinò a me con una piccola pinza. D'impulso lo spinsi via. «Ya, ya, ya... cosa volete farmi ora? Cos'è quella roba?» chiesi.
«Non preoccuparti non ti farò del male... devo solo sistemarti un po' la faccia...» rispose lui storcendo il naso.
«Cos'ha la mia faccia che non va?» continuai sempre più irritata.
«Niente di speciale non preoccuparti... chiudi gli occhi e rilassati. Fidati di me, okkey?».
«Va bene...» acconsentii. Chiusi gli occhi a fatica. “Questo ragazzo fa' più paura dei miei cari creditori... Aishhh... spero solo di uscirne viva...”

[Jungkook]

Erano già tre ore che Min era lì dentro. Io, Minho, Namjoong e la signora Lee eravamo ancora in attesa. Namjoong e Minho si erano seduti sul divano e lì erano rimasti per tutto il tempo. Avevano riso e scherzato, mentre io sempre più agitato, scorrazzavo a destra e a sinistra sotto gli occhi entusiasti della signora Lee. Il motivo della mia agitazione ovviamente era ignoto. Dopotutto qualsiasi emozione che mi suscitavano le azioni di Min, avevano origini sconosciute. Ormai mi ero abituato. Guardai l'orologio poi il telefono cominciò a squillare. Lo tirai fuori dalla tasca destra dei pantaloni. Era Jimin. «Yaa, hyung... cosa c'è?»
«Come cosa c'è? Lo sai che ore sono? Che fine avete fatto tu Namjoong?» urlò lui dall'altra parte.
«Beh, stiamo aspettando Min, senti... siamo in quel centro di bellezza... come si chiama... insomma quello tutto rosa, gigantesco, potete raggiungerci voi qui con i nostri cambio d'abito?» chiesi gentilmente.
«Quindi alla fine ha accettato? Non me lo aspettavo!! Va bene saremo lì tra venti minuti... ci vediamo!» disse e attaccò. Sospirai e andai a sedermi accanto a Namjoong hyung. Quanto tempo ancora dovevo aspettare? La cosa stava diventando snervante.
Tirai fuori le cuffie e misi Tomorrow a tutto volume. Alzai lo sguardo dal cellulare e... in quel momento tutto quello che mi circondava scomparve... c'eravamo solo io, la musica e lei. Lei... i capelli leggermente mossi le scendevano delicati sulla spalla destra  e un vestito lungo le avvolgeva il corpo, slanciando la sua figura alta e magra. Il suo sguardo aveva un aspetto fresco e rilassato, le sue mani scendevano morbide sui fianchi mentre il pollice e l'indice tenevano delicatamente il vestito. Quel vestito color panna, si fondeva con la sua pelle bianca come la neve. Il mio cuore cominciò a battere sempre più veloce...”Cos'è un sogno?” pensai. Forse... peccato che a svegliarmi fu la mano di Namjoong che con un colpo mi chiuse la bocca aperta.
«È bella vero?» mi sussurrò nell'orecchio. «Si... lo è...» dissi piano emmettendo un suono quasi impercettibile. La signora Lee, l'aveva già abbracciata e dai suoi occhi già erano cominciate a scendere fiumi di lacrime. Si vedeva che teneva a lei... avrebbe fatto qualunque cosa per Min, proprio come una madre per sua figlia.
Inaspettatamente qualcuno mi diede una spinta ed io mi ritrovai difronte a Min. La guardai e poi dissi balbettando: «S-stai bene...». In realtà avrei voluto dirle molto di più, ma si sa che ho la bocca serrata quando c'è lei nei dintorni. «Grazie...» sussurrò distogliendo lo sguardo. Eccola, un' altra Min, questa volta imbarazzata. «Beh... siete contenti ora?» disse con tono scocciato.
«Yaaa... Min, ora che sei così carina, potresti anche parlare, come una persona carina... no?» propose Minho ridendo. «Fidati che la mia lingua va bene così com'è... allora? Dove devo andare ora?» disse guardandolo in cagnesco.
«Fra poco Jimin e gli altri saranno qui...» dissi e proprio in quel momento tutto il resto dei BTS comparve in giacca e cravatta. Aspettai la loro reazione alla vista di Min e scoppiai a ridere quando li vidi pietrificarsi tutti quanti a bocca aperta. Lo stesso fece Min. «Cosa c'è? Siete sorpresi?».
«Beh... non esattamente... più che altro, siamo sbalorditi! Sei davvero Min?» disse Jimin avvicinandosi, per guardarla meglio. D'istinto lo fermai e gli sfilai i miei vestiti di mano. Diedi il suo completo a Namjoong e insieme ci infilammo, con il permesso di una dipendente, in un camerino.
Quando uscimmo, gli altri ci aspettavano davanti all'ingresso. Li raggiungemmo e dopo aver salutato Minho e la signora Lee, salimmo sul furgone. Eravamo stretti come sardine e guarda caso io ero proprio accanto a Min. Il suo sguardo come prima era rivolto al finestrino e guardava con attenzione le luci notturne, il mio invece vedeva una sola e meravigliosa luce che brillava come una stella...

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Aaaaaah... eccomi finalmente di nuovo!! Prima di tutto mi scuso per la mia assenza! Purtroppo durante questo mese, la scuola mi ha tolto il diritto alla vita, quindi non ho potuto fare molto, ma ora che stanno per cominciare le vacanze, ritornerò più attiva che mai! Anche perchè sono curiosa anche io di vedere come si evolverà la storia. Per scrivere questo capitolo ho dovuto litigare pesantemente con Min, che si rifiutava di andare alla festa, ma poi il mio angelo salvatore(la sognora Lee) è scesa sulla terra per donarmi il potere di decidere la sorte di Min, quindi beh... ora devo solo... solo fargli fare qualcosa come... amare qualcuno???? Chissà... ditemi voi cosa ne pensate e alla prossima!!! Bye Bye!

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