[Min]
La mattina passò nella più completa tranquillità. Jae-Hwa appena uscite dall'ufficio del titolare, mi disse tutto quello che c'era da sapere e mi fornì le istruzioni per lavorare al meglio. Non mi ci volle molto ad imparare ad usare la pompa di benzina... il meccanismo era abbastanza semplice, l'unica cosa irritante erano le continue chiacchiere di lei. Conosceva tutti i clienti che passavano e ogni volta che ne vedeva uno, mi raccontava tutto quello che sapeva su di loro. Di un vecchietto, con una macchina d'epoca, mi aveva dato persino l'indirizzo e di una signora mi aveva raccontato tutta la storia del suo “storico” negozio di alimentari.Essendo una persona amante del silenzio, trovai la cosa molto fastidiosa, ma con il passare dei minuti, la sua voce e la sua parlantina, mi fece tornare in mente bei ricordi. Ricordi che credevo di aver cancellato... e che come una tempesta tornarono ad affollarmi la mente. Ricordai il periodo in cui andavo a scuola: le elementari e le medie... Sarebbe stato bello tornare a quei tempi, quando l'unica cosa che mi importava era cercare di andare bene a scuola, quando amavo parlare con i miei compagni di cose che non stanno né in cielo né in terra, quando avevo ancora una mamma sana e forte che mi guardava ogni giorno con amore.
«Allora, dove abiti?» mi chiese Jae-Hwa, scacciando i miei pensieri. Voce familiare, viso familiare, di lei era tutto troppo familiare.
«Abito a Yeongdeungpo... non c'è un indirizzo preciso...» dissi. Oramai tenerlo nascosto era inutile.
«Wah... è strano che una ragazza giovane come te, abiti in una zona così antica...» disse mentre prendeva i suoi vestiti dall'armadietto. Pensai di rimanere accecata. La felpa che teneva tra le mani era di un rosa fluo che rischiava di bruciarmi gli occhi. “Certo che quella cosa, è meglio della lampada, come abbronzante...».
«B-beh... mi piace come posto, è abbastanza tranquillo quando non c'è il mercato» risposi distogliendo lo sguardo da quella “cosa”.
La sentii scoppiare in una fragorosa risata e dire: «Sei rimasta accecata dalla mia fantastica felpa rosa? Non è fantastica? È la mia preferita»
«È davvero appariscente» dissi entrando nel camerino per cambiarmi e per liberarmi da quell'orripilante tuta arancione.
«E i tuoi genitori invece?» mi chiese. Mi bloccai per qualche secondo, e dopo aver realizzato la domanda, risposi freddamente.
«Mia madre è morta, mio padre è... in prigione». Conclusi la frase abbassando la voce, e in quel momento provai vergogna.
«Oh... mi dispiace di avertelo chiesto, ti va di tornare a casa insieme?»
«Non preoccuparti... va bene.» risposi, ed uscii dal camerino.
Entrata nell'ufficio, vidi un uomo sulla quarantina seduto alla scrivania. Quando mi vide si alzò e si avvicinò a me.
«Salve! Tu dovresti essere Park Min! Mi dispiace, oggi non sono stato io ad accoglierti, comunque volevo solo informarti, che sei ufficialmente assunta. Forse non te ne sei accorta, ma ti ho osservato per tutto il giorno. Ho visto che sei una persona seria ed efficiente, ed è di questo che ho bisogno, quindi lavora sodo, e verrai ripagata!» disse.
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Sempre...
FanfictionNome: Park Min Età: 18 Data di nascita: 28 febbraio Condizione familiare: Sola, senza genitori. Condizione economica: Tiro avanti con 496(400 €) won al mese. Occupazione: Lavoro, solo il lavoro. Ambizioni: Avere un futuro migliore. Storia: In che...