Capitolo ventinove

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Il giorno dopo, Louis si ritrova di fronte al conservatorio.
E no, non sta di certo aspettando Niall. Ha fatto l'indifferente per tutta la giornata precedente, ma nel suo silenzio già pensava ad incontrare Amy e parlarne direttamente con lei.
Infatti, la vede camminare sorridente, e per fortuna non c'è traccia di quell'idiota del biondo tinto.
Ha la sua chitarra alle spalle e un libro in mano, e sembra così spensierata e tranquilla, fin quando Louis non si avvicina a lei e si blocca.

Sorride. -Ciao Amy.- è addirittura un po' inquietante.

-Vostra altezza reale... è un piacere vedervi.- magari lo intende seriamente, ma è anche abbastanza confusa.

-Dammi del tu.- dice prima, poi inizia con la parte interessante del discorso. -Sai, mi piacerebbe parlare con te del tuo ragazzo.-

-Harry?- dice dopo un po'. -Ci stiamo solo sentendo...-

-Oddio, no.- fa una leggera risata, ma poi torna serio. -Parlo di Niall, tesoro.-

Si ammutolisce, guardandolo con aria sorpresa. -Niall? Siamo amici.- Ha intenzione di continuare a mentire? Divertente, già, ma la sua espressione dice tutt'altro.

-Sul serio, da quanto state insieme? Da anni o da qualche mese?-
Niall gli ha detto che si conoscono da tempo, quindi immagina che stiano già insieme da tanto. Ha solo aiutato un amico del suo ragazzo in questa stupida missione inutile.

Sospira, abbassando lo sguardo in imbarazzo. -Cinque anni...- borbotta.

Ah, non si aspettava da così tanto. Niall aveva solo quindici anni.

-Quindi, mi daresti delle spiegazioni?- incrocia le braccia, aspettando.

In poche parole, Harry ha detto anche ad Amy ciò che è successo tra loro? Ma perché è così stupido? Sembra che ogni volta si dimentichi che è il principe ereditario d'Inghilterra.

-Harry mi ha solo chiesto un favore.- fa spallucce. Sì, fin lì ci arrivava da solo. -Sono stata io a scrivere le lettere, ma è Harry che ha deciso cosa dire. Ha letto ogni libro che hai citato in una notte e ha chiesto aiuto a me per sceglierne altri. Sapendo che piace anche a me la letteratura e che come ragazza di un suo caro amico avrei potuto aiutarlo nel suo intento, tutto qui.-

Ha letto ogni libro citato? Perché ha fatto tutto ciò per questa cazzata?

-Tutto qui? Che idiota.- scuote la testa, pensando solo a quanto possa essere stato stupido a fare tutto questo casino. Dove voleva arrivare? Di certo non ne sarebbe mai stato felice, ma a quanto pare sperava che fosse andato da lui e si sarebbero magicamente messi insieme.

-Harry non sa che tu lo sai, vero? Altrimenti non lo avresti chiesto a me.- ha intenzione di trattarlo come un amico tutto d'un tratto? Il suo atteggiamento lo confonde. Prende confidenza abbastanza in fretta.

-No, non dirgli nulla. Dovevo prima capire chi tu fossi, vedrò io di parlargli. Non parlarne neanche con Niall.-

Ora sa finalmente tutta la storia, no? Dovrebbe definitivamente parlarne con lui. Oggi Harry ha pensato di uscire la sera, così che possa parlargli dell'astronomia sotto le stelle. Ha un po' timore di cosa ha intenzione di fare, ma starà a vedere. Forse sarà il momento giusto.

Fa un dolce sorriso. Cosa ora? -Harry è davvero innamorato di te. Dovevi vederlo mentre si impegnava con quelle lettere. Ha sempre detto che fossero una specie di lettere d'amore per te, ma che tu non avresti capito.-

Lettere d'amore? Non la vede davvero in quel modo, ma ora le risposte di "Amy" hanno tutte più un senso.
Specialmente quando hanno parlato di Oscar Wilde.

Non le risponde, e lei continua. -So che sei il principe e Harry neanche avrebbe dovuto parlarmi di tutto ciò, ma spero che tu faccia la differenza. Dubito fortemente che tutti i Re del mondo, anche in precedenza, siano stati etero. Ma prima o poi qualcuno uscirà allo scoperto, non credi? Spero che quello sia tu.-

Ma? Ancora con questa convinzione? -Perché tutti continuate a credere che anche io voglia Harry? Siete assurdi.- sbuffa.

Scrolla le spalle. -Harry crede che sia così da come parla di te.-

Quindi Harry crede al cento per cento che anche Louis provi qualcosa per lui? Non è che ci spera, ci crede proprio. Lui è il più assurdo di tutti. È davvero basito. E poi, chissà cosa avrà raccontato.

-Quando uscirà tutto allo scoperto, unisciti a noi. Voglio sapere di più su te e Niall.- dice alla fine, decidendo che è meglio non sapere altro. -Ci si vede, Amy.-

Annuisce. -Buona giornata, Louis.-

*

-Pensavo...- Zayn parla, guardando Louis e Harry. -Io ti chiamo "principino" davvero spesso, e ho sentito che anche Eleanor ti chiama "principe". Non è carino dirlo? Perché tu non lo dici mai, Haz?-

Davvero utile questa domanda, sì.
Harry è appena arrivato in camera di Liam e Louis per portare il suo migliore amico fuori per una passeggiata, ma Zayn è qui coccolato a Liam a fare domande senza senso.

-Louis non vuole essere principe, perché dovrei chiamarlo in un modo che gli ricorda solo quello?- Perché è sempre così spontaneo quando risponde? Lo mette a disagio, ma gli piace come risposta.

-Perché è il tuo principe azzurro, no?-

Louis potrebbe prendere e lanciare qualsiasi cosa addosso suo cugino in questo momento, ma si trattiene e risponde sincero.
-Diciamo che è carino solo se è inteso come "mio principe" e non "principe" in generale.- ottiene un'occhiata curiosa da Harry, così specifica. -Ma solo se è la mia ragazza.-

Ed ecco che rotea gli occhi. È così ovvio.

-Sei un idiota.- commenta il pakistano.

-Grazie Zayn, anche tu.- e lascia i due con un dito medio, per poi uscire definitivamente con Harry.

Saranno solo loro due, e già sente quanto sia difficile comportarsi in modo normale.

-Sono molto felice.- se ne esce ad un tratto Harry, mentre camminano silenziosamente per le vie di Cambridge.
È felice? Come fa ad esserlo?

-Per?- ora ha intenzione di nuovo di comportarsi in modo freddo con lui. È già abbastanza arrabbiato per la faccenda di Amy e tutto il resto, non vuole essere di nuovo dolce.

-Perché andremo da una parte, guarderemo le stelle e ti parlerò di astronomia.- sfoggia un sorriso.

Da una parte dove? Non possono solo camminare e parlare? Ha troppa paura che possa confessargli i suoi sentimenti.
Si stringe di più nel suo cappotto, tenendo un'espressione piuttosto seria. Non vuole far vedere nessuna emozione, ma tanto lo noterà che è triste e vorrà saperne il motivo, lo sa già.
-Louis.- lo richiama. -Fammi un sorriso, ti prego.-

Lo guarda, abbastanza sorpreso.
Sta tenendo il sorriso quasi come se fosse uno sforzo immenso, e i suoi occhi tremano. È davvero felice o sta fingendo?

-Sono felice di passare del tempo con te, se è questo che vuoi sentire.-

Sbuffa in risposta. -Non devi dirmelo solo perché voglio sentirlo io.-

-Sei tu a fingere di essere felice, io almeno rimango coerente non essendolo e basta.- odia fare lo stronzo, ma non sa come comportarsi.

-Ce l'hai con me? Ho detto o fatto qualcosa quando ero ubriaco, vero? Perché non ti sto più capendo.- abbassa la voce, notando gente passare e dare un'occhiata ai due. -Sono davvero felice, se vuoi una conferma, ma tu rovini tutto.-

-Io?- fa una risatina. -Sei tu che rovini me.-

Si blocca, in mezzo alla strada, e Louis si ferma qualche secondo dopo. Okay, non intendeva dirlo seriamente. Non è ciò che pensa.

-Scusa, non lo intendevo seriamente.- mormora, ma ormai Harry è abbastanza arrabbiato. È Louis a rovinare sempre tutto. È sempre colpa sua. -Harry, andiamo... non lo penso davvero.-

-Allora cos'è che pensi? Perché, davvero, non lo so.-
Non lo sa? Ma se lo tratta sempre bene, a parte in queste stupide litigate, come fa a non saperlo? Ieri ha dormito con lui nonostante tutto, eppure non lo sa. Non era lui ad essere fortemente convinto che Louis ricambiasse i suoi sentimenti?
Ma non può dire nulla, perché c'è troppa gente che ha gli occhi su di loro.

-Niente casini.- avvisa Paul, mettendosi in mezzo ai due.

Sospira, roteando gli occhi. -Portami nel posto che stai dicendo. Ne parleremo lì.-

Non sa neanche cosa gli dirà, ma meglio parlarne in privato.

*

L'idea di Harry è fin troppo sorprendente. È una barca solo per loro due, nel fiume Cam. Glielo aveva proposto anche all'inizio del loro arrivo qui, ma Louis credeva fosse eccessivo. Anche ora lo pensa, perché attirerebbe fin troppe persone o paparazzi, ma ha accettato comunque.
È rilassante dopotutto, ed è isolato.
Jane è rimasta ad osservarli da lontano, mentre Paul rema la barca. Si è proposto lui stesso, probabilmente perché non si fida molto di Harry, ma meglio così.
Sono l'uno di fronte all'altro, ma non si guardano neanche per sbaglio. È tutto così frustrante.

-Quindi, in che modo ti avrei rovinato?- inizia Harry, con tono scontroso.

-Non mi hai rovinato.- specifica ancora. -Non lo intendevo sul serio, te l'ho già detto. Non possiamo parlare delle stelle e tutto quello che volevi?-

Anche perché il cielo è bellissimo. C'è poca luce lì intorno, quindi le stelle sono leggermente visibili e riflettono assieme alla luna nell'acqua. Sembra un fottuto appuntamento, e questo gli da i brividi.

-Mi dici cosa ti ho fatto alla festa?- ora è più calmo. Neanche lui sa come comportarsi, quindi cambia atteggiamento facilmente.

-Non hai fatto nulla, cazzo Harry.- fa un respiro profondo. Non ha il coraggio di dirgli nulla, eppure dovrebbe. -Sono io che sto pensando a... cose.-
Cioè a Harry stesso, ma questo non lo aggiunge.

-Che non mi dirai.-

-Harry, smettila.- lo rimprovera, questa volta incontrando i suoi occhi. -Mi dispiace se mi comporto da stronzo come al solito, ma volevo ascoltare te e non parlare. Dimmi tutto quello che vuoi sull'astronomia o qualunque altra cosa, siamo qui per parlare di te.-

Dubita un po', ma si arrende sapendo perfettamente che anche se lo implora non gli dirà nulla. -Siediti accanto a me.-

Non vorrebbe farlo, ma peggiorerebbe solo le cose quindi tace e si sposta. Lo spazio è stretto per due, e le loro braccia si sfiorano.
Rabbrividisce al tocco. Non sa cosa gli prende, ma si sente in imbarazzo.

-Voglio solo guardare le stelle con te.- sussurra, molto vicino al suo viso. -Tu sei la mia stella più grande dopotutto, no?-

Chiude gli occhi per un attimo, prendendo più respiri. Deve convincersi di non scoppiare a piangere o di non avere un attacco d'ansia o di panico.

-Ti affogo nell'acqua.- lo minaccia. Sembra essersi calmato almeno. Forse è il loro tocco che fa calmare entrambi. -Spiegami cazzate sulle stelle piuttosto.-

-Anche i bambini di due anni sanno cosa sono le stelle, Louis. E qui non se ne vedono tante, quindi non posso dirti nulla di ché.- ma allora cosa ci fanno qui se neanche vuole parlargli delle stelle? -Piuttosto, mentre osserviamo le stelle parliamo d'altro. Conosci la teoria del multiverso?-

-Gli universi paralleli?-

Harry annuisce. -Non credi che da qualche parte nell'universo ci siano altri Louis e Harry ma in contesti diversi?-

Ha paura di questa conversazione. Non sa dove vuole arrivare.

Entrambi guardano sopra di loro, mentre Louis risponde dopo averci pensato attentamente. -Sarebbe carino se ci fosse un universo per una diversa versione di me o di te, ma non so se crederci realmente.-

-Io penso di crederci. Magari ora ci sono Louis e Harry da un'altra parte che neanche si conoscono, oppure...- si zittisce.
Stanno probabilmente pensando la stessa cosa, e Louis spera solo che Harry non noti qualche sua lacrima scesa.

-Ti odio così tanto.- dice a bassa voce. Se parlasse normalmente la sua voce uscirebbe strozzata. -Spero ci sia un universo parallelo dove Louis non è entrato nella stanza di Harry quel giorno.-

Non voleva dire davvero quello, ma se dicesse altro farebbe ancora più male.
Sente Harry irrigidirsi al suo fianco, ma non risponde.
Quando abbassa lo sguardo, nota che lo sta guardando.
Stanno piangendo entrambi.
Non ci capisce più nulla, sente solo il solito dolore al petto.

-Paul, ritorniamo.- dice, ma non smette di guardare il suo migliore amico.

-Louis...-

-Voglio tornare in stanza, Harry. E senza di te.-

Love letters; Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora