4. Ovunque Sarai

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Entrammo tutti in studio, il pubblico che mi acclama ma io penso solo a guardare quel posto vuoto, senza nemmeno più la targhetta "Mattia - Ballo" e ho gli occhi lucidi. Tocco il suo banco e mi siedo sul mio ed inizia la registrazione con la gara cover dei cantanti.
Marco canta Rimmel e vengo colpito fa ogni parola che canta Calma.
"Ora le tue labbra puoi spedirle ad un indirizzo nuovo" ecco oltre gli occhi perforanti color cielo ho pensato spesso alle sue labbra, rosee e carnose ma anche tanto soffici, quelle labbra che ho sfiorato solo una volta in isolamento ma che non ho mai capito come fossero.

La cover di Marco mi ha destabilizzato, come mi aveva destabilizzato quella di LDA "la stella più fragile dell'universo" e quella di Francesco "All'improvviso" che aveva modificato con delle barre bellissime sulla bassa autostima che mi hanno colpito, ma la cosa più forte di quella puntata non sono state le cover, ma la canzone di Irama, l'ospite di oggi che più aspettavo, ma quell'ospite così atteso si rivelò una vera coltellata al cuore: avrebbe dovuto cantare la canzone di Sanremo "Ovunque sarai".

Filippo inizia a cantare e le parole di quella canzone, che avevo sentito sul divano abbracciato con Matti e che in qualche modo ci eravamo dedicati in silenzio, perché quell'ovunque sarai in quel momento ci sembrava così lontano, ma in questo istante era così vero, realizzato che a stento riuscii a trattenere le lacrime per tutti i 4 minuti della canzone. Ricordo ancora la settimana prima ogni sera che Irama scendeva per cantarla io e e il Biondino ci cercavamo ed annullavamo le distanze esistenti tra noi, per poterci godere quel pezzo a pieno e fare nostra una canzone che rappresentava un problema da affrontare in un futuro ancora abbastanza lontano per fortuna.

La parca che tesse la tela del nostro destino però con me e Mattia era stata crudele e ci aveva divisi all'improvviso, tagliando il filo di quel mostro insieme dentro ad amici. Io ero lì seduto a cercare di trattenere le lacrime e lui si che mi avrebbe visto il giorno dopo triste e spento, senza di lui, il mio respiro, il mio sorriso
"Ovunque sarai, ovunque sarò
In ogni gesto io ti cercherò"
Una coltellata, uno sparo dritto nel petto: gesto il pugnetto che ho dato a vuoto oggi, poi il suo banco BIANCO e senza nome perché lui era ancora lì e nessuno poteva mandare via, almeno dentro di sé, Mattia, Mattia era dannatamente INSUPERABILE per me e quelle parole di Irama mi fecero convincere che non era solo un semplice amico, era un qualcosa di indefinito ma allo stesso tempo fondamentale per la mia vita, così tanto importante da usare tutto il tempo del telefono per lui e non parlare con i miei.

Il vuoto e il dolore che mi invadono di notte sono lì pronti ad emergere anche ora perché il piccolo non era lì con me a godersi la nostra canzone, sapevamo benissimo che parlava di altro ma ce la siamo dedicata ugualmente, stavo trattenendo le mie lacrime quando Francesco si accorse e mi abbracciò da lontano con lo sguardo e Marco mi stava vegliando ormai come da sua abitudine da quel giorno dannato, come se il mio piccolo gli avesse chiesto di prendere il suo posto tacitamente per non lasciarmi solo.
Li guardai e riuscii a non piangere per l'ennesima volta perché ne ero consapevole che stesse per succedere di nuovo; raccolsi i pezzi di me che erano rimasti sani e mi feci forza. Volevo solo scappare e andare da chi mi faceva stare bene ed in pace con il mondo.

Ad un certo punto mi svegliai dai miei pensieri perché sentii il nome di Mattia uscire dalla bocca di Maria, stavano dicendo che sarebbe tornato a settembre, senza di lui però e pensò anche ad un modo per farsi davvero male per poter essere di nuovo li con lui e riprendere insieme. Questo pensiero si fece ancora più grande quando sentii l'ultimo nome che avrei voluto sentire: NUNZIO. Era tornato colui che aveva fatto soffrire Mattia per la prima settimana e si credeva migliore di lui. Nunzio era lì e stava prendendo il posto di Mattia. Questa non gliela avrei mai perdonata né a Maria né a Raimondo né a nessuno. Tutti erano felici, io no non volevo rivederlo e tantomeno averlo in camera, tanto che pensai di chiedere a Marco, appena finito qui, di dormire in stanza con me e Dario in quello che era il mio letto perché io ormai dormivo sul suo.

Fuori dallo studio, nel tragitto studi casetta, affrontai quella conversazione con il pesarese
Chri: "Marco ti devo parlare"
Il cantante fu stupito di quel gesto da parte del ragazzo che era tornato a chiudersi in se stesso
Marco: "dimmi"
Chri: "devi farmi un favore puoi spostarti nella mia camera sul letto che un tempo era il mio?"
Marco: "perché?"
Chri: "Non voglio che Nunzio stia nella mia stessa casetta, figurati la stessa stanza, so che sei amico con Francesco e Gigi ma ti prego salvami per l'ultima volta, non sopporto l'idea di avere a fianco chi sta occupando immeritatamente il SUO posto"

Marco rispose semplicemente con un cenno del capo e Chri sorrise per la prima volta dopo giorni, lo ringraziò e lo abbracciò tornando in casetta con la consapevolezza di aver trovato una brava persona vicino a se.

Insuperabile || zenzonelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora