14. (Ri)Partirò da zero

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Ero fuori, fuori dal gioco, fuori da tutto quel mondo, da quella bolla che era stato per me amici, entrai minorenne e pieno di paure e alla ricerca di me, ne sono uscito invece maggiorenne, cresciuto e soprattutto molto più consapevole di quello che voglio nella mia vita. BALLARE volevo ballare e basta, vivere di questo e per un infortunio curato in modo barbaro e che mi ha bloccato da quel maledetto dicembre e che l'11 febbraio mi ha fatto andare in fumo tutto. Dovevo andarmene e dovevo salutare il mio sogno, i miei professori (Celentano inclusa), i professionisti, i miei compagni di viaggio, ma soprattutto lui: Christian. Lui era il mio tasto dolente, la mia nota spezzata che stavo per abbandonare in quella casetta da solo, senza nessuno di cui poteva fidarsi a parte me. 

Non avevo nemmeno il coraggio di pensare altro oltre a lui, sapevo che stava malissimo, sapevo che i primi giorni senza di per lui erano stati qualcosa di inspiegabile, sapevamo che prima ci saremmo dovuti dividere, soprattutto al serale ogni settimana eravamo consapevoli potesse essere l'ultima, ma così no, non doveva andare. Mi ero immaginato mille volte il nostro addio, ma era a Maggio dopo che lui avrebbe vinto non solo la categoria ballo ma anche il programma, Christian Stefanelli era la miglior cosa che potesse capitare ad Amici21 e soprattutto a me.

Ero di nuovo a casa, nella mia camera e cercavo di riprendere contatto con la realtà, ma non ci riuscivo, avevo un peso enorme dentro: mi mancava la mia metà,  la mia aria, la mia persona, si mi mancava la danza, mi mancava ballare, mi mancava fare coppia con Raffaella, ma quelle mancanze erano sempre lievi rispetto a quella di Christian. Il moro non sapevo nemmeno io cosa era stato per me. Non immaginavo più la mia vita senza Chri, stavo provando a ripartire da me e da zero di nuovo, ma la mia vita senza quel moro ricciolino non riuscivo proprio ad immaginarmela.

Sarebbe giusto adesso andare avanti
Ed augurarti proprio tutto il meglio

Maledetto me che non riuscivo ad andare avanti senza di lui e non capivo come ripartire, sono stato un cretino a non dire mai quello che era per me a lui prima di andarmene, quando pensavo mi stesse per baciare su quel cancelletto bianco mentre Raimondo mi stava aspettando in macchina per potermi accompagnare in albergo e dirgli addio (per ora). Ho letto quel desiderio ne suoi occhi e impazzi per quella sensazione che mi si era scatenata, io non avevo più un minimo di razionalità nel mio corpo e quegli occhioni enormi che mi guardavano con quella luce triste e  spenta, ma internamente mi spezzarono in due il cuore. Provai, ci provai a resistere, provai a non piangere, provai a non chiudermi in me stesso e a non isolarmi dal mondo, ma era impossibile.

E non ha senso stare in macchina, nascosto ad aspettare
Quando invece sto impazzendo ed avrei voglia di gridare
Di sfogare la mia rabbia, maledetto il nostro amore
Maledette le tue scuse, maledette le paure
Maledetto anche il destino che mi ha fatto innamorare

Forse innamorare era troppo ma di sicuro lui è insuperabile dentro di me, sto impazzando davvero senza la sua presenza costante vicino a me.  "E poi il suono della voce  Il ricordo delle sere, quando tutto era diverso. Ed anche solo per parlare. Ogni posto era perfetto, ci bastava stare insieme" il nostro divainetto arancione sul resto, le sere interminabili ad isolarci dal mondo e stare da soli, anche in silenzio, vicini e ci bastava. Ci bastava esserci e non posso negarlo che dentro Din me molte volte le sensazioni erano non quelle di un amico. Mi ci perdevo su quel viso dai lineamenti perfetti, delineato da quelle lentiggini così piccole, quasi come la via lattea, un fascio di stelline minuscole a renderlo ancora più bello.

Le prime notti mi ci perdevo nei pensieri di quelle lentiggini, mentre scorrevo le foto con lui, le nostre foto, vicini e felici, le foto dove gli lasciavo un bacio sulla guancia o lui lo faceva con me, le nostre risate e i nostri scatti felici, i nostri momenti di leggerezza, ma sempre insieme io e lui. Il ballerino ricciolino era ormai l'unica mia forza e quella forza ormai era lontana centinaia di kilometri da me. Lontana e sola anche lei. Dio se mi mancava, mi mancava terribilmente. Ma come può mancarti una persona che conosci da appena 5 mesi? Come può essere il tuo punto e il tuo respiro dopo così poco tempo? Ok eravamo stati abituati a viverci fin dal 19 settembre ma io non riuscivo proprio a capirlo, non riuscivo a darmi una risposta se non l'unica possibile: e se mi fossi innamorato di lui? Se quello che penso, se tutto quello che credevo di essere lui me lo aveva stravolto e avessi capito che in fondo non ero ciò che credevo e che lui fosse davvero ciò che mi faceva essere me stesso? Mi squillò il telefono e lessi il suo nome: Christian🤍

C: "Matti ciao! come stai? Dio matti come mi manchi davvero non riesco a credere che non sei qui con me! Ho preso il tuo letto comunque, così mi sei più vicino"

M: "Chri io non so come fai ad andare avanti, mi sento morto senza di te, mi manchi"

C: "Mi manchi anche tu Matti, troppo, sei troppo per me, bimbo io non ci riesco a stare qui senza te, nessuno mi riesce a calmare: Marco, Francesco, Alex e gli altri, sono perso e in più Nunzio non lo sopporto proprio. Adesso piccolo devo staccare, sei la mia forza Matti, non immagini quanto, ti adoro"

M: "Chri, io ti...ti devo parlare...ma ora non puoi e non riesco...poi devi staccare ora...buonanotte mio ricciolino preferito"

C: "Buonanotte cucciolo"

Chiuse la chiamata e io aprii la nostra chat di whatsapp e gli scrissi " Devo parlarti seriamente Chri, io credo di essere andato oltre l'amicizia per te" ma poi lo cancellai, non volevo perderlo, spensi il telefono e provai a chiudere gli occhi in quell'ennesima notte lunga insonne.

"Che l'amore non è amore se non ti fa respirare
Perché ogni giorno perso, non lo puoi recuperare più

Sarebbe giusto, sì .
Ci sto provando, ma non ci riesco"

Insuperabile || zenzonelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora