3: Chi è stato a ridurti così?

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Sei matta, svitata, hai perso la testa... ma ti dirò un segreto: tutti i migliori sono matti.
- Lewis Carroll







La musica rimbomba tra le grandi mura del locale, illuminato da diverse luci fluorescenti.
Lo spazio intorno a me è gremito di giovani – per lo più adolescenti, impegnati a ballare e divertirsi, apparentemente spensierati.

Porto le mani sui fianchi di Alessio, un ragazzo di qualche anno più grande di me – mi ha detto l'età esatta ma me la sono già dimenticata – che ho conosciuto circa un'ora fa e che si è presentato come una persona diretta e socievole.

Il mio gay-radar – come lo definisce spesso Denis –  ha captato i suoi segnali; difatti, ci siamo subito avvicinati e scambiati le solite chiacchiere che si fanno tra sconosciuti.

Balliamo a ritmo della canzone, mentre il sudore mi imperla la fronte.

Sono venuto qui da solo, perché qualcuno, un certo francese dal naso perfetto non è voluto o potuto venire con me.
Da quando si è fidanzato mi ha praticamente abbandonato. La discoteca per lui è off-limits da quando una certa nana malefica lo ha attirato nella sua ragnatela.
In seguito ha preferito lasciar perdere e comportarsi come un vecchio insieme a quella rompi scatole della sua ragazza.

Potrei anche farmela andare a genio, se solo si comportasse diversamente e non mi guardasse sempre come se fossi una minaccia per la loro coppia. È ridicola, ma Denis a quanto pare è troppo cotto per capire che senza di lei probabilmente starebbe meglio.

Menomale che non sono etero, non potrei sopportare certe cose.

«Prendiamo qualcosa da bere?» mi chiede Alessio. Ha due occhi bellissimi, di un verde luminoso.

«Volentieri!» ammicco.

Raggiungiamo il bar affollato, e dopo una fila di almeno cinque minuti, ordiniamo due drink.
Una vodka alla menta per il ragazzo sexy al mio fianco, e un whisky e redbul per me.

Ne ho già bevuti tre da quando sono arrivato, ma essendo domenica sera ho intenzione di lasciarmi andare e soprattutto di divertirmi, prima di dover affrontare un'altra stancante settimana di scuola.

So che domani mattina me ne pentirò, ma al momento non voglio pensare a niente.

Sarei dovuto venire ieri sera – essendo sabato – ma mia madre ha insistito per passare una serata in famiglia e non ho potuto rifiutare.

Inutile dire che abbiamo passato una serata noiosissima a giocare carte e guardare film che piacevano solo a loro.

Alessio mi offre un altro drink e lo accetto volentieri.

Gratis è più buono.

Un'ora più tardi non sono più in me, sono disconnesso dalla realtà e la sobrietà ha ormai abbandonato il mio corpo.

Mi struscio senza dignità sul corpo di Alessio, il quale sembra apprezzare.

Il ragazzo dagli occhi verdi porta le mani sui miei fianchi, mentre io faccio dei movimenti probabilmente imbarazzanti, ma al momento non me ne rendo conto e anzi, me ne frego totalmente.

«Il locale per froci si trova da un'altra parte!» ci urla improvvisamente un ragazzo, accompagnato dalla risata di quello che presumo sia un suo amico.

Nonostante il mio stato, quelle parole non mi lasciano indifferente.

«Come, scusa?» mi allontano da Alessio e mi incammino subito verso il ragazzo che mi ha appena insultato.

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