11: Perché ci sta fissando.

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Sometimes we need someone to simply be there. Not to fix anything, or to do anything in particular, but just to let us feel that we are cared for and supported.




«Sì, cazzo!»

Le mie urla riempiono la sala.

Esulto non appena faccio un altro gol, battendo nuovamente Leonardo.

Finiamo la partita e sorrido quando vedo l'espressione contrariata del mio fratellastro.

«Che succede? Non accetti la sconfitta?» lo stuzzico.

«Tu ci giochi sempre, è normale che sei più bravo.» dice.

«Facciamo così, ti offro la rivincita, ma se perdi di nuovo mi rifai il letto per una settimana.»

«Scordatelo.»

«Uh, qualcuno sa già che perderà.» rido.

Lui sospira. «Okay, ma non una settimana, facciamo due giorni.»

«Accetto! E ricordati di sistemare bene le lenzuola, i miei piedi sono lunghi e a volte escono dal letto.»

Lui sembra trattenere un sorriso.

Faccio partire il gioco e una ventina di minuti dopo, quando sono ormai sul punto di vincere di nuovo, sentiamo la porta aprirsi, segnando l'arrivo dei nostri genitori.

«Simone, i nostri figli stanno davvero trascorrendo del tempo insieme senza azzuffarsi?» sussurra mia madre, credendo di non essere sentita.

«A quanto pare.»

Finiamo di giocare. Ovviamente ho vinto e non perdo l'occasione di rivolgere al castano un sorriso compiaciuto.

«Ci vediamo domani mattina per il letto.» dico, prima di alzarmi dal divano e spegnere la tv.

Lui fa una smorfia.

Saluto mia madre e rivolgo un rapido cenno a Simone, prima di raggiungere la mia stanza.



Leonardo.


Cosa ci faccio qui? È la prima cosa a cui penso, non appena i miei piedi varcano il cancello ormai arrugginito della scuola.

Stare in mezzo alla gente mi provoca disagio, soprattutto perché mi sembra di avere lo sguardo di tutti puntato addosso.

Mantengo lo sguardo sulla strada, mentre il cappuccio mi ripara.

Piove e non ho nemmeno l'ombrello, così mi tocca entrare in classe bagnato e infreddolito.

Fortunatamente il mio banco è vicino al calorifero, così posso riscaldarmi un po'.

Durante la lezione cerco di seguire il più possibile, ma non è così semplice.

La professoressa sta leggendo qualcosa sul libro ma io mi sono perso, cerco di capire dove siamo arrivati. Sbircio verso il mio compagno di banco, ma lui non sta nemmeno seguendo, così non mi è d'aiuto.

«Leonardo, ci sei?» la professoressa deve essersi accorta del mio smarrimento. Non è la prima volta che succede, ormai sono abituato a quella domanda.

No, testa di cazzo, non vedi che mi sono perso? Potresti anche evitare di attirare l'attenzione su di me porgendomi quella domanda inutile.

«Sì.» mento.

Lei torna a leggere sul libro.

Non vedo l'ora di finire la scuola e non dover più trascorrere il mio tempo rinchiuso qui dentro.

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