30: Sono fiero di esserlo.

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Mi sveglio un'ora dopo e mi sembra di aver dormito tutto il giorno.

Leo è accanto a me e sta scorrendo la home di instagram.

«Ah, ti sei svegliato.» fa uno dei suoi soliti sorrisi luminosi.

«Ho fame» gli comunico, sentendo lo stomaco brontolare. «Mangiamo qualcosa?» domando poi.

«Sì dai.»

Così ci alziamo dal letto e in quel momento vedo Leo fare una piccola smorfia.

«Passerà.» gli accarezzo una guancia, senza nascondere un sorrisetto compiaciuto.

«Spero il prima possibile.» borbotta. «E togliti quel sorriso dalla faccia.»

Metto una pentola piena d'acqua sul fuoco e mentre aspetto che bollisca, mando giù della coca cola direttamente dalla bottiglia.

«Odio quella roba.» mi comunica Leonardo, riferendosi alla bevanda.

«Io la amo, invece. Come fa a non piacerti?»

«Troppi zuccheri, e poi... non so, non mi piace e basta.»

Annuisco, bevendone un altro po'.

Ho troppa fame per aspettare che sia pronta la pasta, così mentre aspetto mi preparo un bel panino con la nutella.

«Luca! Ma tra poco mangiamo!»

«Quindi?» domando con la bocca piena. «Ho fame!»

«Sei un maiale.»

«Grazie per il complimento. Sono fiero di esserlo.» faccio un sorrisetto.

Un quarto d'ora dopo siamo seduti a tavola a mangiare la pasta al pesto, la mia preferita.

«Allora, stamattina ti ho visto parlare tranquillamente con mia madre. Devo dedurre che vada tutto bene. Se l'è presa solo con me.» dico.

Lui annuisce.

«Sì, sono rimasto abbastanza sorpreso, infatti. Sono sceso in cucina e lei mi ha accolto come sempre. Mi ha solo detto di stare attento.»

«Non stiamo facendo niente di male.» scrollo le spalle. «Ovviamente con quel "stai attento" intendeva a me.»

«Perché, ha torto?» fa una risatina.

«No.»

Finiamo di mangiare e ci stravacchiamo sul divano, io con la pancia piena dopo aver mangiato non solo la pasta ma anche un panino gigante con la nutella.

Leo appoggia la testa sul mio petto e io lo lascio fare. Gli accarezzo i capelli castani finché non sentiamo un cellulare suonare, il suo.

"Pronto? Ciao Elia..." lo sento dire.

Mentre parla mi guarda negli occhi.

Fantastico.

Ci mancava solo lui.

Io lo guardo male durante tutta durata della chiamata.

"Capisco... in realtà stasera dovrei andare al cinema con Luca, non so se vuoi venire con noi."

Cosa?!

Gli lancio un'occhiata carica di fastidio. Lui capisce al volo che non sono contento di quella richiesta e mi accarezza una mano, cercando di rimediare, ma non funziona.

Quando chiude la chiamata lo sto guardando malissimo.

«Dobbiamo andare al cinema con Edoardo?»

«Elia.»

«Elfo o come cazzo si chiama... perché non sta con il suo ragazzo finché può?»

«Si sono lasciati.» mi comunica.

«Cosa?! Perfetto! Così ora ci può provare con te.»

«Ma ti senti quando parli?» sospira. «Ti ho già detto che di Elia ti puoi fidare. Siamo amici, niente di più.»

«Ti avevo detto che avrei provato a trattarlo diversamente, ma non è così facile.»

«Amo quando fai il geloso.»

«A me non piace esserlo, mi fa sentire un bimbo minchia.» sbuffo.

«Invece dimostra solo che ci tieni a me.»

«Certamente. Io tengo a te, lo sai.»

«Sì.» sorride imbarazzato.

Sospiro.

«Okay, può venire con noi. Ma non voglio rotture di palle.»

Lui in tutta risposta mi stampa un bacio sulla labbra.



~



Volevo godermi una serata con Leonardo. Solamente noi due, ma lui ha pensato bene di invitare il suo amico, così adesso ci ritroviamo seduti in sala con Leo nel mezzo tra me e il suo amichetto.

Elia continua a parlare ininterrottamente. A differenza di Leonardo parla veramente tanto e per lo più dei cazzi suoi. Come se a me interessasse sapere cosa fa durante la sua giornata o perché preferisce la mela rossa a quella gialla.

Il film sta proseguendo e devo dire che è veramente una cagata, ma a Leonardo sta chiaramente piacendo, così evito di lamentarmi.

Ad un certo punto allunga una mano verso la mia, appoggiata sul sedile e la stringe.

Sorrido per quel gesto. Soprattutto perché mi accorgo che Elia sta guardando le nostre mani unite.

Quando il film finisce finalmente ci alziamo e sento il culo farmi male per aver trascorso quasi due ore seduto.

«Uh, ci sono le macchinette con i pupazzi, proviamo a prenderne uno?» esclama Leo, con gli occhi luminosi.

«Provo io, sono bravo in quel gioco.» dice Elia.

«No, provo io.»

Entrambi si girano a guardarmi.

Elia deve aver capito che non lo sopporto, anche perché mi si legge in faccia, ma non dice niente e non prova nemmeno a starmi simpatico.

Dopo due tentativi, riesco a vincere il pupazzo di Olaf, il pupazzo di neve di Frozen, e Leonardo sorride come un bambino.

«Grazie!» saltella.

Quanto cazzo è tenero.

Elia riceve una chiamata e si allontana. In quel momento Leonardo viene ad abbracciarmi.

«Ti regalerò qualcosa anch'io... stanotte.» mi sussurra all'orecchio.

Sento già una presenza ingombrante tra le gambe.

Dio, che effetto che mi fa questo ragazzo.

Come faceva a starmi sulle palle prima?

Avevo il prosciutto sugli occhi? Sicuramente.







Secondo capitolo della giornata.

-10 capitoli alla fine + epilogo.

Sto pubblicando capitoli uno dopo l'altro e non facendo pause lunghe perché vorrei iscrivere la storia ai wattys ma per farlo deve essere completa.❤️

Beside youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora