33: L'unico di cui ho bisogno.

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Leonardo.



«Dobbiamo prendere l'autobus, perché a piedi ci mettiamo troppo.» mi fa sapere.

«Okay.» dico soltanto.

Prendere l'autobus rappresenta un problema se sono da solo. Non so perché ma salire, stare in mezzo alla gente... mi provoca ansia. Mi sento a disagio in mezzo alle persone perfino a fare cose normalissime come prenotare la fermata o scendere.
Ma se sono con qualcuno che conosco mi sento meglio.

I posti sono tutti occupati così rimaniamo in piedi.

«E se ci vede qualcuno della classe?»

«Cazzi loro.»

Mi guardo intorno, riconosco qualche ragazzo della scuola, ma della nostra classe non mi sembra di vedere nessuno.

Controllo l'ora sul cellulare diverse volte.

Passano venti minuti e l'autobus si svuota, così riusciamo a sederci.

«Manca ancora molto?»

«Ancora quattro fermate.»

Sono proprio curioso di vedere dove mi sta portando.

Dopo quattro fermate finalmente scendiamo. Guardando la strada riconosco davanti a me un parco.

Luca mi prende per mano e mi invita a seguirlo lungo una salita.

Giriamo a destra, andiamo sempre dritto ed eccolo qui: davanti a noi si presenta una specie di laghetto con delle tartarughe che nuotano e qualche cigno.
L'acqua è limpida ed è talmente rilassante da osservare che potrei rimanere così per ore.
Ho sempre amato l'acqua; che sia quella del mare, del lago o semplicemente quella del lavandino, per me ha sempre rappresentato una fonte di rilassamento totale.
Questo Luca non lo sapeva, eppure ha trovato il posto perfetto nel quale portarmi.

«È bellissimo.» sorrido.

«Sapevo ti sarebbe piaciuto.»

Ci avviciniamo di più all'acqua e riesco anche a vedere dei pesci.

Il rumore causato dagli animali sommato a quello dell'acqua è talmente rilassante che sarei perfino capace di addormentarmi qui.

Luca apre lo zaino e tira fuori un asciugamano da mare. Lo stende sull'erba e mi invita a sedermi con lui.

«Avevi già organizzato tutto?»

«Certo che sì.»

Sorrido.

Appoggio la testa sulla sua spalla e mi godo la vista.

«Lo sai che con questo hai appena dimostrato di essere romantico?» esclamo.

«Tu dici?» fa un sorrisetto.

Annuisco. «Quindi non sei più arrabbiato con me?» gli chiedo.

«L'idea che Elia abbia dormito sul tuo letto mi fa ribrezzo, ma non sono più arrabbiato, no. E sarò sincero, so di aver esagerato e che quella scena tra di gelosia è stata ridicola, ma anche se ho questa corazza che mi fa sembrare uno stronzo, la paura di perderti è più forte, Leo.»

«Non mi perderai.» lo rassicuro.

«Lo sai che sarò sempre dalla tua parte, Leo. Sono pronto a sostenerti e restare al tuo fianco senza nascondere più i miei sentimenti. Perché il bisogno di saperti al sicuro è più forte del resto, ormai.
Ma devi promettermi una cosa, Leonardo.»

Sento gli occhi inumidirsi per la dolcezza di quelle parole. «Cosa?»

«Che non ti farai più del male.»

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