Capitolo 28

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"Pov Isabella"

Erano passate due settimane dal viaggio a Las Vegas con Stephen.

L'ultima volta che l'ho  sentito è stato tramite un messaggio di dimissioni mandato la sera stessa tornati dal viaggio. 
Non aspettai nessuna risposta.
Lui mi cercava.
Le chiamate, i messaggi arrivavano in continuazione.
Il mio telefono non smetteva di vibrare neanche per un istante.
Non lo volevo sentire.
Non volevo sentire nessuno.
Volevo solo stare  da sola con se stessa.

Ormai erano precisamente due settimane che ero rinchiusa nella sua camera da letto.
Erano due settimane che ero distesa sul mio letto sempre nella stessa posizione per tutto quel tempo.
Ero sempre li immobile circondata dal silenzio e dal buio.

Non volevo più vivere.
Non volevo più soffrire.
Questa vita ormai non faceva più per me.
Voleva far finire tutto.
Ogni rumore, qualsiasi cosa che mi circondasse.
Volevo che tutto cessasse di esistere.
Il male che mi hanno causato doveva cessare.
Le lacrime dovevano cessare.
La sofferenza doveva smettere di accompagnarmi per sempre, rendendomi la vita un disastro.

Durante questo tempo non  feci altro che pensare e ripensare a ciò che ho visto con i suoi occhi prima di partire per tornare in questa città.

I ricordi mi logorano fino all'anima.

Al solo pensiero di tutto ciò che avevo visto, i ricordi, mi fanno annebbiare gli occhi intrisi di lacrime che non smettono di far fuoriuscire lacrime come se fossero fontane senza mai un fine.

Stavo seduta su una panchina ad aspettare che Stephen tornasse dal bagno, quando girai per guardarmi ntorno vidi l'ultima persona della terra che avessi voluto incontrare.

La persona più crudele che potesse esistere sulla faccia della terra.
La persona che mi ha causato angoscia, dolore e sofferenze.
Quella che disprezzo di più e che mi incute timore.
Quella che mi ha  sempre maltrattata, picchiata e stuprata all'età di dodici anni.

Appena lo vidi mi pietrificai , dovevo allontanarmi subito da lui.

Mi alzai di scatto e volevo andarmene subito da quella città, dovevo mettere immediatamente una distanza fra noi due senno mi avrebbe perseguitata e reso il resto della mia vita ancora più insopportabilmente dolorosa.

Quello che vidi dopo mi distrusse completamente.

L' ultimo pezzetto di cuore che mi era rimasto si era disintegrato in quell'istante.

Vidi Stephen Tornare dal bagno.

Aveva la zip dei pantaloni aperti, del rossetto rosso al confine delle sue labbra.

Quella visione mi fece salire la bile allo stomaco.

Una ragazza bionda dalle curve spaziali uscì subito dopo di lui dallo stesso bagno dove stava lui.

Le lacrime volevano uscire fuori insistentemente ma le respinsi con tutta se stessa.

Quello fù il colpo finale.

L'unica persona che  mi dava la forza di andare avanti, che mi  faceva sentire libera, felice e spensierata era stato proprio lui a procurarmi solo altro dolore.

Tutto ciò mi aveva causato un dolore assurdo.

L'anima sprigionava dolore e sofferenza da ogni poro.

Sapeva che per lui non ci sarebbe stato mai qualcosa di serio ma in questi giorni forse ci avevo sperato.

Non capivo il perchè ma volevo con tutta me stessa prendere  quella bionda a schiaffi per averlo toccato ma per lui lei era stata soltanto una semplice scopata, una botta e via.

Io mi ero fidata di lui e lui aveva spazzato via tutto in un lampo  con un semplice gesto.

Io mi ero fidata di lui e lui aveva spazzato via tutto in un lampo  con un semplice gesto

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