a little drunk.

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Questo capitolo è paradossale ma hey, è una fanfiction e più le cose sono assurde più è divertente no?

- Auch.
- Ahi!
Quelle furono le due parole che uscirono dalle labbra di Harry e dalla ragazza che aveva visto già due volte quando si scontrarono e caddero a terra.
La ragazza boccheggiò quando si ritrovò sdraiata su un Harry Styles parecchio brillo. Belle, la dolce cagnolina, scodinzolava con la lingua al vento mentre li fissava da poche spanne più lontano, e sembrava quasi prendersi gioco dell'assoluto imbarazzo della padrona. Insomma, chi spererebbe di cadere addosso a Harry Styles mentre fa jogging?
- Ommioddio, scusa - soffiò la ragazza. Cercò di alzarsi ma si immobilizzò quando Harry gemette.
- Tutto... okay?
Lui scoppiò a ridere prima di storcere il naso, con un sorriso infantile. - Sei ubriaca - ridacchiò. Allungò una mano e le punzecchiò la punta del naso con l'indice. Da parte sua, lei era raggelata e stupefatta.
- E sei su di me - canticchiò Harry, senza smettere di ridere. - E siamo sul marciapiede. Ci arresteranno per atti osceni in pubblico!
- Oh dio, quanto hai bevuto?
La ragazza dagli occhi chiarissimi si alzò. A Harry facevano quasi impressione da quanto erano chiari -e belli. Si mise seduto, battendo le palpebre. Aveva i capelli sparati dappertutto, ma questo lo rendeva ancora più tenero.
- L'ubriaco sei tu - mormorò lei. Gli tese le mani, e lui le prese, fissandola adorabilmente confuso. Una piccola fossetta si formò tra le sue sopracciglia mentre cercava -inutilmente- di concentrarsi per formulare una frase sensata.
- Perché mi stringi le mani? Oh - sgranò gli occhi verdi, colto da un'illuminazione. - Ci stiamo sposando!
Lei suo malgrado rise. - No, sto cercando di aiutarti a rialzarti.
- Ah - Harry si mise in piedi e barcollò. Strizzò gli occhi.
- Hai le guance rosse - biascicò.
Belle gli strofinò il muso sulla gamba, distogliendolo da quella osservazione.
Harry le sorrise. - Ciao bellissima.
- Vieni, ti aiuto a entrare in casa - sospirò la ragazza, capendo che se l'avesse lasciato solo probabilmente si sarebbe messo a sproloquiare con un lampione dei fiorellini di aprile del suo giardino.
- Oh, vuoi stuprarmi - ridacchiò lui, tenendole la mano incredibilmente calda e lasciandosi trascinare verso la porta, andando a zig zag. - Okay.
Lei arrossì fino alle punte dei capelli e lo sospinse gentilmente sul vialetto. Harry fece resistenza ma capitolò quando capì che da solo non sarebbe riuscito ad andare a salutare la macchina parcheggiata in fondo alla strada.
- Le chiavi - strillò, facendola sussultare. Belle abbaiò e la ragazza emise un breve ssh.
- Ce le hai tu, è casa tua - gli ricordò, afferrando il guinzaglio di Belle, a terra. Harry aggrottò la fronte.
- Ah sì? Non è quella della fata smemorina?
La ragazza sospirò, ma tratteneva a stento una risata. Era così adorabile. - Controlla nelle tasche.
Harry gemette e obbedì. Non appena le trovò sorrise e si inginocchiò davanti a lei. La ragazza sgranò gli occhi, confusa.
- Che diavolo...
- Sii il mio orsetto! - esclamò solennemente Harry. La ragazza assunse un'espressione stranissima, e Harry cominciò a ridere.
- Voglio stringere un peluche - brontolò. La abbracciò per la vita e lei rabbrividì, scioccata.
- Harry, io...
- Sii il mio orsetto per stanotte - la pregò lui. Lei deglutì.
- Meglio di no, non mi conosci nemmeno.
- Ma ti amo - brontolò Harry. Posò la testa sul suo petto e sorrise, felice. - Oh, sei morbida.
- Sì, beh, sono una donna quindi è ovvio che lo sia - sorrise lei, incredula dall'assurdità di quella situazione. Gli posò le mani sulle spalle, cercando di farlo alzare. Harry si tirò finalmente in piedi. Non appena lei gli aprì la porta lui la spinse dentro, mentre Belle sgusciava tra le loro gambe.
- Hey, no! Har- la ragazza sgranò gli occhi quando Harry, dopo aver chiuso la porta a due mandate, si infilò la chiave nei pantaloni.
- Prova a prenderla - rise. Lei scosse la testa.
- Devo tornare a casa, mia madre...
- Tu sei il mio peluche, tua mamma capirà.
La ragazza strillò quando Harry la sollevò per i fianchi, caricandosela in spalla. Gli diede un pugno sulla schiena, ansimando, e per tutta risposta lui le schiaffeggiò il fondoschiena.
- OMMIODDIO - strillò lei, cominciando a dimenarsi. Harry sorrise e attraversò tranquillamente il salotto. Ma lei non era affatto preoccupata per il rimanere rinchiusa lì dentro (chi mai lo sarebbe stato? Con Harry Styles?), piuttosto temeva che da lì a mezzo secondo potessero schiantarsi a terra. Perché, diciamocelo, Harry non riusciva a non barcollare nemmeno per un centimetro.
- Harold Edward Styles mettimi giù! - strepitò lei, in panico. Lui sorrise.
- Okay.
E lei si ritrovò a rimbalzare sul materasso del suo letto mentre un urlo le scappava dalle labbra, e impallidì non appena Harry si sdraiò accanto a lei.
- Cosa stai- oh cazzo - il suo cuore palpitò mentre le braccia di Harry le circondavano la vita, e lui affondava il viso nella sua spalla, baciandole la guancia.
- Buonanotte orsacchiotto.
La ragazza non riuscì nemmeno a replicare che Harry si addormentò.
Sospirò lievemente, chiudendo gli occhi. Il pensiero della sgridata isterica che avrebbe ricevuto la mattina dopo la colpì violentemente facendola rabbrividire; e Harry, come se avesse avvertito quel brivido nel sonno, la strinse di più a sé.
Un piccolo e timido sorriso spuntò lentamente sulle labbra di lei.
Harry Styles le stava dormendo abbracciato.

Dear Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora