Dear Harry Styles

letter fifteen

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Harry si svegliò con uno sbadiglio, stiracchiandosi. Aprì gli occhi e subito li richiuse, in preda alle veritigini. Un colpo di tosse gli bruciò la gola, e sospirò sentendo il petto dolorante.
- Oddio - si portò una mano alla gola, poi alla fronte e sbuffò nel sentirla bollente. Allungò il braccio e cercò a tentoni il cellulare sul comodino.
Riuscì a sfiorarlo, ma ovviamente gli cadde. Harry gemette e rotolò su se stesso, strizzando gli occhi per il dolore.
- Porca trottola.
Lo afferrò dal pavimento e lo sboccò.
Harry: ragazzi sto di merda
Harry: ditemi che voi avete qualcosa contro l'influenza
Harry: RAGAZZI
Liam: sto arrivando
Harry sorrise e si lasciò ricadere sul cuscino, abbracciandolo.
- Okay - sospirò, prima di addormentarsi di nuovo.

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- Harry, sveglia.
Lui gemette e affondò la faccia nel cuscino.
- No - piagnucolò. Liam alzò gli occhi al cielo. - Harry, prendi l'aspirina e poi torna a dormire.
Per tutta risposta il riccio afferrò le coperte con un'abile mossa da contorsionista -tutto, pur di non alzarsi- e se le tirò fin sopra alla testa.
Liam lo guardò di traverso.
- Ah, e ho trovato anche una lettera.
Harry emerse dalle coperte con un salto, facendolo spaventare.
- Mia - strillò, afferrando la busta e ricadendo tra le coperte, strappandola. Liam lo fissò esasperato e gliela tolse di mano, facendolo piagnucolare come un bambino piccolo. Harry con la febbre era uguale a un Harry ubriaco: un bambino di sei anni.
- Dammela, Leeyum - si lamentò, ma l'amico scosse la testa.
- Prima la medicina.
Harry brontolò e allungò la mano ad afferrare il bicchiere pieno di acqua miscelata a polvere bianca. Lo bevve tutto d'un fiato, disgustato dal sapore orribile.
- Schifo - mormorò, poi alzò gli occhi verdi su Liam, con un sorrisone. Lui sbuffò e gli porse la lettera.
- Grazie Leeyum - cantilenò Harry, scoccandogli un bacio sulla guancia. Lui rise.
- Leggiti quella dannata lettera.
Caro Harry,
Odio. Fottutamente. Tanto. Mio. Cugino.
Mi ha strappato l'orsacchiotto. GLI HA STACCATO LA TESTA. OKAY È UNA COSA DA BAMBINI MA CE L'AVEVO DA QUINDICI ANNI.
Harry rise come un bambino, anche se in realtà nemmeno lui capiva perché stesse ridendo. Amava quella ragazza.
- Te ne regalo io uno - biascicò, sbadigliando. - LIAM - urlò.
Un'imprecazione riempì l'aria del salotto. Liam spuntò sulla soglia.
- Cosa?
- Voglio un orsacchiotto!
Liam lo guardò a bocca aperta. - Okay?
Harry si imbronciò. - Tu devi essere il mio orsacchiotto, Leeyum.
Liam si schiaffò una mano sulla fronte. Consapevole che l'amico non avrebbe messo di chiederglielo finché non avesse esaudito il suo desiderio orsacchiottoso, sospirò e si stese accanto a lui. Harry gli si aggrappò addosso, abbracciandolo forte.
- Sei un buon orsacchiotto - annuì convinto. Liam trattenne un dolce vaffanculo.
E poi rideva. Capisci io sono quasi scoppiata a piangere e lui rideva. Beh poi gli ho tirato una ginocchiata nelle palle, ma dettagli.
- Ahi - mormorò Harry. Liam riaprì gli occhi. - Cosa?
- Ha tirato una ginocchiata nei Paesi Bassi a suo cugino. Capisci Lee? Parti basse, paesi bassi... quelli di fianco alla Francia! - Harry scoppiò a ridere e Liam affondò la faccia nel cuscino. - Oddio - biascicò. - Qualcuno mi salvi.
Poi urlava come un pazzo, ma secondo me era tutta scena. Non farà poi così male.
Gli ho chiuso la porta sul naso e sono emersi dalla stanza di mia sorella lei e il suo scopamico che non mi piace più, erano mezzi nudi tutti e due che schifo.
Spero che la tua giornata sia andata meglio. Ora mio cugino mi sa che è arrabbiato con me.
Ma hey, lui ha staccato la testa a Monty. Gli sta bene. Ho cominciato a correre ieri... è stato faticoso ma
Che manicomio. MIA MADRE NON SMETTE DI URLARE LA AZZANNO GIURO.
Harry sorrise.
Ti voglio bene. Hey domani è domenica. Resterò attaccata al pc a guardare le tue foto e ODDIO COSA SCRIVO È IMBARAZZANTE ORA SAI CHE HO UNA COTTA PER TE.
Ehm.
Scusa.
Anonima.
Harry sorrise e affondò la faccia nella spalla di Liam, e finalmente riuscì ad addormentarsi.