eisoptrofobia

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Harry venne rapidamente preso per la mano da Wynter mentre entravano in casa sua dopo una bella lavata di capo di mezz'ora da parte della madre di lei (rigorosamente sulla soglia di casa). La guardò stralunato, senza nemmeno concedersi il tempo di guardarsi attorno, mentre lei lo tirava per il braccio verso le scale che portavano al piano superiore.
- Ti prego ti prego ti prego vien- mentre lo supplicava di seguirla, con il panico nelle iridi di un blu elettrico, Hatry vide una ragazza spuntare sulla soglia del salotto con la coda dell'occhio.
- Hey, che bel pezzo di manzo che ti sei trovata, sorellina - le guance di Wynter presero fuoco e mollò rapidamente la mano di Harry, chinando la testa e fissando il pavimento. - Forse è anche troppo per te - miagolò quella voce; Harry sentì una punta di fastidio nel vedere come Wynter si era abbattuta a quelle parole.
Harry si girò e diede un'occhiata sorpresa alla ragazza. Era alta, con lunghi capelli biondi, occhi azzurri, magra e dalle forme abbondanti. Indossava una gonna che copriva a malapena le parti intime, tacchi di venticinque centimetri e un top striminzito che non copriva nemmeno la metà del suo seno. Si appoggiò alla parete con un sorriso, mordendosi le labbra e leccando la caramella che aveva tra le dita prima di morderla, sostenendo lo sguardo di Harry con una sola parola negli occhi: sesso.
Era così esagerata. Rivoltante, quasi. E poi lo aveva definito come un pezzo di carne.
- Ciao, tesoro. Ti va di conoscerci?
Harry le rivolse un sorriso affabile.
- Scusami, ma voglio stare con Wynter.
Sia sul viso della bionda sia su quello della diretta interessata comparvero due espressioni scioccate.
Harry rivolse un sorriso alla più piccola, che lo fissava incredula... e felice.
- Allora, fammi vedere un po' casa tua.
Lei annuì, ancora in trance, e si girò, camminando rapidamente verso le scale. Harry sentì bene le imprecazioni della ragazza bionda.
Trattenne un sorrisino e si aggrappò al corrimano per salire i gradini. Non appena spuntarono sul secondo piano, con una grande finestra in fondo al corridoio, Wynter si diresse verso la prima porta a sinistra e l'aprì, aspettando che anche lui entrasse.
Non appena furono dentro lei chiuse la porta ed esplose.
- Mi dispiace, scusami, è disgustosa, non volevo... è fatta così, speravo che non ci fosse perché fa così con ogni ragazzo che trova, se vuoi andartene è okay ma io- Wynter quasi svenne quando Harry le posò un dito sulle labbra. Si zittì subito, con il cuore a mille, mentre lui e sorrideva dolcemente, con le iridi verdi intenerite.
- Dispiace a me di averti messa in imbarazzo - le rispose. - Ma sono felice di essere qui con te.
Harry vide il volto della ragazzina illuminarsi di gioia, e le sue mani sollevarsi verso di lui di qualche centimetro prima di ricadere ai suoi fianchi.
Allora capì, e la abbracciò forte,sentendola tremare tremendamente forte tra le proprie braccia. Le accarezzò ritmicamente la schiena, mentre lei si aggrappava ai suoi fianchi, con il cuore a mille.
- Okay, scusa - Wynter si sciolse malvolentieri dall'abbraccio e sollevò gli occhi sulla stanza. Anche Harry prestò attenzione alla stanza e i suoi occhi si illuminarono.
- Ma è fantastica!
Wynter rise mentre lui faceva un paio di passi avanti. La stanza era davvero ampia, con le pareti decorate di blu chiaro; il letto era incassato sotto all'armadio, con sopra alcune mensole che facevano da libreria, e il soffitto era decorato con le immagini delle stelle. Due grandi finestroni erano incastonati sulla parete a destra, dove si potevano vedere le luci della città. E al centro della stanza c'era un meraviglioso pianoforte a coda.
- Oddio - Harry posò una mano sulla superficie lucida, con gli occhi che brillavano. - Amo questa stanza. Te la ruberò.
Wynter sorrise, mettendo in mostra una fossetta adorabile. Si passò una mano tra i capelli, stringendosi nelle spalle e dondolandosi sui talloni.
- Fosse per me, vivresti qui - si lasciò sfuggire.
Harry si girò stupito verso di lei. - Guarda che sono un pessimo compagno di stanza - la avvisò, girando su se stesso e avvicinandosi alle finestre. - Lascio la mia roba dappertutto.
- Potrei sovravvivere - ribatté lei. Harry appoggiò una mano sulla scrivania, fissando il paesaggio al di là del vetro.
- Che vista spettacolare.
- Di sicuro hai visto di meglio ma è carina - annuì lei. Wynter si avvicinò al pianoforte, e Harry la osservò con la coda dell'occhio.
- Suoni?
Lei annuì distrattamente, passando un dito su un tasto nero. - Mi fai sentire qualcosa?
Lei alzò sorpresa lo sguardo verso di lui, arrossendo. - Oh, no, io... mi piace suonare ma non davanti agli altri...
- Allora mi giro di spalle così suonerai dietro di me!
Wynter scoppiò a ridere e subito dopo si portò le mani alla bocca, trattenendosi.
- Non è una buona idea, sbaglierei tutto - disse riluttante. Harry mise il broncio e lei gli indirizzò un timido sorriso.
- Mi spiace.
- La prossima volta, allora.
Wynter cercò di non prenderlo seriamente, sapendo che sarebbe rimasta delusa, ma fu inutile. Il suo cuore si riempì di speranza.
- Sì, ehm...
La porta si spalancò e riapparve la sorella (troia lol) sulla soglia, con un'espressione scocciata.
- Wynter, io e mamma andiamo a fare shopping.
- Okay, Monique - mormorò lei, incrociando le braccia. Monique spostò gli occhi su Harry.
- Ci vediamo, stallone - ammiccò e se ne andò sculettando.
- Ci vediamo, stallone - la imitò velenosamente Wynter. - Ma per favore - brontolò disgustata.
Harry rise. - Gesù, nessuno mi ha mai chiamato in quel modo e avrei preferito che continuasse a essere così - commentò. Wynter si morse il labbro inferiore per nascondere un sorriso.
In quel momento lo stomaco di Harry brontolò e lui arrossì terribilmente, facendola ridere adorabilmente.
- Andiamo a fare colazione, dai - gli disse dolcemente lei. Harry si ravviò i capelli, imbarazzato.
- Ecco, in realtà prima dovrei andare in bagno.
Wynter annuì e gli fece cenno di seguirla. Rispuntarono sulle mattonelle grigie puntinate di nero e grigio del corridoio. Wynter gli indicò buna porta nera.
- Lì, raggiungimi in cucina.
Harry annuì e si separarono.

+ + +

- Ho notato che non ci sono specchi - osservò Harry all'improvviso, addentando una fetta di pane e nutella.
Wynter abbassò gli occhi a terra, arrossendo con un sospiro.
- Già. Soffro di di eisoptrofobia.
Harry la guardò interdetto e confuso e lei sorrise, tormentandosi una ciocca nera, avvolgendola attorno all'indice.
- È la fobia degli specchi.
Harry soffocò un'espressione divertita; dal tono sconsolato della ragazzina non era molto bello soffrire di quella fobia.
Wynter alzò timidamente le iridi, quasi troppo intense e chiare per essere vere. Non appena si accorse che le sue iridi verdi erano già puntate su di lei riabbassò lo sguardo, tormentandosi le maniche della felpa, dimenticandosi per un'attimo che non era sua.
- Hey, guardami - la invitò dolcemente lui, inclinando la testa. Lei si strinse nelle spalle, nervosa.
- Wynter, non mordo - cercò di convincerla lui. Lei si morse l'angolo del labbro, deglutendo. Finalmente lo guardò; durò per qualche secondo, ma almeno lo guardò.
- C'è qualcosa che non va? - le chiese Harry. Si passò una mano tra i capelli, preoccupato. - Sono così brutto? - ironizzò.
Lei ridacchiò, scuotendo la testa.
- Non è che mi piaccia poi tanto guardare le persone negli occhi, è troppo... troppo personale, non... mi sento a mio agio - cercò di giustificarsi, fissando le maniche nere della felpa.
- Oh, capito.
Harry rimase in silenzio per un attimo, passando il pollice sul bordo della fetta di pane e raccogliendo un po' di nutella. Si leccò golosamente il dito, passandosi poi la lingua sulle labbra con una mossa decisamente poco casta.
Fissò con un sorrisetto le guance violacee della ragazza mentre lei si fissava le ginocchia, cercando di riprendere il controllo dei propri pensieri.
- Ma... come funziona questa fobia? - chiese con la voce roca. Lei deglutì.
- E-ecco... ho semplicemente paura di vedere il mio riflesso, o una superficie riflettente. È strano, lo so, tutti i miei parenti mi prendono in giro per questo - Harry si morse il labbro, alzandosi. Wynter sorrise felice quando fece il giro del tavolo e si inginocchiò per arrivare alla sua altezza e darle un bacio sulla guancia. Girò la testa e osservò con le guance rosse il viso del ragazzo.
- Bacio alla nutella, sono i migliori - disse dolcemente, facendola ridere.
Wynter si sporse istintivamente verso di lui, gettandogli le braccia al collo.
Harry ricambiò l'abbraccio, con così tanta forza che lei pensò che gli stesse spezzando le costole. Ma cosa importava, se quell'abbraccio la stava aggiustando?
- Ti voglio bene - gli sussurrò.
Harry sorrise, e le fossette fecero capolino sulle sue guance.

Dear Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora