"l'acquisto di papà" parte 1

331 14 5
                                    

Due giorni passarono in fretta e Mitch non aveva intenzione di rivolgermi la parola, stufa mi alzai dal divano e raggiunsi il suo studio, che stranamente lo trovai aperto. Prendendo coraggio varcai la porta d'ingresso e lo vidi intento a scrivere qualcosa sul computer. Gli occhiali lo rendevano colto, mentre la camicia un po' sbottonata lo rendeva attraente. Troppo impegnato non si rese nemmeno conto della mia presenza nel suo studio. Mi avvicinai con cautela alla poltroncina rossa di pelle, che si ritrova proprio dinanzi a lui, mi sedetti e ripetute volte aprì bocca per dire qualcosa, ma le parole mi morivano non appena pensavo cosa dire.

-Devi rimanere qui per molto senza dirmi nulla o prima o poi parlerai?- Il suo tono era al quanto scocciato, mi fece sussultare e non appena i suoi occhi si posarono su di me, ritornai la solita Sophia ingenua. Per l'imbarazzo divenni rossa e come anti stress cominciai a torturarmi le mani. -Io.... beh io... io~- Venni bruscamente interrotta da lui, poiché il mio balbettare gli stava urtando il sistema nervoso. -Cristo! Parla! Dimmi cosa cazzo vuoi e non rompermi i coglioni!- Mi sbraitò contro, questa volta non era solo irritato, ma era arrabbiato con me. -Cos'hai?- Chiesi gentilmente all'uomo e in tutta risposta scoppiò in una risata isterica. -Tu chiedi a me cos'ho? Beh te lo dico subito...- iniziò a gesticolare e con il suo solito ghigno mi rispose, ma notavo che più continuava a parlare e più quel ghigno scompariva.

-Oh ci sono, allora... mi hai sfidato e mi hai anche detto cose che pensavi mi potessero ferire, ma la novità della giornata è una sola. Io non ho punti deboli, potrai anche provare a farmi del male o di cercarli, ma io non ne ho. Non tengo a nessuno, né alla mia famiglia e né tantomeno che a te.- I miei occhi divennero lucidi, ma che dico, iniziai a piangere silenziosamente, poiché le sue parole mi avevano fatto del male. -Cos'è? Adesso piangi?- e scoppiò a ridere, mi asciugai in fretta le lacrime e gli lanciai uno sguardo di fuoco. Accorgendosi del mio sguardo mi squadrò da capo a piede e poi mi rivolse la parola. -Non guardarmi così.- Serrò la mascella e strinse le mani in due pugni. -E ora esci dal mio studio.- Non aggiunsi altro e eseguì la sua richiesta.




































Saltai l'ora di pranzo e l'ora della cena, ero troppo triste e arrabbiata, perché pretendevo delle scuse da parte di Mitch, ma sapevo che non le avrei mai avute. Stanca mi buttai a peso morto sul letto e ripensai a quel che era accaduto qualche ora prima, presi un respiro profondo, chiusi gli occhi e cercai di rilassarmi un po', ma venni disturbata da qualcuno che stava bussando rudemente alla mia porta. Mi alzai e quando aprì la porta non rimasi stupita nel vedere Mitch, che rimase lì fermo ad osservarmi negli occhi. Potevo aspettarmi di tutto da parte sua, senza dirgli niente mi scosta per farlo entrare e così fece.

-Se hai fame Xiomara ti ha lasciato un po' di cibo nel forno.- Disse mentre osservava attentamente la mia stanza, mi schiarì la voce e prima di rispondere osservai per bene tutti i suoi movimenti. -Oh grazie, ma non credo di voler mangiare...- Alla mia risposta sbuffò e si voltò verso di me, ci guardammo negli occhi per parecchio tempo e quando mi distrassi per un nano secondo, mi ritrovai incollata al muro con lui che mi bloccava il passaggio. Respiravamo la stessa aria ed eravamo molto vicini, così tanto che i nostri nasi si sfioravano. Quando notai che i suoi occhi si colmarono di lussuria capì all'istante le sue intenzioni, morse le sue labbra con fare impaziente e con una mano si portò dietro i capelli.

-Sophia Evans cosa stai facendo al mio cuore?- Alla sua domanda non seppi rispondere, rimanemmo in silenzio e vicini senza dire nulla. Da parte sua potevo aspettarmi qualsiasi domanda, ma non quella che mi aveva posto, non riuscivo a capacitarmi, non comprendevo il suo ragionamento. È per questo, che forse mi evita da giorni? Mi domandai mentre lo fissavo negli occhi, rimasi incantata dal suo sguardo amaliante. -Cosa?- potevo dirgli tutto quello che pensavo, chiedergli il perché del suo strano comportamento e il perché non mi volesse più tra i piedi, ma in quel momento gli risposi così, sussurrando la domanda ad un fiato dalle sue labbra.

Buying a daddy 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora