"Farete questa merda senza di me."

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Passai ore ed ore ad ascoltare le loro strane idee sul piano, i loro occhi cattivi e gli sguardi che si lanciavano fra loro mi facevano sentire inutile. In quel momento non pensavo a nulla se non a mia sorella, mi chiedevo di continuo come avesse fatto a trovarsi in casa del nemico. I miei occhi vagavano per la stanza, erano tutti così seri, tutti così cupi. Ad un tratto sentì degli occhi famigliari sulla mia pelle, erano quelli di Tom, erano così uguali a quelli di nostro padre, così tanto che mi fecero paura. Feci un respiro profondo e chiusi gli occhi, avevo bisogno di capire tutta quella situazione e per fortuna una lampadina si accese nella mia testa. Mi alzai dalla sedia e uscì dalla stanza, senza dire niente a nessuno. Di corsa raggiunsi la stanza dove si celava mio padre, senza ripensarci due volte spalancai la porta. Era lì, sdraiato su un letto, l'odore disgustoso proveniente dalla stanza mi faceva ribrezzo. Inorridita mi incamminai verso di lui. Accanto al suo letto vi era una sedia, dove mi sedetti per chiamare la sua attenzione. I suoi occhi si spalancarono, il suo respiro divenne corto e non riuscì a formulare neanche una frase, dalla sua bocca uscivano solo dei piccoli versetti. -Papà, io e te dobbiamo parlare.- Ci guardammo negli occhi e lui sospirò, capì che non si aspettava una reazione del genere da me, non gli dissi nulla ma lui già aveva capito. -Che cosa vuoi sapere?- Mi chiese, mi misi le mani fra i capelli e con uno sguardo impassibile l'osservai con molta attenzione. -Perché Gilbert Fischer?- Alla mia domanda sbiancò, non si sarebbe mai aspettato questa domanda. -Come lo sai?- Chinai leggermente il capo, il suo respiro era affannoso e le sue mani tremavano. -Non era mia intenzione vendergliela.- Lo interruppi all'istante, mi alzai di scatto dalla seggiola malandata e lo guardai dall'alto. -Hai venduto mia sorella?- Sussurrai, con capo chino annuì ed io impazzì. -HAI VENDUTO MIA SORELLA!- Urlai a pieni polmoni, lui non faceva altro che evitare di guardarmi. -COS'HAI IN TESTA?! TI ODIO PEZZO DI MERDA!- La mia voce tremava, gli occhi mi divennero lucidi e avevo bisogno di lucidità mentale, perché in quel momento i pensieri che vagano nella mia testa erano tutti negativi. Iniziai a fare il giro della stanza in preda al panico, ma per mia fortuna Mitch entrò in stanza. Non appena i nostri occhi si incontrarono sentì una vibrazione, ma per quanto orgoglio avevo in corpo lo guardai con fare impassibile. -Sophia andiamo.- Disse indicandomi la porta, scossi il capo in modo contrario è gli lanciai un sorrisetto. -Sophia non farmi arrabbiare.- Alle sue parole divenni rossa per la rabbia. -Tu che vuoi capirne, io ho perso mia sorella e ora che l'ho ritrovata non sa della mia esistenza. La colpa è solo sua.- Dissi indicando l'uomo allettato, Mitch sbuffò e si portò una mano sul viso. -Va bene, però dopo dovremmo spiegarti il piano.- Felice annuì, stava per uscire ma lo fermai chiamandolo. -Mitch, puoi rimanere se vuoi.- Chiuse la porta e si appoggiò sulla parete a braccia conserte. -Sophia l'ho venduta, non mi importava nulla di lei. E se tu non te ne fossi accorta, sto facendo la stessa cosa a te. Ti ho venduta per soldi.- Disse con cattiveria. Non rispondendo più alle mie azioni, uscì da quella stanza seguita da Mitch e raggiunsi la sala dove vi erano tutti. Avevo uno sguardo spento, con molta lentezza mi sedetti sulla sedia e osservai tutti con occhi attenti. -Sophia, per arrivare a Gelbert ci serve tua sorella.- Mi spiegò Mitch, facendo un sorriso aspro scossi il capo. -No, non attirerò mia sorella  in una trappola.- Diana aveva gli occhi si di me, quella ragazza mi urtava il sistema nervoso e da un momento all'altro l'avrei presa a botte. -Sophia, devi farlo solo per attirare Gilbert. Di certo non faremo del male ad Adele.- La guardai con disprezzo, posai il mio sguardo su Killian e quest'ultimo mi sorrise. -D'accordo, ma cosa dovrò fare di preciso?- Domandai e sul viso di Mitch si depositò un sorriso smagliante, forse aspettava quella domanda da molto. -Iniziamo?- Domandò e tutti noi annuimmo. 

-Dunque, domani partiremo a Berlino e non dovremmo dare nell'occhio. Qui entra in gioco Sophia, tu dovrai chiamare tua sorella e chiederle aiuto. In quel preciso momento dovrai dire "Ciao sono la ragazza che ti ha chiamato due giorni fa, avrei bisogno del tuo aiuto." Lei di sicuro ti chiederà come potrà aiutarti e tu le dirai: "Mitch Rapp mi sta perseguitando, penso che tuo marito lo conosca." Vi incontrerete nell'ufficio di Gilbert e tu farai la finta disperata. Nel frattempo Alex e Simòn entreranno come inservienti di pulizia, noi altri aspetteremo sul tetto. Ad un certo punto io con numero sconosciuto ti chiamerò, tu risponderai e metterai il vivavoce. Ti dirò una cosa e poi riattaccherò, butterò la SIM e entrerò nell'edificio. Alex verrà verso la mia direzione e mi passerà un completo da guardia del corpo, gli altri di soppiatto entreranno e si vestiranno come Alex e Simòn. Io e Luis saremo le guardie del corpo e nel momento esatto in cui io chiuderò la chiamata, Gilbert ci chiamerà. Dopo che noi avremmo risposto ti raggiungeremo e sarà lì che incomincerà il gioco.- Sorrise leggermente, il piano era così perfetto che sospettai qualcosa. -Da quanto ci lavori su questo progetto?- Domandai, il suo sguardo cambiò e divenne serio. -Mi hanno aiutato loro, le idee sono di tutti.- Disse vagamente, mi alzai e lo raggiunsi. Sapevo quanto odiasse che lo guardassi dall'alto al basso, così si alzò anche lui. -Non raccontarmi palle, perché odi così tanto Gilbert?- Domandai con aria puntigliosa, Luis e Simòn mi guardarono con occhi spalancati solo dopo la mia domanda, non mi spiegavo il perché e non mi veniva spiegato. Odiavo quando la gente mi trattava da bambina, il mio sguardo si abbassò e incominciai a pensare e poi mi ricordai tutto. -È per la morte di Silvia?- Il suo sguardo cambiò, strinse le mani in due pugni e face un respiro profondo. -Cazzo! No, non ci sto. Farete questa merda senza di me.- Dissi sbattendo le mani sul tavolo, guardai male Luis e non degnai neanche di uno sguardo Mitch. -Tolgo il disturbo.- Stavo per uscire ma Mitch mi afferrò delicatamente dal polso, mi voltai con gli occhi un po' lucidi e lo guardai. -Sophia io non amo Silvia.- Il mio cuore si distrusse, guardai bene i suoi occhi e capì che mentiva. -Lo hanno capito tutti, io mi sono arrabbiata perché non me lo hai detto. Tutti lo sapevano tranne me.- Mi asciugai in fretta le lacrime, mi allontano dalla sua presa. -Facciamo questa cosa, ma ti prego... annulliamo il matrimonio, ho bisogno di pensare.- Lui annuì e mi lasciò andare via. Triste come non mai mi addormentai e non presi neanche il disturbo di cambiarmi e struccarmi. Mitch amava perdutamente Silvia, mi chiesi come mai volesse sposarmi. Il giorno dopo scesi così come mi trovai e feci colazione con tutti. Il trucco sbavato, gli occhi rossi per le troppe lacrime versate e il mascara che rigava il mio viso. Avevo gli occhi di tutti puntati addosso, non ci feci molto caso ma Mitch non mi toglieva gli occhi di dosso, nel frattempo bevevo del caffè caldo e non pensai per niente al giudizio altrui. Diana mi lanciò uno sguardo e ricambiai, i nostri occhi stavano comunicando e purtroppo dovetti ammettere che la mia migliore amica mi mancava come l'aria. Prese da tante emozioni, a entrambe scese una lacrima che asciugammo in fretta. -Io devo uscire, chi viene con me?- Domandò Julia, la guardai sott'occhio e feci finta di non ascoltare. -Sophia, vuoi venire?- Mi interpellò, la guardai malissimo e scossi la testa in modo negativo. -Dai, mi servi tu... non ricordi?- Sapevo cosa stava facendo, voleva delle spiegazioni sul mio stato e accecata ancora dalla rabbia repressa del giorno prima le risposi male. -Julia impara a farti i cazzi tuoi e va a scopare con qualcuno. Basta che non mi rompi i coglioni.- Mi guardò con occhi lucidi e si risedette senza fiatare. Ad un certo punto mi alzai, stavo per andarmene ma Xiomara mi prese dolcemente per la mano. -Piccola, vuoi stare con me in cucina? Così ti racconto un po' di mia nipote.- Disse accarezzandomi il viso, le sorrisi dolcemente ma le dissi di no, così mi diressi nella mia camera da letto e mi feci una doccia. Dopo di che mi cambiai, indossai una tuta grigia, il pantalone era a callo basso e la felpa era senza cappuccio e corta. Mi piastrai i capelli, mi truccai leggermente e indossai le scarpe. Scesi al piano di giù e mi diressi verso la palestra, lì c'era una radio e decisi di mettere un po' di musica. Mi avvicinai ad uno scaffale e trovai delle fasce, così le misi attorno alle mie mani e incominciai a sfogarmi contro il sacco. Un colpo dopo l'altro, non sentivo niente se non la rabbia, mentre provavo a sfogarmi la porta si aprì e non ero più da sola. -Sophia, noi stiamo per incominciare, ti vuoi unire a noi?- Mi chiese con voce stridula Diana, mi fermai e la guardai. Lentamente mi avvicinai a lei, il mio sguardo era privo di emozioni ma la mia amica le riaccese, e l'abbracciai. Il suo profumo ai frutti di bosco mi era mancato più di qualunque altra cosa.

 Così insieme a lei raggiunsi gli altri, non avevo voglia di vedere Mitch perché faceva male pensare che lui stava facendo tutto quello per Silvia. -Vi ho portato Sophia, ora possiamo incominciare.- Mi sedetti accanto a Killian e provai a prestare attenzione a Mitch. -Dobbiamo essere puntuali per questo colpo.- Iniziò a dire, solo a sentire quelle parole non prestai più attenzione e lo ignorai. Il discorso andò avanti per ore, fin quando non mi interpellarono. -Sophia, tu sei d'accordo?- Mi domandò, confusa alzai le spalle. -Scusatemi, non vi stavo seguendo. Dicevate?- Innervosito dal mio comportamento stringe le mani in due pugni e mi risponde. -Iniziamo domani, preparati a incartare tua sorella.- Detto questo sbatté il pugno sul tavolo facendo sobbalzare tutti, uscì dalla stanza seguito dai suoi fratelli. Killian dopo un po' decise di parlarmi. -Cosa ti ha ridotto così?- Alla sua domanda rimasi senza fiato, era lui che mi aveva resa un mostro senza sentimenti e Mitch, lui mi ha dato il colpo di grazia. Non stavo affatto bene, avevo gli occhi di tutti  puntati addosso e mi mettevano in ansia. Il respiro divenne affannoso, gli occhi lucidi e le mani mi tremavano, così mi alzai e scappai in camera. Mi chiusi in bagno e mi appoggiai sulla porta. Incominciai a piangere a dirotto, misi una mano sulla bocca per non fare sentire agli altri i miei pianti. Ero distrutta e piangevo come se non ci fosse un domani, mi avevano preso tutti quanti in giro e volevo solo sparire, almeno per un po'. Mi addormentai sul pavimento del bagno, bagnato dalle mie lacrime. Quando mi svegliai mi feci una doccia calda e continuai a piangere anche sotto la doccia. Quella sera decisi di non cenare, stavo per andare a letto, ma bussarono alla porta. -Posso?- Aprì leggermente la porta e mi fece una domanda, acconsenti questa richiesta e lo lasciai entrare. Mitch si sedette sul mio letto e mi guardò dispiaciuto. -Non ceni?- Mi chiese e subito gli risposi. -No.- Non avevo voglia di rivolgerli lo sguardo e quella situazione mi stava uccidendo. -Sophia...- Scossi il capo per ignorarlo, lo capì ma non uscì dalla stanza. Volevo stare da sola e l'unico modo per farglielo capire era quello di mettermi sotto le coperte. -Non me ne andrò e non ti lascerò sola.- Lo guardai male e sbuffai rassegnata del fatto che non se ne sarebbe andato. -Non sono Silvia, non voglio essere la seconda scelta.- Dissi guarda dolo negli occhi. -Domani alle cinque del mattino incomincerà il nostro piano, quindi smetti di fare il finto innamorato.- Detto questo mi misi sotto le coperte e provai a prendere sonno, anche se per poche ore. Alle tre del mattino mi svegliai da sola nella mia camera, andai a lavarmi e subito dopo mi truccai. Piastrai i capelli, misi un rossetto nudo, mi feci le eyeliner e misi il mascara. Andai verso il mio armadio e decisi di indossare un crop-top nero con un drago disegnato e un jeans largo. Indossai delle Jordan e mi osservai per l'ultima volta allo specchio. Scendendo al piano di sotto sentì delle voci sussurranti, ma non appena si accorsero della mia presenza si ammutolirono tutti quanti. -Quando si parte?- Domandai facendo finta di niente, i ragazzi si guardarono intorno, come se cercassero qualcuno. -Eccomi, si parte!- Esclamò Mitch sbucando dal nulla, così demmo inizio ad una guerra vera e propria. 

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Spazio autrice:

scusatemi per la lunga assenza, purtroppo 

sono stata impegnata con i compiti, per non parlare delle verifiche.

Spero di essere più attiva, ci vedremo al prossimo capitolo

e non dimenticate di mettere una stella <3

(non mi sono dimenticata delle altre storie, le dovrò rivedere e modificarle in futuro.)

Buying a daddy 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora