"È stato un incidente"

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Traballante raggiunsi nuovamente il salotto, dove per mia grande sfortuna, ci ritrovai la famiglia Rapp e la mia famiglia. -Sophia ma che cazzo hai fatto?!- Esclamò Mitch venendomi incontro, ma lo fermai con un gesto della mano. -Cosa succede...?- Chiese Killian. Tutti mi stavano guardando impauriti e scioccati, rimasero a bocca aperta e vedevo la paura impressa nei loro occhi. Quando finalmente posai il mio sguardo sulle mie mano tremanti e sui miei abiti imbevuti di sangue, iniziai a piangere silenziosamente. -Sophia...-Mi chiamava Luis, ma non lo stavo ad ascoltare, spostai il mio sguardo su tutti i presenti, nel mentre la vista iniziava ad appannarsi. -Piccolina...- La voce di mamma interruppe il mio imminente attacco di panico, beandomi della sua voce angelica. -Sophia... che cos'hai fatto?- La sua domanda mi fece ritornare sulla terra e solo in quel momento capì la gravità della situazione...
















































*Qualche ora prima.*

-Eccoti finalmente.- Dissi non appena i suoi occhi azzurri come il mare, incrociarono i miei scuri come la notte. -Sophia Evans...- Disse con tono seducente, alzai gli occhi al cielo e lo spintonai leggermente, ci dirigemmo verso un tavolo e ci sedemmo. -Bellezza come stai?- Lo guardai dritto negli occhi e lo zittì. -Devi smetterla.- Dissi con un ghigno sul viso, scosse il capo divertito e mi sorrise. -A cosa devo questo incontro?- Stavo per rispondergli, ma venni o interrotti da una cameriera. -Salve, volete ordinare?- Lanciai uno sguardo a Dario e annuimmo. -Si, vorrei un 10, 17, 20, 190, 302, 16, 14, 28,49 e un 69.- Mi fece l'occhiolino non appena pronunciò l'ultimo numero, alzai gli occhi al cielo, stufa di ascoltarlo. Quando la ragazza andò via, continuammo la conversazione.

-Se ti ho chiamato, un motivo ci sarà... non credi?- Notai cime il mio tono impertinente, dava fastidio a lui, così la smisi. -Ricordi cosa ti dissi l'ultima volta?- Annuì e iniziai a spiegargli un po' di cose. -Hai presente, che Adele, prima di morire andò ad una festa? Beh, so che l'hanno drogata, con una pasticca; M.R; È così che si chiama.- Iniziai a spiegargli e a mostrargli delle foto, che avevo sul telefono. -Poi, due settimane fa sono andata con il fratello di Mitch in un bosco, ma quest'ultimo si è scoperto una risposta all'indagine, perché ho trovato un covo e al suo interno c'erano dei vestiti e accessori sporchi di sangue e tutti questi appartengono ad Adele.- Mostrai a lui le foto e il suo viso concentrato, ma allo stesso tempo curioso, mi fece capire di sta andando bene. -Ho chiesto a Luis se vendessero droga, ma non mi ha dato una risposta certa, mi ha detto: non sono cose che ti riguardano.- Imitai la voce del povero Luis, questo mi fece guadagnare una piccola risata da parte di Dario.

-Ecco a voi.- Nel frattempo ci servirono e iniziammo a mangiare. -Piccola, perché mi hai chiamato?- Aspettavo quella domanda, così gli risposi. -Negli scatoloni ho trovato una cosa e quest'ultima appartiene a Killian.- Sgranò le palpebre non appena sentì quello che avevo detto, sapevo che aveva capito di cosa si trattasse, ma non capivo il perché nei suoi occhi vi era un velo di preoccupazione. -Dimmi solo, che non si tratta~- Lo interruppi. -Di una chiavetta e un diario?- Colpito e affondato, pensai. Il suo viso divenne pallido e mi guardò dritto negli occhi. -Mi dispiace...- Disse prima ancora di alzarsi e andare a pagare. Rimasi lì, seduta a guardare il diario che avevo tra le mani, indecisa se iniziarlo a leggere o meno.

Presa dallo stress, ordinai altro cibo ed iniziai a leggere il diario.

Giorno uno
Oggi Sophia ha accompagnato sua sorella ad una festa di compleanno, mi odierà per quello che accadrà questa sera, ma sarà meglio se non lo saprà.
Sono alla festa, dove Adele sta parlando con delle amiche. Decido di avvicinarmi e versarle nel bicchiere una pasticca: M.R;
Sono ancora qui, ora devo portare Adele via, prima che le facciano del male.
Qualcosa è andata male nel piano, il padre è venuto alla festa e la sta cercando. Lo seguo senza farmi vedere e lo vedo entrare in una stanza, proprio dove si trovava Adele. Le urla strazianti mi fanno venire gli occhi lucidi, quell'uomo la stava stuprando ed io non ho fatto nulla.
È arrivata la polizia, ha annunciato che Adele è morta, ma io non ci credevo. Così di soppiatto son9 entrato in stanza e ho sentito il suo cuore battere, nonostante un colpo di pistola in pancia.
La prendo e la portò lontana da qui.

Giorno due
Adele vive in un covo che ho costruito apposta per lei nella foresta, qui ha tutto: vestiti, accessori, giochi;
Ora ha 13 anni e sa badare a se stessa, è giunta l'ora di abbandonarla.

Giorno tre
Adele è stata aggredita, un'uomo è entrato ed è stato suo padre, così mi ha detto lei.
Le ho fatto una promessa, di non dire a nessuno di si trova, neanche a Sophia, vuole andare a San Francisco, è la sua città preferita.

Giorno quattro
Adele è partita, mi mancherà molto. Ora dovrò aiutare Sophia a trovarla, ma dovrò darle piste sbagliate, e Diana sarà una mia complice... una promessa è una promessa....

Iniziai a piangere, come ha potuto, Killian, farmi una cosa del genere. Non volevo più guardarlo in faccia, lo odiavo con tutto l'animo e stessa cosa valeva per mio padre. Incazzata come non mai, mi diressi a casa. Quando varcai la porta d'ingresso, udì voci a me famigliari. -Ciao Sophia!- Mi salutarono tutti in coro, nascosi il diario in tempo e feci finta di nulla. -Ciao ragazzi e ciao mamma, io vado in cucina.- Non mi chiesero altro che la raggiunsi. -Sophia.- Mi voltai e vidi mio padre. -Come facevi a trovarti a casa Scott, quando Adele morì?- Vidi come iniziò ad agitarsi. -Non so di cosa stia parlando.- Disse, ma lo interruppi bruscamente. -Senti pezzo di merda, sappiamo entrambi che hai stuprato e poi ucciso Adele. Ora devi dirmi il perché ed io non ti ucciderò.- Dissi a denti stretti, vidi come i suoi occhi si colmarono di terrore. -Vuoi sapere perché? Tua madre ha scopato un altro uomo e da lui siete nate tu e Adele. Pensava che io non me ne accorgessi, ma è successo tutto il contrario. A lei piaceva fare la troia e anche tu e Adele stavate seguendo le orme di vostra madre. Come ho scopato Adele, posso farlo con te.- Non lo feci parlare più, poiché presi un coltello ben affilato e gli tagliai la gola. Cadde a terra e iniziai a pugnalarlo più di dieci volte. Non contenta, con molta forza provai ad aprirgli la pancia, volevo fargli del male, ma forse stavo esagerando. Gli schizzi di sangue, che stavano man mano ricoprendo il mio viso, mi fecero rendere conto, che la situazione a me piaceva, per un millesimo secondo pensai che non fosse male uccidere la gente.

Quando mi alzai e gettai via il coltello, guardai per bene alla cucina, poi vidi mio padre ormai morente e rimasi a fissarlo per un po' di minuti. Traballante raggiunsi nuovamente il salotto, dove per mia grande sfortuna, ci ritrovai la famiglia Rapp e la mia famiglia. -Sophia ma che cazzo hai fatto?!- Esclamò Mitch venendomi incontro, ma lo fermai con un gesto della mano. -Cosa succede...?- Chiese Killian. Tutti mi stavano guardando impauriti e scioccati, rimasero a bocca aperta e vedevo la paura impressa nei loro occhi. Quando finalmente posai il mio sguardo sulle mie mano tremanti e sui miei abiti imbevuti di sangue, iniziai a piangere silenziosamente. -Sophia...-Mi chiamava Luis, ma non lo stavo ad ascoltare, spostai il mio sguardo su tutti i presenti, nel mentre la vista iniziava ad appannarsi. -Piccolina...- La voce di mamma interruppe il mio imminente attacco di panico, beandomi della sua voce angelica. -Sophia... che cos'hai fatto?- La sua domanda mi fece ritornare sulla terra e solo in quel momento capì la gravità della situazione... -È stato un'incidente.- Risposi.

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Spazio autrice:
Vi ringrazio per tutto il supporto.
Per nuovi aggiornamenti andate sul mio profilo, perché ho scritto un qualcosa di importante per me.
Ci vediamo nel prossimo capitolo💕💕💕

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