Stupida, stupida, stupida. Continuavo a ripetermi, era da più o meno mezz'ora che mi facevano domande e quant'altro. Stufa alzai gli occhi al cielo e uscì dallo studio di Mitch, mi diressi in cucina per prepararmi un po' di latte caldo. -Dove diavolo vai?- Cintinuò a seguirmi Mitch, lo ignorai e cominciai a bere il latte, ma quando si piazzò dinanzi a me capì che non mi avrebbe lasciata in pace. -Sono stanca, di tutto e di tutti.- Mi guardò in modo confuso. -Sono molto più intelligente di te, lo devi accettare. Io, prima che mi rapissi, comandavo tutto e tutti. Mi dispiace dovertelo dire in questo modo, ma devi ammettere che la donna è capace di superare l'uomo.- Il suo sguardo sconfitto mi fece capire che aveva compreso le mie parole, ma dovetti cambiare opinione dalle sue parole. -Hai vissuto con Killian, sai tutte queste cose perché te le ha insegnate lui.- Era impossibile, il maschilismo ora mai era una parte di lui. -Ti faccio un esempio. Il piano che fine ha fatto? Mh? È da mesi che ripeti le stesse cose, solo perché non sai come muoverti.- Confessai, alle mie parole rimase in silenzio. -Che ne dici se ci concentriamo sul piano dopo Natale?- Annuì silenziosamente e con molta lentezza mi diressi in camera mia. Nel frattempo finì il latte e mi cambia, indossando il pigiama setoso che mia madre fece appositamente per me, riuscivo a sentire ancora il suo calore. Quando mi svegliai, capì che fosse giunto il momento di scusarmi. Mi feci una doccia, lasciai i miei capelli bagnati, indossai un jeans nero, una felpa nera abbastanza grande e così mi diressi in camera di Luis. Bussai ma non rispondeva, così dopo aver aspettato vari minuti, decisi di irrompere nella sua stanza e lo ritrovai sdraiato in modo bizzarro sul suo letto.
-Luis, svegliati.- Sussurrai, ma stronza com'ero, prepotentemente spalancai le finestre facendo entrare quei pochi di raggi di sole e urlai il suo nome. -LUIS!- Fece un salto dal letto, si alzò di scatto e si voltò verso di me. Strizzò gli occhi e si coprì il viso. Con fare innocente gli sorrisi, mi schiarì la voce e feci finta di nulla. -SEI PAZZA?!- Urlò e per non attirare l'attenzione degli altri, lo interruppi subito. -Shhh! Sono le cinque del mattino, che cosa ti urli.- Lo rimproverai, come se io non avessi fatto la sua stessa e identica cosa qualche minuto fa. -Mi hai svegliato alle cinque del mattino?- Mi chiese, lo guardai e annui fiera. -Tu sei pazza e va a dormire, prima che io ti uccida.- Disse stendendosi nuovamente sul letto. -Allora non hai capito, io ti ho svegliato per parlarti.- Si rialzò, si strofinò gli occhi e mi rispose. -Ti ascolto, però dopo fammi dormire.- Annui e gli parlai. -Volevo chiederti scusa, non spettava a me svelare quel segreto. Ripensandoci, non faccio parte di questa famiglia e dovrei farmi gli affari miei. Ti voglio bene, mi hai trattato come se fossimo allo stesso livello e non come fa tuo fratello. Luis, il bambino era tuo, ne sono sicura. Mi dispiace tantissimo di essermi intromessa.- Annuì, si sdraiò sul letto e riprese a dormire. Poco prima di andarmene sentì che mi disse qualcosa. -Scuse accettate, piccola Sophia.- Sorrisi lievemente e me ne andai, la prossima tappa era camera di Mitch, ma quella volta non dovevo affatto scusarmi, tutto il contrario, dovevo dirgli come stavano le cose. Entrai come se nulla fosse e lo trovai già sveglio, in procinto di vestirsi. -Mitch.- Lo chiamai e per fortuna ottenni la sua attenzione. -Sophia.- Ci guardammo negli occhi e rimanemmo in silenzio, il suo sguardo era molto differente, aveva gli occhi molto chiari e sembrava che fosse cambiato. -Mitch... devo...- Non riuscivo a concentrarmi, l'aria era diventata tesa, il suo sguardo era intenso se così si poteva definire. -Sophia, dimmi tutto.- La sua voce profonda mi fece venire le farfalle allo stomaco, ma le cacciai immediatamente. -Devo dirti una cosa.- Il suo sguardo smarrito non aveva ancora idea di quello che dovevo dirgli. -In realtà... sono io quello che ti deve dire qualcosa.- Sorpresa era a dir poco, ma non cantai subito gloria poiché stavamo parlando di Mitch Rapp. Aspettammo in silenzio per minuti o forse ore, alzai gli occhi al cielo e incrociai le braccia, ero impaziente e volevo sapere cosa gli stesse passando per la testa.
Mitch's pov.
I suoi occhi mi scrutavano, il suo viso era incantevole. Non sapevo che cosa dirle in realtà, volevo parlarle di molte cose, dei miei errori, delle mie promesse andare in vano... le volevo dire che mi dispiace e che non volevo assolutamente un'altra chance, ma era una cosa che dovevo fare assolutamente. -Sophia... mi dispiace. So che dirtelo non serve a nulla ma, volevo solo dirti che mi dispiace davvero, ricordo ancora la promessa che ti feci e ti giuro che volevo davvero mantenerla, ma in realtà non ci sono mai riuscito.- Mi interruppi, non mostrava rabbia e tanto meno felicità, era come se non avesse più sentimenti, forse l'avevo spenta, forse era colpa mia... -Sei stata la prima a farmi sentire nuovi sentimenti, neanche Silvia mi faceva provare quello che mi fai provare tu. Io ti...- Non riuscì a completare la frase, non sapevo che cosa mi fosse successo, ma sembrava surreale, io la amavo ma non riuscivo a dirglielo. Amavo tutto di lei, le sue urla la mattina, i suoi occhi neri, i lineamenti... mi facevano innamorare sempre di più di lei. Ma lei non aveva più quello sguardo innamorato, sembrava come se si fosse disinnamorata. -Io ti ammiro, sei fantastica, se ti ho scelta un motivo ci sarà.-Sophia's pov.
Le sue parole le ascoltai con molto piacere, mi ero persa nei suoi occhi e non volevo lasciare che mi ipnotizzassero. Disse che mi ammirava, ma non capivo perché non riuscisse a dire la parola ti amo. Ero certa che doveva dirmi ciò, ma ero anche certa che non ne lo avrebbe mai detto. -Perchè mi hai scelta?- Alla mia domanda i suoi occhi rimasero fissi sui miei, si morse il labbro inferiore e sospirò affranto. Non capendo , mi avvicinai a lui e lo guardai per bene negli occhi. Era tutto un gioco di sguardi e a lui piaceva ma allo stesso tempo lo affrangeva. -Sophia... ti prego.- Alzai le sopracciglia e appoggiai le mie mani sul suo enorme petto. -Cosa c'è che non va?- Si allontanò da me coprendosi il viso con le mani, forse la mia domanda lo aveva turbato più di quanto lo fosse. -Ti amo, questo è il problema.- Persi un battito, non mi sarei mai aspettata queste parole da lui, finalmente lo aveva detto ma nel momento sbagliato. -Mitch non puoi.- Il mio tono di voce era basso, il mio sguardo perso e avevo il cuore che batteva a mille. -Sophia è da molto tempo che mi dici che non posso, me lo fai capire con lo sguardo. Però adesso mi sono stancato di aspettare o di sentirti dire che non posso, perché è la verità, ti amo... ma non te lo dimostro come dovrei.- Le sue parole erano sincere, adoravo il modo in cui mi diceva queste cose ma era troppo tardi. Feci un passo indietro e scossi il capo, non sapevo cosa dire o come reagire, così me ne andai dalla sua stanza senza aggiungere nulla. -Aspetta.- Non lo ascoltai e continuai per la mia strada, ma quando mi sentì afferrare da un braccio, mi sembrò che stessi sprofondando in un oceano senza una fine. Voltandomi incontrai subito i suoi occhi marroni che mi parlavano, accennai un leggero sorriso e mi lasciai andare. -Piccola Sophia... non sai cosa mi fai.- Detto questo mi prese e mi baciò, una marea di emozioni si scatenò in me e non sapevo se fosse una cosa buona o negativa. Quando ci staccammo, ci guardammo intensamente negli occhi. -Sophia... cosa volevi dirmi?- Mi chiese, un po' presa alla sprovvista alzai le spalle, facendogli capire che me ne fossi dimentica. -Andiamo a fare colazione?- La sua proposta mi sorprese. -Xiomara deve preparare una torta alle mele, dovremmo aspettare un po'.- Per poco non mi rise in faccia, trattenne la risata e si schiarì la voce. -Intendevo al bar, sempre che tu lo voglia.- Era molto premuroso, non sapevo se fidarmi o meno ma ci provai, così andammo al bar senza dover dire nulla a nessuno. Giunti a destinazione spalancai gli occhi, mi aveva portato in città e non in un posto sperduto. Contenta come non mai stampati un sorriso sul mio viso e scesi dall'auto, mi voltai nella direzione di Mitch e notai come si sentisse fuori luogo, così mi avvicinai a lui e gli presi la mano. -Se vuoi andare in un posto meno affollato posso capire.- Sorrise lievemente e scosse il capo. -No, me ne farò l'abitudine.- Entrammo nel bar e prendemmo posto, dopo un po' una cameriera si avvicinò a noi. -Salve, volete prendere qualcosa?- Non appena mi notò i suoi occhi si spalancarono. Sembrava spaventata dalla mia presenza. -Tu? Sei ancora viva?- Assunsi uno aguardo al quanto confuso, non le avevo mai fatto nulla ed era strano il suo atteggiamento. -Ci conosciamo per caso?- Risi leggermente. -Non sei Sophia Evans?- Mi chiese con un viso pensieroso, annui e per poco non mi fece venire un infarto. Strillò un "si" e dopo di ché posò il suo sguardo su Mitch e si ricompose. -Sono Angela, andavamo in classe insieme.- Il mio viso divenne ancora più confuso, alzai le sopracciglia e provai a ricordarmi di lei, ma niente. -La ragazza italiana!- Esclamò sorridente ma non la ricordavo... -Niente?- Scossi il capo e portai la mia attenzione a Mitch, che stava guardando dei bambini litigare. -Diana ti ha proprio rovinata...- Sussurrò e in quel momento mi ricordai di lei._________________________
spazio autrice:
vi chiedo scusa per il ritardo
ma in questo periodo
non sono stata affatto bene,
tralasciando la scuola e le verifiche.
cercherò di essere più attiva💕💕💕
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Buying a daddy 2
AzioneSophia dopo aver detto la verità a Mitch, decide di farsi valere e di fargli capire che una donna non dev'essere mai sottovalutata. Tra i due nasceranno vari conflitti e lei per un periodo si allontanerà, perché scoprirà il lato oscuro della storia...